Nel 2002 mi sono rivolto, a dire il vero, a più di una finanziaria per cercare di ottenere un prestito di soli 3000 euro per acquistare le prime attrezzature per il mio laboratorio. A quel tempo ero agli inizi dei miei studi di Ingegneria Meccanica e, per auto finanziarmi, lavoravo in una pasticceria gelateria. Desideravo quel prestito semplicemente per acquistare le mie attrezzature in anticipo. Nel giro di poco tempo infatti, sarei stato in grado di acquistarle comunque con i miei stipendi. Pensai anche che la possibilità di una rata mi avrebbe agevolato ed avrei evitato di spendere integralmente i miei stipendi. Insomma all’epoca, ingenuamente, pensavo che sarebbe stata un’ottima opzione per me.
Sapete cosa mi risposero all’ufficio di tale finanziaria nonostante io mi fossi presentato con un contratto di lavoro a tempo indeterminato e tutto l’occorrente? Mi risposero queste testuali parole: “Ci dispiace ma noi non prestiamo denaro per cose importanti come attrezzature utili al lavoro, le avremmo concesso il prestito nel caso in cui il suo acquisto fosse stato una moto, uno stereo, una tv, insomma oggetti futili di consumo, ma non cose utili allo sviluppo di un laboratorio ad esempio“.
Io rimasi malissimo, senza parole, di stucco… Chiesi: “Ma se io vi dicessi che ci compro una moto e poi ci prendo gli attrezzi con quel denaro?” E loro: “Ci dispiace, ci deve portare una copia della ricevuta d’acquisto dove è specificato cosa ha acquistato…”. Sette anni fa mi chiesi dove saremmo andati a finire con questa logica; oggi mi sono risposto da solo osservando come siamo cambiati in soli sette anni e la risposta è nell’articolo proposto tra i link correlati. Ancora oggi penso: Dov’è che vuole andare l’Italia a queste condizioni? Spero sia un valido spunto per riflettere.
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Quel benessere momentaneo che costa caro
Sì, è successo lo stesso anche a me. Hai già detto tutto 🙂
Sì siamo in Italia è tutto normale. Mio padre, italiano, andò in svizzera a chiedere un finanziamento anni fa. Diversi anni fa a dire il vero. In Svizzera gli risposero che se avesse presentato il suo piano di impresa glie lo avrebbero valutato e il prestito (addirittura agevolato) glie lo avrebbero concesso in base alla fattibilità del progetto e alla validità dello stesso. Risultato: mio padre si presentò con il piano di impresa e lo valutarono come valido dandogli il prestito che in Italia non gli avrebbero mai dato. All’epoca glie lo diedero persino senza garanzie e in più, proprio per il fatto che accettarono, mio padre ebbe conferma che la sua idea era ottima altrimenti mai e poi mai glie lo avrebbero concesso. Naturalmente si sono assicurati che lui facesse tutto quanto promesso. Oggi mio padre ha una fabbrica… non dico di cosa perchè non so se posso fare pubblicità, grazie agli svizzeri e non all’Italia che lo avrebbe lasciato morire di fame. Va bene come testimonianza 😀
Molto interessante il tuo commento Michele/a, molto probabilmente lo utilizzeremo come spunto per un articolo approfondito. Continua a seguirci e a darci spunti se lo desideri.