Chi è?
La microeconomia identifica il consumatore con la tendenza ad avere il massimo come un “Chicago man”. Si tratta di un tipo di consumatore che ha percezioni, preferenze e decisioni indirizzate alla massimizzazione dell’utilità personale. Non accetta niente se non il meglio. Preferisce rinunciare ad un acquisto mediocre ed attendere la possibilità di portare a buon fine un acquisto ottimo, piuttosto che risparmiare ed acquistare qualcosa di cui potrebbe pentirsi o che potrebbe non soddisfare le aspettative.
Non è detto che costui spenda effettivamente di più; è sufficiente chiedersi ad esempio: “Quante lavatrici avresti comperato in dieci anni se avessi scelto tra i prodotti più economici pensando che siano tutte uguali? E se avessia acquistato (sempre facendo riferimento all’esempio in causa) una sola lavatrice di ottima qualità ma più costosa del 30% che ha una vita di 20 anni, avresti speso di più o di meno?” Il Chicago man non ha tutti i torti infondo…
C’è però una sorta di interferenza
tra il consumatore e la sua decisione nell’effettuare un determinato tipo di acquisto anziché un altro: Il consumatore si basa anche sullo stile o sull’immagine di esclusività e prestigio dei prodotti. A tal proposito vale il noto principio: Non è bello ciò che ci piace, ma ciò che piace agli altri. Niente di più sbagliato ovviamente. Adattarsi ad essere, o desiderare di essere ciò che gli altri si aspettano da noi, ciò che la società silenziosamente ci impone, non è altro che il modo più dispendioso per non raggiungere mai i nostri sogni. Il non essere/non fare ciò che in realtà desideriamo, paradossalmente ci costa persino di più. Ovvio che non è per tutti così. Fortunatamente.