A Maranello per correre si abbandona la strada
e si corre in Pista con la “P” maiuscola.
Ovviamente non è l’unico circuito italiano che offre questa possibilità ma il punto non è questo. Acquistare auto in grado di offrire particolari e travolgenti performance, può indurre a tentare comportamenti azzardati anche se si è il più calmo automobilista. Spesso poi, quando si esagera, non si è sufficientemente preparati e pronti, inoltre ci si affida troppo, ahimé, ai controlli elettronici. Le insidie sono dietro l’angolo. In Italia, terra di motori, ciò lo si considera un peccato veniale quasi permesso o tollerabile, ma così non è. Allora ecco che circuiti come quello di Fiorano (nota pista di proprietà della Ferrardi utilizzata per i test delle sue vetture) accolgono i clienti più saggi che decidono di dare sfogo ai loro impeti corsaioli in tutta sicurezza. Siamo andati a vederli e abbiamo “rubato qualche scatto” dei momenti di vero e puro godimento. Abbiamo trovaro diversi tipi di appassionati. C’era quello che è andato da solo per poter affondare il gas senza che nessuno in macchina gli urlasse la sua paura, ma c’era anche il bravo e coscenzioso papà che assicurando il suo bambino con la cintura di sicurezza, si limitava a buone aperture di gas solo nei punti meno rischiosi ed in modo assennato. Non sono mancati anche errori da parte di qualche pilota che, con il suo costosissimo paraurti anteriore, ha centrato i birilli posizionati lungo il tracciato e, cosa più importante, non è mancato il pazzo furioso che in staccata nel tornantino davanti a noi, ha lasciato scivolare il retrotreno della sua Ferrari 430 Scuderia per affrontare l’intera (e sottolineo intera) curva in un traverso da capogiro. Si è trattato di un istante: abbiamo sentito la frenata violenta, si è sollevato l’odore forte che proveniva dall’impianto frenante e l’urlo del motore con il gas giù a tratti parzializzato è stato accompagnato da una fragorosa sgommata durata alcuni secondi. Per non parlare poi delle rapide cambiate di marcia e del sound dell’allungo… siamo rimasti estasiati. Da notare che un’area della pista era abbondantemente bagnata (artificialmente) e adibita alle prove di handling per il controllo del mezzo in caso di pioggia.
La parte più difficile?
Riuscire a realizzare degli scatti decenti, a fuoco, con lo zoom al massimo, tra le sbarre del recinto che affianca l’intero circuito cercando di centrare dei soggetti ovviamente in movimento a forte velocità…