Rubrica: Così è la vita
Titolo o argomento: Quelli che non partecipano
Dite la verità, alle volte ve lo chiedete pure voi… chissà perchè nel condominio tutti sanno il lavoro che fate ma solo pochi vi chiedono un suggerimento o si rivolgono a voi per avvalersi della vostra esperienza, professionalità o semplicemente per il fatto che vi conoscono. Ho detto semplicemente “nel vostro condominio” ma potrebbe trattarsi di un amico, un parente, un conoscente, un collega, un vicino o persino una persona della quale voi stessi siete un cliente fidato da anni. Magari siete un artigiano, magari realizzate o vendete dei normalissimi prodotti ma di tutto il vicinato solo uno, o nemmeno quello, ha acquistato anche un solo pezzo da voi. Magari vendete frutta e verdura o siete degli abili elettrauti, eppure la casalinga della porta accanto attraversa la città per andare da un altro mercante di ortofrutta o il tipo simpatico che vive al piano di sotto non vi porta mai l’auto nemmeno per cambiare una lampadina.
Perchè succede? Come mai ci si ritrova insieme nei bar o sul marciapiedi fuori dal lavoro a parlare di cosa e di chi non ci soddisfa in questo paese ma poi, matematicamente, si comprano prodotti di aziende alle quali fa capo il personaggio che non si stima, ci si rivolge alle banche di cui si sono dimenticati troppo facilmente i danni compiuti in passato, si va nel centro commerciale che opera da anni con comportamenti opportunistici che hanno fatto chiudere la piccola e amabile bottega di vostra moglie o vostro marito, si acquista una maglietta o un pantalone dallo straniero che sfrutta senza regole la manodopera commettendo degli abusi sui suoi connazionali e sul nostro mercato, e così via? Si dà addosso quotidianamente a personaggi ai quali però ci rivolgiamo indirettamente con costanza ed ai quali, tra le altre cose, diamo più denaro di quanto non vorremmo. Spesso solo per ozio, per comodità, perchè tanto si pensa che non cambi nulla o perchè magari non siamo sufficientemente informati e non sappiamo che la persona che non stimiamo e che secondo noi ci danneggia è proprio quella che finanziamo da una vita.
E in tutto questo irrazionale trambusto non abbiamo fatto caso al fatto che il nostro vicino realizza o tratta da una vita quel prodotto che ci serve. Non abbiamo fatto caso che se gli dessimo il nostro contributo potrebbe acquistare quel macchinario in più, quell’accessorio in più, quei prodotti in più per offrire un servizio ancora migliore e apprezzato. Ma qual è il motivo in fin dei conti? In fin dei conti è semplice, peccati veniali commessi da ognuno di noi, vuoi per cocciutaggine, vuoi perchè si ripudiano con troppa facilità i cambiamenti e le aperture mentali. Nella maggior parte dei casi si tende a non andare da chi si conosce per timore di far vedere cosa compriamo, su cosa spendiamo, su cosa risparmiamo, cosa non capiamo. Altre volte perchè siamo imbarazzati, magari il vicino elettrauto vi sente sempre litigare con vostra figlia adolescente. Altre volte ancora per invidia… quante volte ho sentito dire, nel paesino dove vivo, frasi pessime del tipo: “Io a quello i soldi miei non glie li dò!”, oppure “Se quello si arricchirà non sarà per mano mia!”. Spesso un dannato e ignorante timore collettivo di generare un altrui vantaggio, arreca danni maggiori ad una nazione rispetto a quelli provocati da amministrazioni più o meno conscie della loro incapacità.
Divisi da ambizioni economiche, da pensieri su come si amministra la nazione, da squadre del cuore, da pensieri religiosi, da stili di vita, da condizioni sociali, da tutto… Questo è il problema, siamo stati divisi e resi soli in una fantomatica corsa verso un benessere fittizio. Non c’è aggregazione, non c’è spirito di comunità, ognuno fa la sua corsa. I cittadini italiani sono come animali solitari che è facile predare. Ma la savana insegna che specie simili, in branco, hanno più probabilità di resistere agli attacchi di chi, nella catena alimentare, si trova più in alto. Noi no, noi ci stiamo facendo mangiare uno ad uno attratti da un sottocosto, da una comodità, da un comportamento sociale diffuso, dall’invidia, dal menefreghismo e, cosa peggiore, dalla malattia di non pensare mai al futuro ma sempre, di volta in volta, a ciò che più ci fa comodo adesso, subito. E in questo dissesto mentale qualcuno ci sguazza e sfrutta al meglio, per i propri interessi, gli spazi enormi che si creano tra le persone al fine di edificare un’economia che non può funzionare.
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