I nuovi giovani sono distanti dalla realtà. Che società ci dobbiamo aspettare? – Parte terza

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Chi prenderà il futuro in mano?

Se vogliamo compiere un piccolo sforzo, per effettuare un ragionamento inconsueto, possiamo associare due fenomeni considerati agli antipodi, il calcio e l’istruzione. Cos’hanno in comune? Entrambi, all’origine, costano poco, pochissimo anche se sono stati trasformati in fenomeni ultracostosi e complessi. In molti paesi del mondo si gioca a calcio con il proprio corpo e un oggetto di forma raccolta, una lattina ad esempio. Meno di un centesimo per divertirsi intensamente e con grande passione. Lo studio, non quello noioso e obsoleto spesso evitato dai più giovani (perchè mal presentato e organizzato attraverso i canali formativi), richiede personale di buona volontà. Persone che abbiano il desiderio ardito di tramandare conoscenze mediante semplici strumenti, lezioni orali, libri, laboratori, aule, fino ad arrivare ai grandi sforzi di ricerca universitaria per i quali anche grandi cifre sono sempre ben spese e restituiscono molto più di quanto investito (il bello della ricerca è che persino un risultato negativo viene considerato un risultato utile per effettuare deduzioni utili ad intraprendere nuove strade). Ebbene il calcio e l’istruzione, sebbene siano fenomeni decisamente diversi, hanno in comune una grande economicità di base ed un grande giro d’affari e di interessi costruito intorno che li rende distanti dalle persone normali. Sport e cultura, entrambi fondamentali per l’uomo, entrambi distanti anni luce dalla gente normale.

Nemmeno il “Mens sana in corpore sano” sembra più un diritto imprescindibile, intoccabile, inequivocabile. E tutto questo perchè la storia si dimentica (o si modifica) facilmente. Non sappiamo cosa c’è stato prima, non sappiamo come funzionava prima, non sappiamo cosa si aveva quando non c’eravamo. Però magari conosciamo il capitolo di storia utile per l’interrogazione a scuola che altro non è che un contorno sempre più distante dalla dieta sana ed equilibrata di cui necessitano realmente i giovani che devono, o dovrebbero, diventare il futuro di una nazione (a tal proposito vedi ad esempio l’articolo: “I tre assiomi dell’economia di mercato“).

In conclusione, proprio dai più giovani, se hanno letto fino in fondo, mi aspetto una critica, una provocazione, un’espressione scettica nei confronti di questi miei articoli sugli aspetti psicologici ed i comportamenti della società che probabilmente essi ritengono si abbinino male a temi più accattivanti quali le tecnologie, i motori, l’energia, il futuro…
Così ribatto immediatamente e bonariamente con un’espressione dai toni pacati: “Ma voi davvero pensate di riuscire a realizzare i vostri sogni, magari lavorativi, solo attingendo ad informazioni pure e monotematiche ad esempio sempre esclusivamente sui motori? Se non sapete cosa sta accadendo realmente attorno a voi in questo momento, come pensate di realizzare le vostre idee? Senza quello che io chiamo “il contorno” è presoché impossibile raggiungere uno scopo, puoi sapere (o pensare di sapere) tutto ad esempio sui motori, ma se non ti stai interessando ai problemi che ti circondano (vedi le note sotto), quando proverai ad aprire la tua speciale officina e incontrerai le prime difficoltà, rischierai molto facilmente di abbandonare il tuo progetto convivendo con un’amara rinuncia”.

Note

Interessarsi ai problemi che ci circondano significa andare a fondo sulle cose cercando di capirne i perchè e la logica che vi ruota intorno, i meccanismi che regolano fenomeni abituali oppure ostili, evitando il più possibile i metodi di informazione comodi e cercando invece di osservare ciò che ci circonda con i propri occhi, operando proprie riflessioni e indagando con la propria testa attraverso i canali di informazione che ci si saprà creare da soli. Infine cercando di evitare di dare sempre giudizi sulle cose perchè ciò che ti si presenta per prima, spesso, è solo un’apparenza che può trasformarsi in un jingle martellante nella tua testa.

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