Rubrica: Così è la vita
Titolo o argomento: Rimetterci solo perchè ci manca qualche nozione
Uno: paghi l’imballo di un prodotto… ora è tuo.
Quando acquisti un prodotto, ad esempio alimentare, una buona parte del prezzo che paghi è dato dalla confezione*, ad esempio una bottiglia in vetro di una passata di pomodoro o di una marmellata o il barattolino di plastica di uno yogurt, ecc.. Si tratta di una prima spesa che, giustamente, l’azienda produttrice del bene mette a tuo carico. Quando getti il contenitore dell’esempio stai gettando il tuo denaro e un oggetto di tua proprietà che non sai come usare in altra maniera. Spreco di denaro a tuo carico perchè nessuno ti ha illustrato gli utilizzi alternativi del tuo oggetto al termine della prima delle molteplici funzioni che può svolgere.
Due: paghi il servizio di raccolta per contenitori che hanno un valore
Quando getti il contenitore dell’esempio paghi un servizio di raccolta rifiuti. Paghi quindi per gettare qualcosa che hai pagato e che ti appartiene anche se ancora non lo sai o non riesci a percepirlo a pieno. Personalmente mi rendo conto di come possa risultare ostile questo pensiero eppure, pagare per buttare qualcosa che ho pagato poco prima, e utilizzato una sola volta, mi sembra ancora più ostile.
In effetti noi non abbiamo l’idea di aver acquistato un prodotto nella sua globalità, bensì di aver acquistato il contenuto di una confezione la quale ci offre un servizio che tuttalpiù abbiamo stipendiato una volta. La confezione quindi non appare alla mente come nostra ma come un dipendente di cui disfarsi il prima possibile.
Tre: paghi la materia prima per altri
Quando getti il contenitore dell’esempio attraverso la raccolta differenziata vi sono aziende che recuperano, a tue spese, l’oggetto che tu hai pagato e che ti appartiene. Sebbene questo giovi al pianeta, e sia molto utile, non basta. Paghi infatti per gettare qualcosa che hai pagato e che ti appartiene e paghi per cedere un tuo oggetto a terzi che lo riutilizzano al tuo posto gratuitamente (del resto ciò che getti non è più tuo). A mio avviso i contenitori che hai pagato e ora sono tuoi possono trovare una nuova vita già in casa tua o dove lavori, in caso contrario dovrebbero essere “venduti” a chi li ricicla dato che tu li hai pagati. La vendita potrebbe avvenire attraverso importanti sconti in bolletta visto che ci sono costi di trasporto, lavaggio e stoccaggio ma non di discarica.
Quattro: anche il lavaggio? Insomma paghi tutto tu?
La quarta spesa di cui tener conto, e che tra l’altro è quella che ha stimolato in me la voglia di scrivere questo articolo, fa riferimento ad una situazione che ho vissuto pochi giorni fa. In diversi casi oggi viene addirittura proposto ai cittadini di lavare in casa i contenitori che vengono gettati nella raccolta differenziata. Paghi quindi i contenitori all’inizio, paghi per gettare qualcosa che hai pagato, paghi per cedere un tuo oggetto a terzi e paghi per il lavaggio che dovrebbe essere di competenza di chi usufruisce delle tue cose senza che tu venga remunerato (anche se hai qualche confusione ora inizi a percepirlo almeno in parte).
Conclusioni
Ben venga la raccolta differenziata e le tre erre della sostenibilità (ridurre, riutilizzare, riciclare – vedi i link correlati) ma, come minimo, il servizio dovrebbe essere notevolmente scontato se non addirittura gratuito e senza incombenze a carico di colui che decide di disfarsi di un oggetto che ha già pagato. Svolgendosi l’azione in Italia, possiamo già immaginare che l’eventuale (ed improbabile) attuazione di una simile metodica porterebbe di riflesso un incremento dei prezzi dei prodotti per pagare prima spese che credi di evitare in seguito. In altri paesi, realmente emancipati, semplicemente… non è così.
Così da qualche tempo ho iniziato a raccogliere i miei contenitori (già pagati) nel mio magazzino in modo tale che possa decidere io eventualmente a chi regalarli o venderli o come riutilizzarli per le mie utilità come vedremo in qualche esempio della seconda parte di questo articolo.
Una curiosità
Il ragazzo della differenziata non vedendo mai oggetti di vetro nel mio contenitore ha pensato che li gettassi nell’indifferenziata e quando gli ho spiegato che i contenitori sono miei e non li getto gratuitamente né tantomeno “pagando”, l’ho visto prima perplesso e poi incuriosito dal fatto che… non ci aveva mai pensato. Non siamo cioè abituati a pensare che quando acquistiamo un prodotto stiamo pagando anche il contenitore (ma non solo…). Per forza! Stiamo diventando scemi a scaricare le “app” per lo smartphone, come si può anche lontanamente credere di lasciare uno spazio della mente all’attività di ragionamento?
*Se non fai o non hai fatto studi di tipo tecnico, professionale o gestionale è comprensibile la difficoltà nel capire.
Link correlati
Quattro volte buggerati dall’immondizia: semplici consigli
Le tre erre della sostenibilità: intro
Le tre erre della sostenibilità: ridurre
Le tre erre della sostenibilità: riutilizzare
Le tre erre della sostenibilità: riciclaggio