Rubrica: Così è la vita
Titolo o argomento: Vile, tu uccidi un commercio morto!
Spesso ascolto lamentele di persone che, nella veste di clienti che hanno aderito alle promozioni del tal marchio per il tal prodotto, sostengono di esser state vittime di pubblicità ingannevoli, meschini asterischi, regolamenti interpretabili, scritte microscopiche, slogan equivoci, giochi di parole… Oramai credo e spero che sappiamo tutti a cosa ci si vuole riferire. Ebbene, se da questo punto di vista i consumatori hanno imprescidibilmente ragione, non si deve cadere nell’errore di spostare l’ago tutto da una parte evitando la ricerca di teorie equilibrate. A cosa mi riferisco? Avete mai osservato bene con quale avidità i consumatori arrivano a voler sfruttare ogni singola offerta ed in particolar modo ogni singola offerta emessa in buona fede anche solo per conquistare la stima di un nuovo cliente?
Una storia con la morale delle fiabe
“Sentite” questa storia che è accaduta di recente nell’attività di mio padre a causa di un mio errore di buonismo. Un cliente si è recato da mio padre per un preventivo, più precisamente per un sistema di climatizzazione di una imbarcazione. Chiacchierando il cliente ha raccontato a mio padre di aver fatto alcuni lavori all’impianto elettrico con un suo amico ma che da allora, quando attiva determinati dispositivi a bordo, il televisore si spegne ed i film riprodotti si riavviano da zero.
Quando mio padre la sera a tavola mi ha raccontato il tutto, ho pensato bene di suggerirgli (visto che si trattava di un cliente seriamente intenzionato ad acquistare un nuovo impianto di climatizzazione) di rimediare al problema elettrico gratuitamente. Commettendo un’ingenuità non trascurabile ho dato per scontato che il cliente sarebbe stato riconoscente ed avrebbe apprezzato. Al contrario egli è stato “riconoscente”, ha “apprezzato” ma si è presentato all’appuntamento per ottenere l’assistenza gratuita raccontandoci che poi aveva acquistato il sistema di climatizzazione da un altro venditore…
Tale venditore avrebbe fornito il prodotto con un prezzo al pubblico minore di quello al venditore. Il cliente ha quindi pensato bene di “sfruttare” due ghiotte occasioni senza porsi domanda alcuna, senza minimamente autoavanzarsi qualche dubbio etico. L’unica volta che la tanto (da me) detestata espressione “pare brutto” aveva un senso più che compiuto, è stata totalmente ignorata dalla mente di costui… Del resto l’errore è stato mio.
Mea culpa
L’errore è stato mio perchè ho sottointeso una condizione invece di anteporre un “se”, quell’ if che negli algoritmi* puntualizza le situazioni. Avrei infatti dovuto dire: “Se acquisterai il condizionatore per la tua barca da noi, ti offriremo l’intervento di manutenzione gratuito”. Ma se e solo se…
Invece, per mantenere la parola data, a mio padre son partite 2 ore di manodopera gratuita a vuoto. In una attività lavorativa, infatti, si sta per produrre un introito e prendersi cura dei clienti al fine di garantire un flusso di cassa, altrimenti parliamo di opere caritatevoli o di attività economiche in perdita o di gesti nobili fatti per amicizia (ovviamente non contemplati in questo il caso). Prima e ultima volta.
Mio padre fa questo mestiere dal 1972 e non gli è mai capitato un cliente con una simile faccia tosta, privo di ogni forma di vergogna. C’è sempre una prima volta… ma, ci tengo a ripetere ancora una volta, l’errore è stato mio.
*Riferito ai linguaggi informatici.
Segnali tra le righe
Inoltre c’è poi da considerare che avrei dovuto leggere dei segnali tra le righe in quanto: se su un’imbarcazione ricreativa (parliamo quindi di un lusso) si cerca di rimediare da soli ad alcuni inconvenienti non è detto che lo si faccia sempre per passione, per il piacere di metter le mani sul proprio gioiellino (specie se si tratta di rogne) ma**, più probabilmente, per risparmiare (talvolta anche per… ostentare).
Stanno crescendo in maniera esponenziale coloro i quali, colpiti da vari tipi di crisi e situazioni impreviste, tentano in tutti i modi di continuare a procedere con la vita precedente anche se questo porta a valicare limiti che un tempo erano spostati molto più avanti.
Aumenta l’avidità, l’individualismo, la sconsiderazione verso i danni che si arrecano a terzi… Senza tener conto poi degli adolescenti che ci guardano ed ai quali mostriamo esempi vergognosi che stanno a sottolineare che pur di ottenere ogni vizio, anche il più superficiale, ci si può comportare come si vuole, tanto… “chissenefrega” degli altri. No?!
**Come ho fatto a non pensarci?
Cambiare vita (in meglio)
Io personalmente ho dovuto cambiar vita, abitudini, progetti e piani per il mio futuro dopo che nel 2008 in famiglia abbiamo iniziato ad accorgerci (con un certo anticipo ma senza comprensione alcuna) che stava arrivando qualcosa che però non riuscivamo bene a inquadrare e comprendere. Eppure, mettendoci il meglio, grazie alla crisi (e, non lo nascondo, ad una serie di dinamiche legate al corso della mia vita), oggi sono esponenzialmente più contento della vita che conduco e che solo 10 anni fa era per me impensabile, inconcepibile, lontana. Dei risultati ottenuti in forti momenti di difficoltà poi non ne parliamo, un piacere sovrumano ma che può portarmi fuori tema in questo preciso racconto.
Il muro del suono
Oggi riesco ad avere tutto ciò che mi occorre senza suppliche, senza dover tirare colpi bassi, senza inganno, senza “arraffare”, senza dare spallate, semplicemente perchè quello che voglio io lo si comincia a desiderare solo dopo che si è studiato tanto ma proprio tanto di più degli ordinari corsi di studio universitari. Avete presente il muro del suono? L’aereo accelera accelera accelera, poi superato un certo limite infrange un muro che un tempo nemmeno sapevamo esistere e lo oltrepassa spostandosi nell’atmosfera sotto condizioni decisamente differenti. A me è successo lo stesso.
Liberi di scegliere
Si può sempre scegliere però: fare gli arrivisti che ostentano e che si abbassano a figure che ridicolizzanno o costruire da soli le proprie opportunità inventando un modo onesto e apprezzabile per cambiare la propria vita concretamente? Lo so, non è facile. Ma sono sicuro che molti dei lettori che sono arrivati fin qui o che hanno apprezzato diversi miei articoli nodali, hanno le carte in regola per poter fare di più e meglio stimolando costruttivamente la propria ragione.
Una conclusione ilare
Si è poi scoperto che il modello di impianto di climatizzazione installato non era il medesimo per il quale è stato chiesto il preventivo e che essendo l’altro venditore straniero (incontrato durante una vacanza) i due semplicemente non si sono capiti. Sebbene esteticamente sembrasse il medesimo, cambiava un numerino del codice prodotto, quel tanto che basta per ritenere due prodotti, con prestazioni decisamente differenti ma dall’aspetto praticamente identico, gli stessi prodotti.
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