La fondamentale differenza tra Design, Draw e Style

Rubrica: Drawing, Design and Ideas
Titolo o argomento: Al nucleo dei concetti chiave

Tra le parole più travisate degli ultimi anni troviamo sicuramente termini come Democrazia, Amicizia, Condivisione, Sociale, Ricerca, Realtà, ma anche Design e talvolta, persino, Arte. Il problema è che le esemplificazioni improprie della realtà fanno il giro del mondo molto rapidamente (e si radicano tenacemente), mentre il nucleo dei concetti, e quello che gravita loro intorno, è difficile da osservare e di conseguenza da comunicare, tramandare e risulta quindi piuttosto volatile.

In questo caso prendiamo ad esempio la parola Design, molti attribuiscono a questo termine il significato di Disegno e, subito dopo, la trasfigurazione di uno schizzo stravagante, di un oggetto irrazionale, diverso dall’ordinario, che è poco fruibile, magari scomodo, sicuramente strano, di forte impatto estetico ed il cui significato potrebbe persino rimanere indecifrato (in taluni casi, addirittura, guai a chiederne il senso all’autore). Quindi un oggetto spesso incomprensibile anche ad un’attenta analisi, insomma un oggetto che il gergo comune definisce “di Design”.

Il mio modesto parere è che non sia assolutamente questa la corretta accezione di Design. Premesso che questo affascinante termine esprime in realtà il senso di “Progettazione”, esso racchiude in sé un mondo pressoché infinito che trova le sue origini subito dopo la comparsa dell’uomo sulla terra (se non del pollice opponibile e quindi, ancor prima, della scimmia). Questo perché il senso di Design è equiparabile al senso di “trovare una soluzione a”.

Quindi in realtà il Design non esprime stravaganza, linee inusuali, giochi liberi di forme e di pensieri, bensì la stesura di un progetto a partire da obiettivi preposti, calcoli, specifiche tecniche, conoscenza di mezzi per raggiungere precisi scopi, fino al miglioramento ergonomico, funzionale e di utilizzo di un prodotto.

Quello che poi concerne gli aspetti propri del disegno lo ritroviamo all’interno del termine Draw (Disegno) mentre quanto fa riferimento all’impatto, la presenza, la comunicazione delle intenzioni dell’oggetto, lo ritroviamo nel termine Style (Stile). Si può progettare infatti un oggetto partendo da un problema da risolvere, uno scopo da raggiungere, una funzionalità da soddisfare (siamo quindi nel campo del Design), si può effettuare questo percorso tramite strumenti di disegno (ad esempio assistito al calcolatore e quindi CAD o CADD, Computer-Aided Design and Drafting) oppure operando direttamente sulla materia prima se si ha una grande esperienza ad esempio in una precisa branca dell’artigianato, nonché una mente visiva e, infine, si può attribuire uno stile a quel che si progetta contestualizzandolo ad esempio in un’epoca, una moda, una tendenza, un genere, un modello, una famiglia di prodotti di una precisa gamma o rivolti ad un preciso utente finale.

Quindi, ecco, il Design è forse qualcosina di più di un gruppetto di linee anarchiche che si muovono verso direzioni che non ci si aspetta generando dapprima stupore, o interdizione, e poi una sorta di attrazione irrazionale, o repulsione incondizionata.

Un semplice esempio

Nell’immagine un semplice esempio di accoppiamento di due campioni di legno lamellare uniti mediante incastri (detti a Coda di rondine). Il sistema è stato realizzato allo scopo di non impiegare né viti, né colle. Per raggiungere l’obiettivo si sono dovuti adoperare utensili con forme specifiche e seguire una precisa matematica di fresatura. L’insieme di tutte queste problematiche è inglobabile dentro il concetto di Progettazione (Design), gli schizzi su carta o i file CAD rientrano nel campo del Disegno (Draw) e l’aspetto estetico, la resa complessiva offerta all’osservatore, rientra nel campo dello Stile (Style).

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Incastri a coda di rondine

Tavoletta grafica -parte seconda-

Che passione!

Nota introduttiva

Cito  ciò che è scritto su wikipedia per proseguire la discussione sulla tavoletta grafica (link articolo introduttivo).

La tavoletta grafica (digitizer in inglese) è una  periferica che permette l’immissione di dati all’interno di un computer.Il suo utilizzo è abbastanza limitato, ma nei primi anni 90 conobbe un notevole impiego per software di disegno digitale cad, come il celebre autocad, che poteva essere completamente gestito da una tavoletta grafica provvista di puntatore. L’uso del digitizer per il disegno tecnico si è poi progressivamente ridotto, a causa della maggiore diffusione dello scanner di immagini come periferica di acquisizione di immagini.Attualmente le tavolette grafiche, di ridotte dimensioni, sono utilizzate soprattutto per il disegno artistico, a mano libera e per il fotoritocco, come ausilio per la creazione di disegni e schizzi, usando una apposita penna sul supporto. Il movimento della penna viene riconosciuto dalla tavoletta e si ha quindi una sensazione simile al disegno a mano libera, grazie anche al fatto che ormai le tavolette sono sensibili alla pressione (tipicamente 512 livelli di pressione differenti) e sono quindi in grado, in combinazione con il software grafico di interpretare tale pressione per variare dinamicamente, spessore della linea, intensità del colore, ecc. In commercio ne esistono alcuni modelli che abbinati all’uso di differenti strumenti conferiscono tocchi ed effetti pittorici differenti (aerografi, pennelli, etc.). Estratto da Wikipedia.org

La mia esperienza

Devo ammettere che dopo aver letto l’articolo di wikipedia sono rimasto di stucco, infatti dato l’uso che si fa adesso di tale periferica, mai e poi mai avrei pensato che solo una decina di anni fa, la tavoletta grafica fosse usata come strumento di precisione, dico questo perchè il fine ultimo per il quale io utilizzo questo dispositivo, è cercare la cosa opposta: l’imprecisione.Cerco di spiegarmi meglio: quando lavoriamo al computer, siamo abituati ad utilizzare il mouse. E’ una periferica vitale e nei sistemi operativi odierni ad interfaccia grafica è senza dubbio il metodo più pratico per richiamare delle funzioni all’interno del Sistema Operativo stesso e dei vari applicativi. A questa regola, non sfuggono di certo i programmi cosiddetti di fotoritocco  (es. gimp, photoshop, photopaint, paint shop pro ecc); entrando nello specifico, quando utilizziamo uno di questi programmi per creare o modificare un’immagine digitale ci troveremo davanti ad un set di comandi del tutto simili tra i vari applicativi: gomme pennelli matite e selezioni di vario genere sono presenti anche nell’umilissimo Paint in dotazione con i vari Windows!
Tali comandi verranno richiamati ed eseguiti cliccando e trascinando il mouse e, come è ovvio, funzioneranno senza alcun problema. Pertanto quand’è che si sente l’esigenza di utilizzare una tavoletta grafica? Effettivamente, quando da neofiti ci si affaccia al mondo del fotoritocco, e più in generale del disegno al computer. A mio avviso il primo ostacolo da superare è prendere confidenza con l’applicativo; ma è proprio quando si comincia a prender mano, e il programma ad essere più “amichevole”, che si intuiscono i limiti del mouse… Provate a fare un arco pulito e preciso su un foglio di lavoro abbastanza esteso utilizzando il mouse! Dovrete fare qualche tentativo prima di riuscire ad ottenere qualcosa di decente.E’ quindi scontato che se non si riesce ad ottenere un segno elementare come un arco, disegni più articolati saranno ancor più complicati da eseguire!Una volta capito ciò, se siete interessati a migliorare le vostre tecniche di disegno digitale, non vi rimane che acquistare una tavoletta grafica.La scelta non è molto variegata come per altre periferiche; il leader di mercato è WACOM che produce buone tavolette grafiche per tutte le tasche. Se invece volete andare a risparmio potete provare quelle prodotte dalla TRUST, che propone modelli buoni per cominciare qualche lavoretto “casalingo” spendendo veramente poco.

Esistono poi diverse marche come la Aiptek che non ho mai avuto modo di provare.

Una volta acquistata ed installata sul vostro computer, riprovate a disegnare un bell’arco pulito e preciso e capirete senza ulteriori spiegazioni le potenzialità di tale periferica! La differenza notevole che passa tra questi due dispositivi di puntamento si può riassumere in due punti fondamentali:

  1. Impugnatura: quando si tiene una penna, la mano viene utilizzata con una impugnatura di precisione (“pinch grip” in ergonomia) che ci permette un controllo pressochè totale del movimento delle dita, cosa che invece non avviente quando la mano viene appoggiata sopra il mouse (“disc grip”)!

  2. La capacità da parte della penna graficà di interpretare la pressione con cui stiamo disegnando sulla superficie. Quando usiamo un mouse possiamo inviare solo 2 tipi di comando: tasto cliccato o tasto non cliccato. Con la penna grafica ed un software che si interfacci a dovere con i driver di tale dispositivo,  si emulano effetti di tratto leggero, pesante, veloce, inclinato…. E’ ovvio  che le tavolette grafiche più raffinate possono ricreare più situazioni di utilizzo!

Ecco quindi spiegato il motivo per il quale utilizzo la tavoletta grafica per cercare l’imprecisione: se con il mouse posso fare solo tratti “seghettati” e del tutto innaturali, con la tavoletta grafica posso creare dei tratti più naturali, che conferiranno ai miei fotoritocchi un aria più realistica e ai miei disegni un tratto più morbido!queste brevi informazioni sono state raccolte esclusivamente sulle mie impressioni personali, quindi critiche e consigli sono sempre ben accetti.

Un saluto Federico.

Si ringrazia Federico per la splendida collaborazione 🙂 inoltre vi anticipiamo che nel seguito di questo articolo che uscirà nelle prossime settimane, tratteremo l’esempio di disegno di una bozza di auto sportiva sia su carta sia su tavoletta grafica…