Grandezze fotometriche

Rubrica: Energia – Lighting

Titolo o argomento: Le grandezze della luce

Approfittando del fatto che nell’ultimo mese ho avuto a che fare spesso con la luce (vedi il caso di studio: Monitoraggio e analisi delle prestazioni di un pannello fotovoltaico in condizioni tecniche e atmosferiche sfavorevoli) dedico con piacere due parole introduttive su quello che, non lo nascondo, anche per me è un nuovo piacevole tema di studio: le grandezze fotometriche e le grandezze radiometriche. Volgarmente si può affermare che le prime sono grandezze utili da conoscere se si sta cercando di comprendere cosa accade ad esempio manipolando l’illuminazione di un set video o fotografico ben curato (ma potrebbe trattarsi di un lampione stradale o di una lampadina di casa), le altre sono grandezze indispensabili per chi sta approcciando il mondo del fotovoltaico e desidera conoscere cosa ruota attorno alla radiazione solare. In realtà la differenza sostanziale sta nel fatto che le grandezze fotometriche sono direttamente utilizzabili in scienza del colore e quantificano l’emissione luminosa in grado di produrre una sensazione visiva nell’occhio umano, cosa che non accade con le grandezze radiometriche. Di seguito vi sono riportate le voci facenti parte delle grandezze fotometriche, il lettore più attento noterà il parallelismo con le descrizioni, i simboli e le unità di misura delle voci relative alle grandezze radiometriche (link in basso). Le prime fanno riferimento alla curva di risposta spettrale dell’occhio umano, le seconde fanno riferimento all’insieme ben più esteso che le ingloba, le radiazioni elettromagnetiche.

Flusso luminoso (o Potenza luminosa) – Φ, Lumen (lm)

Parte del flusso radiante Pr emesso nel campo del visibile e valutato secondo la risposta dell’occhio umano, ovvero secondo la curva del fattore di visibilità relativa v(λ) riferita all’osservatore medio internazionale della CIE (Commission Internationale de l’Éclairage – Commissione Internazionale per l’Illuminazione). Il flusso luminoso si indica con la lettera Φ e la sua unità di misura è il lumen (lm).

1 lumen = 1 candela · 1 steradiante
1 Watt (di Potenza radiante e “non” di Potenza elettrica) = 683 lumen* – Luce monocromatica λ=555 nm.

*Diverse sorgenti luminose generano diverse conversioni tra potenza radiante (Watt) e flusso luminoso (lumen).

Efficienza luminosa specifica

L’efficienza luminosa specifica consiste nel rapporto tra il Flusso luminoso e la Potenza elettrica, si indica con η e l’unità di misura è, ovviamente, lumen/Watt. Una lampada ad incandescenza il cui flusso luminoso è pari a 1400 lumen e la cui potenza elettrica vale 100 Watt, avrà un’efficienza luminosa specifica uguale a 14 lm/W mentre una lampada fluorescente da 2800 lumen e 40 Watt avrà un’efficienza pari a 70 lm/W.

Tungsten incandescent light bulb: 12.5-17.5 lm/W
Halogen lamp: 16-24 lm/W
Fluorescent lamp: 45-75 lm/W
LED lamp: 30-90 lm/W
Metal halide lamp: 75-100 lm/W
High pressure sodium vapor lamp: 85-150 lm/W
Low pressure sodium vapor lamp: 100-200 lm/W
Mercury vapor lamp: 35-65 lm/W

Flusso luminoso

Intensità luminosa – Iα, Candela (lm/sterad)

Flusso luminoso emesso dalla sorgente entro l’angolo solido dω attorno ad una data direzione. L’intensità luminosa si indica con Iα e la sua unità di misura è la Candela (cd = lm/sterad ovvero lumen su steradiante). Il valore pari a 1 candela rappresenta l’intensità luminosa emessa in una data direzione da una sorgente che genera una radiazione monocromatica con lunghezza d’onda λ=555 nm (giallo-verde, massimo della sensibilità per l’occhio umano) e con intensità radiante pari a 1/683 W/steradiante.

1 candela = 1 lumen / 1 sterad
L’angolo solido è un estensione, nello spazio tridimensionale, dell’angolo piano.

Intensità luminosa

Illuminamento – E, Lux (lm/m2)

L’illuminamento in un dato punto di una superficie è uguale al flusso luminoso incidente per unità di superficie ricevente. L’illuminamento si indica con E e la sua unità di misura è il Lux (lx = lm/m2). La legge dell’inverso del quadrato esprime l’illuminamento E, in un punto di un piano perpendicolare alla direzione di incidenza della luce, come il rapporto tra l’intensità luminosa I nella direzione del dato punto e il quadrato della distanza d tra sorgente luminosa puntiforme ed il punto stesso.

E = I / d2
1 Lux = 1 lumen / 1 m2 =  (1 candela · 1 steradiante) / 1 m2

Illuminamento

Luminanza – L, Nit (cd/m2)

La luminanza in un punto di una superficie, in una determinata direzione di vista, è il rapporto tra l’intensità luminosa emessa in quella direzione e la superficie emittente proiettata su un piano perpendicolare alla direzione stessa. La luminanza si indica con L e la sua unità di misura è il Nit (cd/m2) o, in alternativa, lo Stilb (cd/cm2).

1 Nit = 1 candela / 1 m2 =  (1 lumen / 1 sterad) · m-2

Illuminamento e Luminanza

Energia luminosa – Qv, Lumen per secondo (lm·s)

Energia trasportata dal flusso luminoso considerato, si indica con Qv e la sua unità di misura è il lumen per secondo.

1 lumen · secondo = 1 candela · 1 steradiante · secondo

Emettenza luminosa (luminosità) – Mv, Lux (lm/m2)

Indica il rapporto tra il flusso luminoso e l’unità di superficie emettente (al contrario dell’illuminamento che rapporta il flusso luminoso con l’unità di superficie ricevente), si indica con Mv e la sua unità di misura è, ovviamente, il lumen su metro quadro.

Fattore di trasmissione, fattore di riflessione e fattore di assorbimento

Degni di nota sono anche i fattori di trasmissione, riflessione e assorbimento. Il primo esprime il rapporto tra il flusso luminoso trasmesso attraverso un dato materiale ed il flusso luminoso incidente su di esso, il secondo esprime il rapporto tra il flusso luminoso riflesso da un dato materiale ed il flusso luminoso incidente su di esso ed il terzo esprime il rapporto tra il flusso luminoso assorbito dal materiale ed il flusso luminoso incidente.

Fonti:
Lezioni e appunti universitari di Fisica Tecnica.
Enciclopedia UTET.
Strumenti utilizzati dall’autore per il caso di studio precedentemente citato.

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Fotosintesi clorofilliana

Rubrica: Energia
Titolo o argomento: La fotosintesi clorofilliana

La fotosintesi è il processo attraverso il quale l’energia luminosa viene trasformata in energia chimica. Quest’ultima, a sua volta, viene utilizzata per la formazione di composti organici contenenti energia come i glucidi e, in particolare, il glucosio. Una parte dei glucidi viene adoperata direttamente sia per la formazione di sostanze ancora più complesse, sia per la respirazione cellulare (ossidazione dei glucidi) e quindi per liberare l’energia chimica richiesta dalla cellula stessa.

Uno degli effetti della fotosintesi consiste nella liberazione di ossigeno, un gas molecolare molto reattivo che ha favorito lo sviluppo e l’evoluzione della vita come la conosciamo oggi. Perchè avvenga il processo fotosintetico è necessaria la presenza di:

Acqua. Copre il 70,8% della superficie del pianeta. Allo stato liquido penetra direttamente nelle cellule dei vegetali acquatici mentre, nei vegetali terrestri, viene assorbita dai peli radicali e condotta, grazie ai vasi conduttori, fino alle foglie.

Anidride carbonica. E’ presente allo stato gassoso in aria e in soluzione in acqua. Viene assorbita dai vegetali tramite aperture dette “stomi”. Il carbonio presente nella molecola di anidride carbonica (CO2) viene adoperato per costruire composti organici necessari alle piante.

Luce. Si propaga nello spazio come un’onda elettromagnetica composta da radiazioni di diversa lunghezza d’onda: raggi X, raggi ultravioletti, luce visibile, raggi infrarossi e onde radio. La luce visibile (lunghezza d’onda 400-700 nanometri) è l’unico tipo di radiazione luminosa utilizzabile dalle piante verdi per i processi fotosintetici. La luce che arriva sulla superficie di una foglia viene in parte riflessa, in parte trasmessa attraverso i tessuti ed in parte assorbita dai pigmenti contenuti nelle cellule delle parti verdi della pianta.

Pigmenti (in particolar modo clorofille). L’energia luminosa viene trasformata in energia chimica grazie ai pigmenti. Si tratta di particolari sostanze colorate contenute nei cloroplasti, gli organuli dove si svolgono le reazioni della fotosintesi. Il pigmento che maggiormente contribuisce alla realizzazione del processo fotosintetico è la clorofilla (dal caratteristico colore verde) la cui molecola, piuttosto complessa, contiene un atomo di magnesio. Tale molecola è solubile in alcool, acetone e benzolo. Se una soluzione di clorofilla grezza è attraversata da luce bianca, essa assorbe parte delle radiazioni che costituiscono la luce stessa (soprattutto nel range del rosso al quale corrisponde una intensa produzione di ossigeno, meno in corrispondenza del blu).

Sebbene la fotosintesi avvenga in due fasi ben distinte (fase luminosa e fase oscura), possiamo riassumere l’intero processo con la formula generale:

6 CO2 (Anidride carbonica) + 6 H2O (Acqua) + Luce → C6H12O6 (Glucosio) + 6 O2 (Ossigeno)

Continua…
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fotosintesi_clorofilliana.jpg

L’immagine schematizza in maniera estremamente semplice e sintetica il processo della fotosintesi
indicando semplicemente i reagenti ed i prodotti.