Funziona bene? Mandala all'estero!

Rubrica: Incominciamo a parlare di automobili

Titolo o argomento: Perseguendo la crescita continua

Premessa

Cosa si intende con “funziona bene”? Per evitare equivoci spieghiamo un importante dettaglio che non può essere esplicitato nel titolo. Una vettura (attualmente) decennale o più, pronta per essere inviata all’estero, può anche (ma non è detto) presentare dei danni (talvolta di minima entità, altre volte più importanti, che prevalentemente interessano il motore*) per i quali un potenziale cliente potrebbe spaventarsi. La realtà invece è che un bravo meccanico o, meglio ancora, un’officina di rettifiche motori con una buona reputazione, possono recuperare al danno con cifre che sono almeno 5 volte inferiori all’acquisto di un nuovo veicolo (potete recuperare la perfetta funzionalità di un veicolo con circa 3.000 Euro anziché spenderne 15.000 almeno per uno di pari gamma o di gamma inferiore). Il “funziona bene” è riferito al progetto, stanno infatti inviando all’estero numerose vetture che in Italia si riparerebbero con poco e sono talmente affidabili da garantire un funzionamento migliore persino di tante vetture nuove. In questo risiede la sottigliezza.

*Spesso causati da mancanza di cura dell’utente, interventi di manutenzione male eseguiti, riparazioni approssimative condotte con superficialità. Parliamo quindi raramente di difetti di progetto del motore del mezzo (per i quali è bene stare accorti).

Attenzione

Questa pratica è utile in particolar modo a chi ha un minimo di conoscenze tecniche e/o farà riferimento a persone di “fiducia” ed è estremamente sconsigliata a tutti gli altri. Prendere fregature in questo settore è estremamente facile. Quindi, per chi sa cos’è un pistone, una sede valvola, una bronzina, una cinghia di distribuzione, un paraolio, ecc., può risultare conveniente, in un momento economicamente difficile come questo, spendere 5 volte meno per avere un veicolo utile per muoversi. Questo con molta probabilità sarà esteticamente più trascurato ma meccanicamente, in taluni casi, potrebbe persino andar meglio di alcuni attuali casi border line** (quantomeno genererando meno fastidi, meno anomalie, meno accensioni di allarmanti spie motore per banalità -evitando inutili costi di ispezioni- ed offrendo maggiore affidabilità anche per la minore potenza specifica).

**Non cito marche e modelli perchè questo porta solo scompiglio. Considerate sempre che non vi è una marca realmente peggiore di altre, ogni marchio infatti realizza mezzi che risultano “riusciti” e altri che sono un “disastro totale” implicando eccessive spese di manutenzione. Il consumatore deve imparare a sommarle al costo del veicolo. Certo se acquistate veicoli da paesi dell’altro capo del mondo, con un prezzo allettante ma che non hanno una valida tradizione in automobili, non aspettatevi che sia possibile ordinare un preciso ricambio a poco prezzo anziché, come invece accade sempre più spesso, sostituire l’intero motore.

Funziona bene? Mandala all’estero!

Con l’intento di (ed i mezzi per) raggiungere 1.000.000 di km con la mia vettura preferita (l’auto di famiglia) ho pensato bene un dì di cercare un veicolo analogo con molti meno chilometri della nostra (attualmente siamo a circa 1/2 milione di km) da conservare a casa per avere tutta una serie di ricambi che inevitabilmente andranno a scomparire negli anni. Io sono solito acquistare veicoli usati solo da amici e parenti, quindi solo veicoli di cui conosco l’intera storia e di cui sono ben noti i difetti manifestati (a mio avviso si tratta di un modo di compiere ottimi acquisti di tipo più consapevole, del tipo: conosco i difetti della tua vettura, conosco i problemi che ha avuto ma non rappresentano un problema per me nel momento stesso in cui non sono una sopresa ma un dato certo).

Nel tentativo di ricerca di un veicolo esattamente analogo al nostro, una serie speciale della Opel con assetto curato dalla Lotus, mi sono accorto che è molto facile trovare la tale vettura nella versione base, ma è molto difficile trovarla nel modello e nella esatta versione particolare frutto di questa curiosa collaborazione anglo-tedesca. Un giorno ne vedo una nel parco auto di un autosalone e, non volendo essere rigido nei miei schemi, mi sono fermato volentieri per prendere informazioni sul veicolo e magari provarlo.

Il concessionario continuava a negare di avere il tale veicolo, così dopo avergli spiegato “perchè e per come” se l’ho visto vuol dire che l’ho visto, si è deciso a dirmi che quel veicolo sì era lì, sì era disponibile, ma non voleva assolutamente vendermelo. Sconcertato da una situazione contraria al consueto ho messo in croce alcune conoscenze che avevo nella tale concessionaria per cercare di capire il motivo di una simile stranezza.

I veicoli di circa 10 anni fa (ed oltre) vengono inviati all’estero. Devono andare via dall’Italia. Sono costruiti con altri canoni, sono fatti per durare di più, sono più affidabili, generano un minore giro d’affari di ricambi e, cosa più importante, dissuadono le famiglie dall’acquisto di nuovi veicoli. Risultato, se vengono rimessi in vendita in Italia una volta che il precedente proprietario se ne disfa, altri ne potranno godere ottimizzando le loro spese di famiglia risparmiando cifre importanti. Questo non è ammesso perchè non favorisce il mercato e non agevola lo “smaltimento” di nuovi veicoli dai mastodontici parchi auto di invenduto di tutte le case costruttrici. Queste vetture vengono inviate quindi in paesi dove il mercato attuale manifesta altre esigenze. Ad esempio vi sono una lunga serie di paesi meno abbienti dove prima si andava a piedi o in bici ed ora il nuovo mercato si accontenta di fornir loro buone auto usate per avviarli verso nuove abitudini e farli credere maggiormente nei mezzi in via di diffusione. Così al mercato, per il momento, sta benissimo l’idea di fornir loro qualcosa che li appaghi e li proietti verso una nuova abitudine di comodità prima solo sognata (assieme ad una sensazione di crescita legata alla minore tassazione, all’apertura di numerose imprese non locali meno stressate ed alle retribuzioni contenute).

L’incentivo di esportazione

Al ché un lettore potrebbe chiedersi: “Ma può mai esser vero ciò?”. Non son io a stabilire cosa sia vero in questo mondo. Sono i lettori che sono sempre invitati a verificare, a capire come informarsi, ad imparare come si attesta che una fonte sia valida, a chiedere alle persone giuste, a cercare dei riscontri attendibili. Uno spunto interessante che può avvicinarvi al risultato è la verifica di quanto segue: sono stato informato, da operatori del settore accreditati, dell’esistenza di un particolare incentivo detto “incentivo di esportazione”. Il sistema paese chiede ai saloni d’auto di mandar via all’estero il tipo di autovetture citate poco prima e, se vi è collaborazione, si riceve in cambio un incentivo per aver esportato l’usato anziché averlo fatto circolare in Italia. Io, nonostante posso aspettarmi oramai di tutto, son rimasto comunque senza parole… voi?

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Image taken from Euro Truck Simulator 2 (SCS Software)