Quando "uno" scandalo non è "lo" scandalo: Il caso Volkswagen – Parte 2

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: L’analisi un po’ più oggettiva e meno impulsiva di un problema

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Scelte di gruppo

Che le case automobilistiche si mettano d’accordo per immettere sul mercato più o meno tutte la medesima tecnologia nello stesso periodo, altrimenti, fornendo tecnologie più innovative a buon mercato, rischino di incorrere in un’accusa di dumping (vedasi il caso Toyota Prius negli anni ’90 – Link correlati in basso), beh questo è un vero scandalo. Ciò infatti significa che non vengono rese “mai” disponibili alternative, tantomeno al prezzo “corretto”. Infatti se un prodotto tecnicamente realmente evoluto raggiunge il mercato, nonostante gli ostacoli quasi insormontabili, ne verrà imposto un prezzo di vendita molto alto al fine di limitarne la diffusione (si veda il caso Tesla Motors inerente le continue mutazioni di prezzo in Italia – Link correlati in basso).

La chimica non si elude

Che si cerchi di ottenere emissioni pulite con motori tradizionali concettualmente fermi ad oltre un secolo fa e solamente rifiniti in numerosi dettagli e affogati di accessori che alla fin fine “inquinano ugualmente ma in modo differente”, questo è un vero scandalo. Dovrebbero a mio avviso essere già da tempo di serie su “tutte” le vetture un motore/generatore elettrico di trazione (ci sono numerose soluzioni e modalità per inglobarli nella meccanica tradizionale), un sistema di controllo e connubio delle due unità propulsive ed un piccolo pacco batterie utile a coprire almeno 50 km. Di serie, così come lo sono diventati Air Bag, climatizzatore, ABS, fendinebbia, autoradio… Se uno studente/ricercatore come me riesce a farlo come upgrade (con una spesa tutto sommato abbordabile) sull’autovettura di famigia, significa che le case automobilistiche certamente possono far di più, meglio e con costi ancora più contenuti. Se non si fa è chiaro che non ce n’è la volontà perchè scuse tecniche e tecnologiche non ce ne possono esser più ormai. Ci sono persino famose aziende di trasmissioni (cambi, differenziali, ponti, assali, riduttori, ecc.) a livello mondiale che hanno già sviluppato kit che non aspettano altro se non di essere installati anche su vetture già esistenti e datate, ma…

Tecnologia matura… pure troppo

Che la tecnologia delle vetture oggi presenti sul mercato sia gravemente indietro questo è un vero scandalo. Non mi riferisco a quanto sia sofisticata la vostra turbina, a quali super iniettori siano installati, ad un radar che legge le carreggiate o ad un sensore che osserva il ritmo delle vostre palpebre, né tantomeno a sistemi di parcheggio automatico né, ancora, a vivavoce bluetooth o lettori mp3, questi dispositivi infatti possono essere installati aftermarket anche su un’utilitaria arrugginita degli anni ’70 a dimostrazione che quanto c’è sotto non è poi cambiato molto. Mi riferisco piuttosto ai materiali impiegati, al contenimento delle masse in gioco, a powertrain evoluti, ai derivanti consumi ridotti, al rendimento complessivo realmente raggiungibile da soluzioni sofisticate oggi fruibili ma non installate (come ad esempio i Range Extender), alle tecnologie realmente presenti per produrre, gestire, accumulare e utilizzare l’energia, ai dispositivi di retrocamere che possono essere utilizzati ormai da anni al posto dei normali specchietti al fine di ridurre (non di poco) le resistenze aerodinamiche e quindi i consumi…

Le navi hanno una marcia in più

Il fatto che le “filosofie” Range Extender siano state messe a tacere in disparte (mentre ormai quasi tutte le navi che solcano i nostri mari ne usano una variante in gran silenzio per abbattere i costi* a carico degli armatori), questo è un verso scandalo. Non lo sapevate? I motori a combustione interna delle navi, da molto tempo, non azionano più direttamente le eliche ma, tramite opportuni generatori, generano energia elettrica che va ad alimentare i motori elettrici collegati alle eliche. Questo ottimizza in maniera significativa i consumi perchè il motore a scoppio è chiamato a lavorare solo nella modalità che gli è più favorevole mentre, ad accelerare la nave, ci penseranno appositi motori elettrici ad elevatissimo rendimento. Sono state proposte soluzioni simili anche nel settore automotive ma è evidente che sbadatamente siano state dimenticate.

*Quindi si può…

Una piccola concessione… in extremis

Solo dopo che il mercato dell’automobile si è bloccato, andando gravemente in crisi negli ultimi anni, si è concesso alle case automobilistiche di immettere sul mercato veicoli ibridi capaci di percorrere oltre 60 km/litro (anche se in realtà utilizzano tecnologie ormai vecchiotte, che potremmo definire mature**, invece delle attuali disponibili ma, si dice, meglio di niente), questo è un vero scandalo. Guarda caso le vetture che attualmente permettono di raggiungere questo livello di economia e conseguente pulizia sono in particolar modo Audi e Volkswagen. Vorrà dire qualcosa?

**Per vecchiotte si intende che in realtà era possibile ottenere i medesimi risultati già a fine anni ’80 e, tante missioni spaziali, invece di esser finanziate con l’aumento delle tasse, potevano esser finanziate con la diffusione ad esempio delle celle agli ioni di litio (e molte altre tecnologie interessanti) che invece ci hanno raggiunto molti anni dopo.

Andare oltre le normative antinquinamento

Che nessuno abbia voluto installare sulle vetture sistemi di recupero dell’energia in frenata ed in rilascio che avrebbero permesso di superare di gran lunga le richieste delle direttive antinquinamento, questo è un vero scandalo. La tecnologia c’è da una vita e nessuno la usa, nonostante le dimostrazioni dei principali autorevoli centri di ricerca del mondo.

Pesante!

Che le vetture non siano diventate più leggere, specie negli ultimi 20 anni con gli enormi passi avanti fatti nel campo delle Tecnologie dei Materiali, questo è un vero scandalo. Vetture più leggere… fu proprio la VW a realizzare la Lupo 3L a fine anni ’90 eppure, nonostante l’ottima tecnica, non fun un gran successo perchè il marketing globale puntava ad altro. I numerini più grandi contavano di più di telai e materiali sofisticati e le influenze sociali tendevano ad essi. Così avere cavallerie importanti, perfettamente inutili su strada, era un obiettivo al quale ambire, mentre avere una vettura superleggera era considerato una scelta ed una spesa inutile. Ma immettere sul mercato vetture leggere signfica offrire vetture che consumino poco ed inquinino, di conseguenza, molto meno di quanto richiesto dalle normative.

Modifiche profonde, straccia tutto, foglio bianco e riprogetta da capo

Per ridurre realmente i consumi e le emissioni di inquinanti bisognerebbe effettuare modifiche ai progetti dei veicoli che gli Ingegneri dell’Autoveicolo sanno bene, che le Case Automobilistiche sanno bene, che anche ricercatori e appassionati di spessore conoscono bene. Nessuno però le fa, perchè la spesa per tali evoluzioni tecnologiche sarebbe a carico delle case automobilistiche (vale per tutte dalla A alla Z) e difficilmente potrebbe essere caricata sui clienti per via dei conseguenti prezzi troppo alti (che porterebbe inevitabilmente ad un calo della domanda già fin troppo contenuta) o per l’alternativa e rischiosa drastica riduzione dei margini di guadagno. Ma tutto diventerebbe fattibile se nazioni, case automobilistiche e magnati dell’energia si mettessero d’accordo nel voler lasciare gli ormeggi. Il fatto che non si trovi al giorno d’oggi un punto di incontro, questo è un vero scandalo. Gli stipendi valgono sempre meno e le tecnologie che permetterebbero di incrementarne il potere d’acquisto non vengono diffuse.

Occhio alle apparenze

Che le auto in venti anni siano cambiate solo per la linea di cintura più alta, profili dei passaruota doppiamente rifiniti, fari più elaborati, cerchi maggiorati, sistemi di alimentazione più sofisticati e spinti mentre tutto il resto, sotto le vesti, nasconda tecnologie vecchie obsolete trite e ritrite, nessuno ne parla. Questo è un vero scandalo. Scommettiamo che se osservate un’utilitaria di oggi e una di venti anni fa, completamente prive di carrozzeria, non le distinguete?

Continua…

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Soluzione ibrida Diesel Elettrica per aumentare l'autonomia delle navi

Ho preso parte ad una conferenza sulla diffusione di questi motori diversi anni fa,
trattasi di una soluzione tanto semplice quanto interessante. I motori a combustione
interna, nello schema in posizione arretrata, funzionano costantemente in condizioni
favorevoli e trasformano l’energia fornita dal gasolio in energia meccanica disponibile
all’albero. Questa aziona dei generatori che attivano i motori elettrici (o macchine
elettriche) ad alto rendimento. In questo modo i motori a combustione interna non sono
soggetti a variazioni di regime di rotazione né di carico e contengono drasticamente
i consumi, mentre i motori elettrici che vantano un elevato rendimento non
manifestano particolari sofferenze nell’accelerare la nave.
Image’s copyright: www.stadt.no

La leva del potere

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Chi può cambiare, migliorare, ammodernare realmente l’Italia?

Mi chiedo: I gestori dello stato sono poi così diversi dallo stato stesso? Sono così diversi dai suoi abitanti? Chi erano costoro prima di arrivare ad occupare particolari posizioni? Che facevano da bambini? La mia modesta opinione è che non risulti poi così difficile oliare gli ingranaggi di una semplice riflessione e domandarsi: Non sarà per caso che i gestori dello stato che si macchiano di azioni vergognose, talvolta atroci, abbiano semplicemente avuto modo (l’occasione male utilizzata) di imprimere la loro forza su una leva più grande di quella di cui dispongono i cittadini?

In Italia una lunga serie di azioni discutibili non sono compiute anche dalla cittadinanza? Non è forse la popolazione che non rispetta i limiti di velocità, le regole del traffico ed i pedoni? Non è forse la popolazione che infrange le norme che regolano il lavoro, le misure di sicurezza nei luoghi ove si lavora e le norme ambientali? Non è forse la popolazione che cerca sempre scorciatoie ai percorsi per raggiungere un risultato (favori, raccomandazioni, furbate, omissione di burocrazia, procedure, livelli di istruzione…)? Chi in realtà può dire di comportarsi egregiamente in tutto ed ai massimi livelli di disciplina, sportività e rigore?

Chi siamo?

Non siamo forse noi quelli individualisti che non sanno fare società, faticano a concepire il lavoro di squadra, temono di agevolare le carriere degli altri con il proprio contibuto a partire dai percorsi di studio universitari fino alle situazioni lavorative di gruppo?
Non siamo quelli che cercano sempre l’affare a tutti i costi, anche quando sappiamo benissimo che il tale affare non è possibile, ma ci vogliamo sperare comunque arrivando persino a mentire a noi stessi, illudendoci?
Non siamo quelli che fino agli inizi della crisi economica globale, che in un modo o nell’altro oggi iniziamo a conoscere meglio (ovviamente troppo tardi), pensavano di poter fare tutti i manager senza la più pallida esperienza ma credendo che fosse sufficiente elargire decisioni su “come faremmo noi nella tale situazione” ed inseguendo il sogno fittizio del diventare, con ogni mezzo, più o meno lecito, agiati, forti e “visibilmente” ganzi?
Non siamo quelli i quali, che lo si ammetta o meno, usano il principio di prevaricazione per esistere? Se sono più forte di te ti forzerò a darmi la ragione, a piegarti alla mia volontà, a seguire la mia rotta che ti piaccia o no. E tutto questo non nella trama di un film d’azione ma a partire già da una semplice riunione condominiale.

Sì ma ho le motivazioni, per bacco!

La maggior parte degli italiani si sente giustificata nel trovare vie di fuga, da comportamenti e regole scorrette*, facendo uso di soluzioni altrettanto scorrette ed additando i potenti di aver cominciato per primi. Sì ma così non se ne esce praticamente mai! Comprensibilissimo lo stato di frustrazione generale in cui ci troviamo come nazione, comprensibile il desiderio di voler “vivere”, ma errato l’approccio metodologico il quale non fa altro che seminare opportunismo su opportunismo.
Questo ovviamente non significa che i motivi da cui nascono sovente simili mal costumi (vedi ad esempio la burocrazia smisurata, una tassazione eccessiva, regole assurde sul lavoro o procedure che impediscono semplici azioni legittime in vari settori che ci coinvolgono) siano giusti, corretti e morali. Anzi… Però è proprio qui che il cane si morde la coda. Significa semplicemente che è fin troppo diffuso il pensiero di non impegnarsi vivamente su simili fronti cercando (e offrendo poi) soluzioni concrete per reali cambiamenti utili alla collettività. Risulta assai più comodo comportarsi come viene, autogiustificarsi e percorrere scorciatoie utili ad ottenere nell’immediato un risultato fregandosene del danno che si arreca agli altri cittadini. Magari il principio di partenza è giusto ma perdersi lungo il percorso “freghicchiando” non fa altro che portare chi compie l’azione al medesimo livello di chi è oggetto della sua critica.

*Se non assenza totale di regolamentazioni dove occorre e dove è sano, vedi ad esempio nei mercati.

Quando emerge il lato nascosto

Inutile pensare all’Italia artistica, l’Italia sensibile, l’Italia romantica. In piena crisi, in una crisi che non volge mai al termine, in una situazione che si aggrava ogni giorno di più sulla base dei voleri di grossi gruppi finanziari che gestiscono i fili di marionette e fantocci locali, il buono che c’è in noi scompare, svanisce, si cela in qualche modo ed emerge il lato più ostile alimentato dall’istinto di sopravvivenza. Ed è proprio in queste condizioni che ogni uomo mostra chi è veramente, di cosa è capace veramente, cosa può arrivare a concepire la sua mente veramente. Da un certo punto di vista, la fortuna, il lato positivo se vogliamo, è che il singolo individuo comune dispone di leve assai corte se non quasi del tutto inesistenti; la fortuna è che sovente dispone semplicemente di un fulcro, alle volte nemmeno di quello. Ma se gli si offre una leva, una leva importante, della lunghezza sufficiente, saranno molti gli uomini comuni in grado di compiere azioni deplorevoli pari se non più grandi di quelle degli uomini che, giustamente, critichiamo ogni giorno ma che saremo pronti ad imitare se solo avessimo una leva simile. La leva del potere.

Nota per coloro che amano leggere, arricchirsi interiormente,
imparare logiche nuove, dare un valore a chi sono e cosa fanno

Non conta nulla fin dove sei arrivato con la tua idea, il tuo progetto, la tua impresa, la tua strada… se quello che hai ottenuto l’hai ottenuto a danno degli altri. I veri grandi, di qualunque epoca e campo tecnico, tecnologico, scientifico, professionistico, o quello che sia, sono tali perchè hanno saputo realizzare i loro sogni, i loro vantaggi, il loro cambiamento, senza che questo abbia in alcun modo danneggiato terzi. Non importa quanto questo abbia limitato le dimensioni raggiunte da un progetto, perchè le dimensioni di un progetto non si contano solo in numeri, classi di fatturato, dimensioni e misura dell’estensione del mercato raggiunto, primati insostenibili, dominio. Si misurano in tenacia, onestà, grandezza dei sogni, volontà di realizzarli, concretezza e raggiungimento di risultati anche parziali ma totalmente puri, veri, ispiranti per chi osserva e che, come in un contagio, cercherà di replicare il vostro successo diffondendo principi attivi di sportività. A quel punto ogni cosa verrà automaticamente da sé, liscia come l’olio e non sarà necessaria alcuna leva. La genialità sta quindi nel trovare soluzioni rispettando le regole del gioco in corso. E’ così dannatamente difficile che stimola prolificamente la ragione, la creatività ed il virtuosismo.

Dove osano i veri cambiamenti

I cambiamenti veri partono dal basso, una piramide non crolla se togli l’ultimo mattone in cima, cede se cambi la sua natura dal basso. Ma questo richiede lo sforzo di ricostruire tutto da zero operando un lavoro migliore del precedente tuttavia, in un mondo che volge facilmente a false credenze e sconfinati desideri di comodità e agiatezza, chi ha voglia di impegnarsi seriamente in un duro lavoro? Quantomeno non illudiamoci che qualcosa possa cambiare se si lascia tutto così com’è o si affida l’arduo compito a certi e tali soggetti…

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leva

“Datemi un punto d’appoggio e solleverò la terra”.
Archimede.