Tecnologie innovative al bivio: Il curioso caso TESLA Motors

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Mercati, crisi e sensazioni

Con riferimento all’articolo:
Nuova offerta tecnologica per l’auto elettrica da battere: la TESLA Model S

Questo articolo espone dei pensieri personali sulla base dei dati e dei fatti riportati in azzurro (Premessa e Prezzi) nell’articolo “Nuova offerta tecnologica per l’auto elettrica da battere: la TESLA Model S” (linkato poco sopra). E’ spassionatamente consigliata la lettura di tale articolo (in particolar modo delle sezioni scritte in azzurro) prima di procedere con la lettura di quanto segue.

La sensazione, ma questa è solo una mia sensazione, nulla di vero, concreto e dimostrabile, è che se non fosse subentrato Google, con ingenti finanziamenti, di un progetto simile, probabilmente, non se ne sarebbe fatto nulla. La sensazione di continue resistenze (persino da parte di chi dovrebbe spiegare agli studenti come si compongono in particolar modo i progetti TESLA Roadster e TESLA Model S) sembra essere presente e generare attriti. Quando poi TESLA Motors ha annunciato i caricatori Supercharger per “ricaricare gratuitamente” le vetture TESLA in giro per il mondo, per sempre… apriti cielo!

Detto questo è possibile sicuramente far meglio (ho ascoltato proprio di recente soluzioni di importanti aziende italiane che non erano affatto male) ma rimarrà sempre un dubbio: “Se Google non avesse finanziato il progetto TESLA Motors, oggi in Italia cercheremo di far meglio o staremo ancora a raccontare agli studenti che le nostre utilitarie con le batterie al piombo sono il massimo che si può fare?”.

E’ curioso inoltre osservare come grandi aziende mondiali di pura e smisurata innovazione tecnologica siano state vittime di una crisi selvaggia che le ha quasi completamente spazzate via. Mi riferisco ad aziende operanti ad esempio nel settore delle celle speciali agli ioni di litio o impegnate nella produzione di motori ibridi o di importanti ausili utili al funzionamento dei motori ibridi (aziende di cui non posso far nome pubblicamente perchè non hanno effettuato comunicati ufficiali tramite i loro servizi stampa). Eppure l’innovazione non dovrebbe essere antitetica alla crisi? Come mai quando l’innovazione che si apporta rappresenta una reale alternativa le aziende che ne sono autrici iniziano col barcollare? Mentre, guarda caso, quando la tecnologia propinata è di tipo consumistico questo fenomeno non si presenta praticamente mai? Vi basti l’esempio di smartphone e tablet che non portano alcun risparmio nella vita di un individuo ma, anzi, lo fidelizzano a numerosi servizi a pagamento nonché ad un ciclo di acquisti quasi obbligato e assuefacente.

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Chassis TESLA Motors Model S

Image’s copyright: teslamotors.com

La percezione della tecnologia

Un ragazzo tempo fa mi raccontava il suo ultimo acquisto: un cellulare iperfunzionale. Nel vedermi poco interessato alle mirabolanti funzioni mi ha detto sorridente: “Ho capito, sei uno a cui non piace la tecnologia eh?”; massimo sconcerto per me. Gli ho dato l’indirizzo del mio blog e degli altri miei siti invitandolo ad esplorarli anche solo rapidamente.

Un mio amico di recente mi ha raccontato che ha comprato il suo nuovo telefono cellulare, uno smartphone di ultima generazione della marca x. Dice che così si sente aggiornato in campo tecnologico. Questa volta non è solo lo sconcerto ad invadermi, anche una timida sensazione simile alla paura.

Oggi sono in molti a sostenere di parlare di “Tecnologia” nel momento in cui argomentano le funzioni di una consolle di gioco, di uno smartphone o del vivavoce bluetooth di cui la nuova auto è dotata di serie. Rendersi conto di quanto tutto questo sia enormemente limitativo nei confronti del termine “Tecnologia” non è effettivamente di facile comprensione. Così ora, solo perchè sono un provocatore 🙂 ti chiedo retoricamente: “Conosci il significato del termine tecnologia?”.

Il Dizionario Italiano Ragionato ne dà la seguente definizione: Sostantivo femminile. Propriam. Lo studio della tecnica. Tuttavia la voce ha avuto una notevole fortuna e sostituisce frequentemente la voce tecnica, che pare più povera. Anziché Storia della tecnica si legge spesso sui frontespizi Storia della tecnologia. Con il termine tecnologia ci si riferisce ad un apparato moderno, ad un apparato di una qualche complessità.

Wikipedia offre una definizione altrettanto interessante: Il termine tecnologia è una parola composta che deriva dalla parola greca τεχνολογία (tékhne-loghìa), letteralmente “discorso (o ragionamento) sull’arte”, dove con arte si intendeva sino al secolo XVIII il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica. Se la tecnica riguarda la manualità, il ragionamento diventa la razionalizzazione o comprensione dei risultati raggiunti attraverso l’azione concreta: in sintesi la tecnologia diventa il progetto della tecnica.

L’enciclopedia della UTET invece definisce la tecnologia come lo studio dei procedimenti tecnici legati alle singole lavorazioni industriali. La tecnologia perciò esamina le attrezzature, le macchine, gli impianti, e in generale i processi che concorrono alla trasformazione di una determinata materia prima, attraverso le varie fasi di lavorazione che conducono tale materia prima alle fasi che ne permettono gli impieghi richiesti. Per alcuni, peraltro, il termine tecnologia si riferisce alla fase più moderna della tecnica legata ormai allo sviluppo della scienza.

I giovani oggi utilizzano il termine tecnologia per definire quello che in realtà rappresenta la periferia della tecnologia. Associano spesso tale termine ad oggetti che offrono illusive sensazioni di evoluzione. Nascono così siti internet e blog che utilizzano impropriamente il termine nel titolo al fine di comunicare che si sta parlando dell’ultimo modello del prodotto x.

Allora, tornando alla mia precedente domanda retorica: “Se l’aggiornamento tecnologico è rappresentato dall’ultimo smartphone, che cosa saranno mai: le nanotecnologie, lo studio dei fenomeni termoelettrici, gli accumulatori di energia cinetica a volano, le strutture realizzate basandosi sullo studio della biomimetica, gli smart materials, i materiali piezoelettrici di cui sono dotati i marciapiedi di un corso di Tolosa che autoalimentano i lampioni, le stampanti 3D, il taglio al plasma, i generatori termoelettrici, i sistemi E.R.S., il fotovoltaico retrofit, ecc.?”.

Prima o dopo il termine tecnologia è sempre bene porre un secondo termine che definisce la branca alla quale ci si riferisce (vedi ad es. nanotecnologie, tecnologia meccanica, tecnologia dei materiali, tecnologia alimentare, tecnologia microelettronica, tecnologia delle costruzioni, tecnologia delle comunicazioni, ecc.) per evitare di finire nel vago o, peggio, svalutare un concetto che ha un peso decisamente maggiore di un affascinante gadget.

Carrozzeria in composito

E’ più “tecnologico” chi possiede l’ultimo modello di consolle di gioco o chi, sapendo lavorare
i materiali compositi, ha ridotto il peso del suo veicolo andando quindi a ridurre i consumi
di carburante ed ottenendo quindi un beneficio economico?
Image’s Copyright: Penn Electric Racing