Rubrica: Così è la vita
Titolo o argomento: All’origine dei principali problemi globali
Qual è il primo grande pensiero dell’uomo?
C’è chi pensa sia il denaro, la ricchezza, la capacità di poter mandare l’acqua all’insù; c’è chi pensa sia il potere contornato dall’affermazione di imposizioni e idee proprie; altri invece pensano che sia la gloria, l’egocentrismo, le attenzioni, l’affermazione di sé… altri ancora credono addirittura che sia un messaggio di pace, amore e serena convivenza nascosto in tutti gli animi. Sicuramente tutti obiettivi, riferimenti, desideri che si trovano ai vertici della scala dei “pensieri costanti” che accompagnano, talvolta tormentano, tutti gli esseri umani. Ma il primo grande pensiero dell’uomo, nelle sue forme più varie, bizzarre, astruse è… il piacere. Lo si cerca in tanti modi, in tanti momenti, con accenti diversi da persona a persona ma prima di ogni altra cosa. Dall’inseguimento del piacere e dalla possibilità di soddisfarlo, o di credere che ciò sia possibile o quasi possibile, dipendono le interazioni umane, lo sviluppo delle società, addirittura i cambiamenti di interi paesi e delle loro economie.
La ricchezza e il piacere
Si desidera il denaro e la ricchezza? Sì, ma nel tentativo sfrenato di provare il piacere, più o meno lungo, più o meno intenso, di spenderlo nei modi più strampalati o più ragionevoli, non è importante. L’importante è che dia compiacimento e che ce ne sia abbastanza per provarne sempre di più o per tentare questa ascesa al soddisfacimento personale che in tanti, anche fin troppo ricchi, hanno mancato. Del resto non è l’eccesso di denaro che ha mai portato la felicità a qualcuno ma la consapevolezza di averne quanto ne basta per i bisogni più importanti che permettono di vivere sereni e senza sforzi eccessivi. E’ il denaro che manca, per necessità importanti, che rende infelici, non è quello in eccesso che apporta dosi di felicità.
Il potere ed il piacere
Si desidera il potere, la forza, la leadership carismatica? Sì ma con l’obiettivo di assaggiare l’ebrezza di essere seguiti, ambiti, presi come riferimento, ascoltati, temuti… talvolta, come ci racconta la storia, divinizzati. E tutto per il piacere di “poter” fare come diciamo noi e far sì che lo facciano anche gli altri (non di rado con la forza). E non c’è bisogno di spingersi ad esempi di grandi tiranni o sistemi di dispotismo per averne un esempio, è sufficiente pensare al/alla prof. che non sentendosi stimato/a in classe utilizza gli strumenti a propria disposizione per rivendicare che, rispetto o meno, avrà il potere dell’ultima parola. Ma può trattarsi di una madre inquietata con il proprio bimbo dalle espressioni incontenibili e dall’energia pressoché infinita che utilizza per sfinire chi lo circonda e combinare guai. In tal caso una punizione, anche se solo per pochi istanti, può conferire il piacere di aver posto rimedio ad una situazione snervante comunicando chi è che comanda (anche se in questo caso, non vi è dubbio, sarà il rammarico ad avere la meglio di lì a poco).
Il vizio ed il piacere
C’è poi chi condiziona la propria esistenza, sovente anche in modo marcato, nell’inseguimento di un piacere che esclude tutto il resto, venendo così prima di ogni altra cosa. Quel vizio assolutamente da soddisfare che si ripercuote sulla vita quotidiana deviandola da ciò che sarebbe realmente potuta essere. Potrebbe trattarsi persino di ossimori comportamentali dove un danno arriva addirittura a provocare un piacere a doppio effetto, un piacere che fa male.
Il gioco…
Si veda ad esempio il vizio del gioco; impossibile resistervi per chi ne è affetto e per chi, addirittura, potrebbe provare un sottile piacere nel perdere e ritentare fino a consumarsi totalmente, sino ad annullare sé stesso ed i propri cari.
Apparire
Oppure potrebbe trattarsi della malattia dell’apparire, di essere ammirati, seguiti, adorati, il piacere di vivere costantemente al centro dell’attenzione per sentire il “calore” dei riflettori puntati su di sé. Un desiderio di piacere che porta a ridicolizzarsi, ad autoconvincersi di avere qualcosa di speciale che altri non hanno, magari un talento che possa far sentire migliori di, più meritevoli di attenzioni rispetto a, più importanti e quindi più in alto, più divini di.
Cibo, pigrizia e piaceri da compensare
E ancora il piacere dell’ingurgitare cibo, al fine di compensare altre forme di piacere carenti, fino a danneggiare gravemente la salute facendo insorgere gravi patologie. O il piacere della pigrizia, dell’ozio, fino a rovinare i rapporti umani nonché il proprio corpo, la propria muscolatura, il sistema scheletrico. Ulteriori conferme che il piacere è lì e, nei modi più strani (raramente compresi da una massa poco empatica), viene inseguito a tutti i costi anche, è assurdo, volendosi male.
Disagi sessuali
Per non parlare poi degli innumerevoli disagi sessuali che si possono provare nel tentativo di appagare delle mancanze, magari delle insicurezze o dei vuoti alimentati nell’infanzia o in seguito a particolari traumi. Si può tentare di pareggiare il conto cercando eccessi di piacere sul fronte sessuale che, forse, è quello più ricercato ed allo stesso tempo più facile da inseguire quando si è persa parte di sé. Quella parte che permette di provare altre forme di piacere persino più importanti come le passioni per lo sport, per un particolare lavoro, studio, arte o per un importante obiettivo (dalla famiglia alla lotta per una causa). Esistono un’infinità di testi sul tema, così tanti che mi risulta oltremodo difficile suggerirne uno per una prima lettura sul tema. Si rischia sempre di suggerire letture pesanti che in realtà andavano precedute da altre letture introduttive. Lascio quindi al lettore il compito di trovar da sé i testi che ritiene più consoni per esplorare questa od altre varietà di piacere.
Il piacere di lottare
Più raramente vi sono testimonianze di piacere posto avanti a tutto nell’inseguimento di un obiettivo positivo, può essere il caso di uno sportivo che, in seguito ad un grave incidente, continua con forza e determinazione lungo la sua strada mostrando come vi è riuscito, come non si è fatto abbattare, come non è affondato nello sconforto. Ed a quel punto il piacere di lottare e di farcela diventa il primo pensiero la mattina e l’ultimo la sera e, come è raro che accada, in questo caso fa bene a sé stessi e fa bene agli altri.
Il piacere prima di tutto
Fatto sta che… se si parla di denaro, prima vi è il piacere, se si parla di potere, prima vi è il piacere, se si parla di vizio, prima vi è il piacere, se si parla di un trauma il piacere, nel bene o nel male, è strettamente connesso. Se pensate che per l’umanità ci siano altre cose al vertice più importanti del piacere, scoprirete presto da una breve analisi che vi è un filo conduttore diretto che pone il piacere a monte di quella cosa. Si potrebbe addirittura cinicamente affermare che la forma di amore più classica, quella che porta al matrimonio, esiste finché vi è piacere e appagamento. Quando questo manca le coppie si sciolgono, quando arriva qualcuno che può offrirne di più le coppie barcollano, quando non è più prioritario le coppie si allontanano… Del resto la realtà, che lo si voglia ammettere o no, è che le storie d’amore come nei film, restano nei film, le storie d’amore reali hanno collegamenti con temi quali il soddisfacimento economico ed il corretto mantenimento della prole, la forza e la protezione offerta da lui, la disponibilità e le cure offerte da lei, la sicurezza, il compimento di un processo omologato per non essere “diversi” e provare il piacere di esser come gli altri o, perché no, aver fatto addirittura meglio.
Piacere, brevi suggerimenti per l’uso
Il piacere preso a dosi continue non appaga e, anzi, riduce i suoi effetti aggravando i comportamenti adottati per cercarlo.
Il piacere va cercato su più fronti della sfera personale, concentrarlo su un solo aspetto genera notevoli virate esistenziali.
Il più delle volte è il piacere che domina sulla vostra mente, non voi. Per inseguirlo si tradiscono affetti, amori, amicizie, brave persone e nobili cause. E’ sufficiente esserne coscienti e rifletterci su.
Il piacere coltivato in modo sano è positivo e stimolante, orientate il vostro desiderio di soddisfacimento verso passioni umane, lavorative, artistiche, sportive, nobili cause… evitando quanto più possibile i piaceri patologici o, quantomeno, chiedendovi il motivo che spinge a cercarli.
Cercate di intervallare momenti di piacere a momenti impegnativi che si pensa non diano nulla in cambio, i piaceri successivi saranno più apprezzati, intensi ed allo stesso tempo privi di follie nonché raggiunti con una naturalezza sconcertante.
E’ inutile cercare piaceri uguali agli altri, è inutile omologarsi, provate piaceri veri, vostri che vi completino e vi facciano stare bene con voi stessi prima di tutti. In fondo… che importa cosa pensano gli altri.
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