Quando "uno" scandalo non è "lo" scandalo: Il caso Volkswagen – Parte 3

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: L’analisi un po’ più oggettiva e meno impulsiva di un problema

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Conclusioni

Sicuramente è sbagliato truccare le centraline motore per ottenere dei risultati falsati, sicuramente, non ci sono dubbi. Ma… rubare una mela non può esser considerato grave come generare la crisi economica globale che ha distrutto piccole, medie e grandi imprese, artigiani, famiglie, risparmiatori. Queste sono pressappoco le proporzioni. Un mondo come quello moderno che fornisce tecnologie obsolete, senza evolvere realmente la qualità della vita, senza offrire nuovo risparmio e privando così le persone del potere d’acquisto del denaro (che inesorabilmente va sempre più riducendosi), è persino più di uno scandalo, è pura follia. E tale omissione è talmente evidente al giorno d’oggi che il vero scandalo è rappresentato dal fatto di non parlarne e non citare i dovuti esempi e le dovute fonti ma, soprattutto, è uno scandalo il fatto che la massa non sappia quello che realmente può chiedere.

Non mi parlate della vicenda Volkswagen come di uno scandalo da megafono, più che altro come di un tentativo di astuzia finito male per il quale è fondamentale un richiamo all’ordine. Sicuramente quanto è successo non è corretto e non va bene, ma gli scandali prioritari sono ben altri e, come al solito, non li evidenzia nessuno. Gli opportunisti ringraziano (forse) e ballano, sottraggono, spostano capitali da un contenitore all’altro. Nel frattempo la gente continua a ripetere rintontita le notizie diffuse ed imparate a memoria, raramente ragionate, scarsamente rielaborate e non correttamente approfondite né studiate. Perdonate la mia schiettezza ma: “Tanto rumore per ottenere cosa?”. Nella vita delle persone normali non cambierà nulla, in quella di concorrenti e grandi investitori probabilmente sì (specie per chi acquisterà, o sapeva che avrebbe acquistato, cospicue azioni in borsa ad un prezzo quasi dimezzato).

Noi cittadini dovremmo gridare allo scandalo per ben altre cose, per ben altre mancanze, disservizi, omissioni. Ho citato nella parte seconda di questa breve rubrica diversi esempi inerenti il settore automotive ma se ne possono citare molti altri nel settore dell’ediliza, dell’energia, degli elettrodomestici, ecc.. Persino la procedura di rimozione di un’otturazione in amalgama, teoricamente da operare secondo opportune norme e protocolli, può diventare terreno fertile di importanti problemi (non mi riferisco ai vapori di mercurio ma all’assorbimento, da parte dell’organismo, di nanoperticelle derivate dalla fresatura) che possono diventar evidenti anche dopo un lungo periodo. Di argomenti di questo genere, e di molto, molto di più, si parla troppo poco quando magari si è ancora in tempo. Invece si gridano a squarciagola tutti i giorni cose che rappresentano di fatto la punta dell’iceberg. Certo anche le cose più piccole sono importanti ma notare che la scritta Titanic sullo scafo si è un po’ graffiata mentre l’imbarcazione affonda in un mare gelido, sinceramente, a cosa serve? Salverà qualcuno?

Davanti ad una palese contraddizione

Quindi, in soldoni, si richiede alle case automobilistiche di ridurre sempre più le emissioni però non si permette loro di utilizzare le tecnologie realmente disponibili per tale scopo perchè c’è ancora una gran riserva di petrolio che può generare ulteriore ricchezza. Che si mettano semplicemente d’accordo. L’uno vuole ottenere un risultato pulito utilizzando qualcosa che inquina e dotando questo qualcosa di numerosi accessori che spostano il problema in una seconda sede in un secondo momento (vedi ad esempio i filtri antiparticolato) e l’altro è costretto a trovar rimedi capziosi per avvicinarsi ai risultati richiesti senza far uso di strumenti che lo permetterebbero agevolmente. Ma la chimica, non si elude, e un carburante fossile combusto produrrà sempre qualcosa. A questo punto interviene la logica la quale semplicemente afferma: vuoi ridurre i prodotti della combustione? Hai già ottimizzato tutti i parametri in camera di scoppio? Allora non ti rimane che bruciare meno combustibile!

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Componenti di un'automobile

Un’automobile è formata da centinaia e centinaia di parti, nel caso della Volkswagen
molte di queste sono costruite da numerose aziende partner italiane (in Italia).
Solo nelle Marche si contano circa 80 aziende che lavorano per la Volkswagen.
Image’s copyright: www.volkswagen.de

Quando "uno" scandalo non è "lo" scandalo: Il caso Volkswagen – Parte 2

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: L’analisi un po’ più oggettiva e meno impulsiva di un problema

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Scelte di gruppo

Che le case automobilistiche si mettano d’accordo per immettere sul mercato più o meno tutte la medesima tecnologia nello stesso periodo, altrimenti, fornendo tecnologie più innovative a buon mercato, rischino di incorrere in un’accusa di dumping (vedasi il caso Toyota Prius negli anni ’90 – Link correlati in basso), beh questo è un vero scandalo. Ciò infatti significa che non vengono rese “mai” disponibili alternative, tantomeno al prezzo “corretto”. Infatti se un prodotto tecnicamente realmente evoluto raggiunge il mercato, nonostante gli ostacoli quasi insormontabili, ne verrà imposto un prezzo di vendita molto alto al fine di limitarne la diffusione (si veda il caso Tesla Motors inerente le continue mutazioni di prezzo in Italia – Link correlati in basso).

La chimica non si elude

Che si cerchi di ottenere emissioni pulite con motori tradizionali concettualmente fermi ad oltre un secolo fa e solamente rifiniti in numerosi dettagli e affogati di accessori che alla fin fine “inquinano ugualmente ma in modo differente”, questo è un vero scandalo. Dovrebbero a mio avviso essere già da tempo di serie su “tutte” le vetture un motore/generatore elettrico di trazione (ci sono numerose soluzioni e modalità per inglobarli nella meccanica tradizionale), un sistema di controllo e connubio delle due unità propulsive ed un piccolo pacco batterie utile a coprire almeno 50 km. Di serie, così come lo sono diventati Air Bag, climatizzatore, ABS, fendinebbia, autoradio… Se uno studente/ricercatore come me riesce a farlo come upgrade (con una spesa tutto sommato abbordabile) sull’autovettura di famigia, significa che le case automobilistiche certamente possono far di più, meglio e con costi ancora più contenuti. Se non si fa è chiaro che non ce n’è la volontà perchè scuse tecniche e tecnologiche non ce ne possono esser più ormai. Ci sono persino famose aziende di trasmissioni (cambi, differenziali, ponti, assali, riduttori, ecc.) a livello mondiale che hanno già sviluppato kit che non aspettano altro se non di essere installati anche su vetture già esistenti e datate, ma…

Tecnologia matura… pure troppo

Che la tecnologia delle vetture oggi presenti sul mercato sia gravemente indietro questo è un vero scandalo. Non mi riferisco a quanto sia sofisticata la vostra turbina, a quali super iniettori siano installati, ad un radar che legge le carreggiate o ad un sensore che osserva il ritmo delle vostre palpebre, né tantomeno a sistemi di parcheggio automatico né, ancora, a vivavoce bluetooth o lettori mp3, questi dispositivi infatti possono essere installati aftermarket anche su un’utilitaria arrugginita degli anni ’70 a dimostrazione che quanto c’è sotto non è poi cambiato molto. Mi riferisco piuttosto ai materiali impiegati, al contenimento delle masse in gioco, a powertrain evoluti, ai derivanti consumi ridotti, al rendimento complessivo realmente raggiungibile da soluzioni sofisticate oggi fruibili ma non installate (come ad esempio i Range Extender), alle tecnologie realmente presenti per produrre, gestire, accumulare e utilizzare l’energia, ai dispositivi di retrocamere che possono essere utilizzati ormai da anni al posto dei normali specchietti al fine di ridurre (non di poco) le resistenze aerodinamiche e quindi i consumi…

Le navi hanno una marcia in più

Il fatto che le “filosofie” Range Extender siano state messe a tacere in disparte (mentre ormai quasi tutte le navi che solcano i nostri mari ne usano una variante in gran silenzio per abbattere i costi* a carico degli armatori), questo è un verso scandalo. Non lo sapevate? I motori a combustione interna delle navi, da molto tempo, non azionano più direttamente le eliche ma, tramite opportuni generatori, generano energia elettrica che va ad alimentare i motori elettrici collegati alle eliche. Questo ottimizza in maniera significativa i consumi perchè il motore a scoppio è chiamato a lavorare solo nella modalità che gli è più favorevole mentre, ad accelerare la nave, ci penseranno appositi motori elettrici ad elevatissimo rendimento. Sono state proposte soluzioni simili anche nel settore automotive ma è evidente che sbadatamente siano state dimenticate.

*Quindi si può…

Una piccola concessione… in extremis

Solo dopo che il mercato dell’automobile si è bloccato, andando gravemente in crisi negli ultimi anni, si è concesso alle case automobilistiche di immettere sul mercato veicoli ibridi capaci di percorrere oltre 60 km/litro (anche se in realtà utilizzano tecnologie ormai vecchiotte, che potremmo definire mature**, invece delle attuali disponibili ma, si dice, meglio di niente), questo è un vero scandalo. Guarda caso le vetture che attualmente permettono di raggiungere questo livello di economia e conseguente pulizia sono in particolar modo Audi e Volkswagen. Vorrà dire qualcosa?

**Per vecchiotte si intende che in realtà era possibile ottenere i medesimi risultati già a fine anni ’80 e, tante missioni spaziali, invece di esser finanziate con l’aumento delle tasse, potevano esser finanziate con la diffusione ad esempio delle celle agli ioni di litio (e molte altre tecnologie interessanti) che invece ci hanno raggiunto molti anni dopo.

Andare oltre le normative antinquinamento

Che nessuno abbia voluto installare sulle vetture sistemi di recupero dell’energia in frenata ed in rilascio che avrebbero permesso di superare di gran lunga le richieste delle direttive antinquinamento, questo è un vero scandalo. La tecnologia c’è da una vita e nessuno la usa, nonostante le dimostrazioni dei principali autorevoli centri di ricerca del mondo.

Pesante!

Che le vetture non siano diventate più leggere, specie negli ultimi 20 anni con gli enormi passi avanti fatti nel campo delle Tecnologie dei Materiali, questo è un vero scandalo. Vetture più leggere… fu proprio la VW a realizzare la Lupo 3L a fine anni ’90 eppure, nonostante l’ottima tecnica, non fun un gran successo perchè il marketing globale puntava ad altro. I numerini più grandi contavano di più di telai e materiali sofisticati e le influenze sociali tendevano ad essi. Così avere cavallerie importanti, perfettamente inutili su strada, era un obiettivo al quale ambire, mentre avere una vettura superleggera era considerato una scelta ed una spesa inutile. Ma immettere sul mercato vetture leggere signfica offrire vetture che consumino poco ed inquinino, di conseguenza, molto meno di quanto richiesto dalle normative.

Modifiche profonde, straccia tutto, foglio bianco e riprogetta da capo

Per ridurre realmente i consumi e le emissioni di inquinanti bisognerebbe effettuare modifiche ai progetti dei veicoli che gli Ingegneri dell’Autoveicolo sanno bene, che le Case Automobilistiche sanno bene, che anche ricercatori e appassionati di spessore conoscono bene. Nessuno però le fa, perchè la spesa per tali evoluzioni tecnologiche sarebbe a carico delle case automobilistiche (vale per tutte dalla A alla Z) e difficilmente potrebbe essere caricata sui clienti per via dei conseguenti prezzi troppo alti (che porterebbe inevitabilmente ad un calo della domanda già fin troppo contenuta) o per l’alternativa e rischiosa drastica riduzione dei margini di guadagno. Ma tutto diventerebbe fattibile se nazioni, case automobilistiche e magnati dell’energia si mettessero d’accordo nel voler lasciare gli ormeggi. Il fatto che non si trovi al giorno d’oggi un punto di incontro, questo è un vero scandalo. Gli stipendi valgono sempre meno e le tecnologie che permetterebbero di incrementarne il potere d’acquisto non vengono diffuse.

Occhio alle apparenze

Che le auto in venti anni siano cambiate solo per la linea di cintura più alta, profili dei passaruota doppiamente rifiniti, fari più elaborati, cerchi maggiorati, sistemi di alimentazione più sofisticati e spinti mentre tutto il resto, sotto le vesti, nasconda tecnologie vecchie obsolete trite e ritrite, nessuno ne parla. Questo è un vero scandalo. Scommettiamo che se osservate un’utilitaria di oggi e una di venti anni fa, completamente prive di carrozzeria, non le distinguete?

Continua…

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Tecnologie innovative al bivio: Il curioso caso TESLA Motors
La continua lotta contro il sistema Italia: La tecnologia – Parte 2 (Par. 5)

Soluzione ibrida Diesel Elettrica per aumentare l'autonomia delle navi

Ho preso parte ad una conferenza sulla diffusione di questi motori diversi anni fa,
trattasi di una soluzione tanto semplice quanto interessante. I motori a combustione
interna, nello schema in posizione arretrata, funzionano costantemente in condizioni
favorevoli e trasformano l’energia fornita dal gasolio in energia meccanica disponibile
all’albero. Questa aziona dei generatori che attivano i motori elettrici (o macchine
elettriche) ad alto rendimento. In questo modo i motori a combustione interna non sono
soggetti a variazioni di regime di rotazione né di carico e contengono drasticamente
i consumi, mentre i motori elettrici che vantano un elevato rendimento non
manifestano particolari sofferenze nell’accelerare la nave.
Image’s copyright: www.stadt.no

Quando "uno" scandalo non è "lo" scandalo: Il caso Volkswagen

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: L’analisi un po’ più oggettiva e meno impulsiva di un problema

E’ stato realmente truccato il software della centralina?
A quanto pare sì.
Le emissioni inquinanti, specie di NOx, sono state riscontrate essere fuori norma?
Sì.
Questo rappresenta un comportamento non corretto?
Senza dubbio.
Al di là delle norme e dei mercati, sono coinvolti ambiti più importanti quali l’ambiente?
Certamente.
E allora perchè questo titolo?
Un esempio burlone ma significativo

A Sèvres è conservato il metro lineare standard pari alla distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo uguale a 1/299.792.458 di secondo. Grazie ad un semplice riferimento è possibile misurare tutto quello che ci circonda (e non solo…) ottenendo lo stesso riscontro ovunque ci troviamo e chiunque sia l’operatore incaricato di effettuare la misura. Senza un metro di riferimento potremmo tranquillamente ritrovarci in situazioni da quotidiano fiabesco in cui, ad esempio, stiamo parlando in piazza con un nuovo arrivato in città, magari una persona rude, invadente e dal dubbio senso dell’umorismo, che però ci rassicura affermando di aver trovato una sistemazione a ben 753 “pezzi di isolato” da casa nostra. Il numero sembra grande se confrontato, tanto per dire, alle 6 uova di una tipica confezione in cartone. Sentiamo così di aver scampato il pericolo di un vicino sgradito quando ecco che lo vediamo arrivare e parcheggiare davanti casa per poi entrare nel portone accanto al nostro… Sono così pochi 753 pezzi di isolato? E come si contano? Quali pezzi valgono e quali no?

Un inedito punto di vista

Un esempio burlone, ma significativo, per aprire la questione trattata osservandola da un inedito punto di vista. Se infatti conoscete solo un’informazione, una notizia, ma non l’intero ambito nel quale essa esiste, è facile assumere la veste di “cliente del fornitore di notizie” e non di “cittadino del mondo che può decidere”.

Gira in questi giorni la notizia risonante, considerata un dramma “assoluto” di inaudita gravità, che porta alla luce una vicenda di contraffazione sulle emissioni inquinanti in particolar modo di una casa automobilistica, la Volkswagen. Ora il fatto è che sarebbe una volta tanto opportuno comprendere quanto sia necessario metter da parte gli accanimenti per andare invece a fondo sulla questione trovando un valido sistema di riferimento dello scandalo. Capire finalmente qualcosa di più del consueto, andare oltre l’abitudine accusatoria che tanto piace perchè offre finalmente il modo di attribuire la colpa a qualcuno di qualcosa (magari per sfogare rabbie represse alimentate da altri… che se la ridono). Ambire a qualcosa di più di un capro espiatorio che possa rendere tutti gli altri angioletti innocenti. Perchè, come vedremo, si tratta sì di una vicenda grave ma in misura solamente relativa ad un sistema di riferimento che dà origine anche a fenomeni ben più vasti e ben più gravi.

Premessa

C’è un modo di ottenere una combustione pulita dai combustibili fossili?
Attualmente no. E questo vale sia per benzina e gasolio che per metano e GPL. Anche la combustione del metano, ad esempio, produce NOx in quanto l’aria che respiriamo, in realtà, è formata per il 78% di azoto che verrà ossidato alla combustione.

Perchè continuiamo ad acquistare veicoli mossi da motori obsoleti se non vogliamo strade inquinate?
Forse per comodità, forse perchè appena si calmeranno le acque tutto verrà dimenticato, come sempre, come tutte le altre cose, e l’interesse tornerà sulle abitudini sociali più in voga.

Sono stati controllati allo stesso modo tutti gli altri costruttori prima che venisse diffusa la notizia?
Pare di no.

Perchè non si è compiuta un’indagine integrale sulla questione prima di diffondere la notizia?

Come mai sono stati condotti dei test su strada anziché al banco? Prima non ci ha pensato nessuno?

Chi ci ha guadagnato da questo scandalo? La concorrenza? Opportunisti con obiettivi che non stiamo né immaginando né tantomeno analizzando? Chi acquisterà le azioni ad un valore quasi dimezzato? Speculatori? Personaggi che muovono capitali da una scatola ad un’altra per far credere al modello della crescita continua? Altre figure?

I ghiacciai si stanno sciogliendo per colpa della Volkswagen?
Ogni tipo di combustione su questo pianeta partecipa all’effetto serra nonché all’immissione di inquinanti che danneggiano la vita; affermare che la colpa improvvisamente sia di un solo tipo di combustione proveniente dai prodotti (nella fattispecie motori) di un solo marchio costruttore è un po’ fuori luogo e poco professionale, oltre che poco rigoroso. Vi basti pensare che un’acciaieria è in grado emettere tranquillamente, tra i vari inquinanti, oltre 12.000 Tonnellate all’anno di solo NOx.

Qualcuno sa effettuare rapidamente su due piedi una proporzione di quante autovetture ci vogliono per raggiungere i medesimi valori di emissioni di NOx (espressi in Tonnellate/anno) di una sola acciaieria? Credo solo gli addetti al settore. Quindi perchè pensare che improvvisamente il mondo è inquinato da pochi giorni per causa della Volkswagen solo perchè è stata diffusa una notizia? E prima? Prima non era inquinato il nostro pianeta? Quanti hanno acquistato un’auto in meno ed una bici di più per questo? Quanti han rinunciato ad una seconda auto a favore di abbonamenti per mezzi pubblici? Quanti hanno voglia di fare 2 o 3 km a piedi per andare a lavoro e altrettanti per tornare da lavoro (riferito a chi lavora vicino casa ovviamente)?

Il cane che si morde la coda

La colpa di un inquinamento da contenere è di chi produce prodotti inquinanti o del consumatore che decide di farne uso? Se il consumatore non li acquistasse il produttore non li costruirebbe. D’altra parte se la pubblicità non inducesse stili di vita, mode e tendenze, il consumatore non ne verrebbe sedotto.

Il mio personale punto di vista, figlio della mia personale esperienza, quindi non vero in modo assoluto, è che la colpa di un importante inquinamento la si potrebbe attribuire più a tutte quelle persone che, prese dalla frenesia dei consumi (di ogni genere), danno importanza prioritaria alle proprie comodità, fregandosene totalmente di tutto il resto. Quelle ad esempio che spostano l’auto anche solo per poche centinaia di metri* che dividono la loro abitazione dalla loro meta quotidiana, un supermercato, un ufficio, un bar. Ma le casistiche di simile interesse sono sicuramente variegate ed innumerevoli.

Altri tra i lettori avranno già formulato nuovi punti di vista, avranno maturato differenti opinioni, avranno vissuto diverse esperienze. Questo dimostra che non c’è una causa unica cui attribuire tutta la colpa ad esempio dello scioglimento dei ghiacciai. Non c’è un solo referente, un solo marchio, una sola persona ma un atteggiamento generale di pressapochismo da parte di chi opera e di chi accetta l’operazione, da parte di chi decide e di chi non contesta la decisione ma la subisce effettuando un acquisto**, da parte di chi evita che le “alternative” raggiungano il mercato e chi evita di compiere il lavoro, lo sforzo, di raggiungerle ugualmente.

A mio avviso quello della Volkswagen non rappresenta uno scandalo assoluto ma relativo. Non è “lo” scandalo ma “uno” scandalo, uno dei tanti. So che sarete sconcertati dalle mie affermazioni ma se mi seguirete anche solo poche righe oltre, potrete ragionare su qualcosa di più di quanto racchiuso nello spettro del visibile e una volta tanto il dirottamento di un problema in atto non avrà successo quantomeno sulle menti più attive.

*Esempio tipico che più volte ho riproposto nei miei articoli in quanto quotidianamente nutrito dai miei compaesani che così si ostinano a comportarsi, io sono l’unico idiota che prende la bici per raggiungere il centro e quando intendo l’unico non mi esprimo con un’iperbole, intendo realmente che dove vivo la uso solo io per i piccoli spostamenti e l’inquinamento, di qualunque marca, lo sento fin troppo bene.

**Generalmente trasferendo poi le responsabilità alle nomenclature di cui è dotato il veicolo (Euro 4, Euro 5, Euro 6, Euro n…) o attribuendole ad altri fenomeni quali le industrie siderurgiche, le industrie chimiche, ecc.).

Continua…

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