Raffaele, vorrei aggiungerti alla mia rete professionale su…

Rubrica: Metodi. Alternative lifestyles, work and study

Titolo o argomento: I network professionali così come li concepisco io
Raffaele, vorrei aggiungerti alla mia rete professionale su LinkedIn.

Ricevo di frequente inviti ad entrare in collegamento con altri utenti LinkedIn. Il più delle volte si tratta di persone che non ho mai visto in vita mia, persone per le quali tempo addietro accettavo comunque il collegamento ma che poi puntualmente non sentivo più, persone con cui non ho mai avuto modo di interagire e che, immagino, non hanno la minima intenzione di farlo anche in futuro, diverse delle quali non hanno nemmeno risposto alle mie email. Così ora, per questo genere di utenti, la mia risposta alla richiesta di collegamento è sempre negativa. Comprendo che oggi si tenda a cercare di avere quanti più contatti possibili dai social emozionali fino ai network di lavoro come Linkedin, lo capisco anche se, a dire il vero, il più delle volte ciò mi sembra quasi una mania, una compulsione ossessiva.

Pochi ma buoni

Al momento, personalmente, ho solo una ventina di contatti, si tratta di persone che conosco e che professionalmente sanno il fatto loro e lavorano in aziende decisamente competitive nei loro settori (non necessariamente grandi, ma competitive). Così potrei sembrare un asociale, un bastian contrario, addirittura un matto nel rinunciare a qualche centinaio di contatti… ma è realmente così?

Inviti blandi

Io mi chiedo che senso abbia che uno sconosciuto mi scriva con il messaggio base impostato dal servizio di contatti di Linkedin “Raffaele, vorrei aggiungerti alla mia rete professionale su LinkedIn”. Se si è realmente interessati in qualche modo alla mia professionalità, perchè non sfruttare la possibilità di inviarmi un messaggio per scrivere qualcosa che realmente possa interessarmi, che realmente possa mettere in contatto due professionisti? Oltretutto sul profilo visibile al pubblico ci sono anche alcuni dei miei siti web che riportano i miei contatti qualora si volesse scrivere di più (sempre senza esagerare, la prolissità e la petulanza non vanno a braccetto con la viralità). Quindi perchè non usarli per presentarsi diligentemente e avanzare una proposta o un’osservazione curiosa, intelligente, appetibile, utile?

Insicurezza o superficialità?

Inoltre mi chiedo, come mai dopo aver negato l’invito a collegarsi, molti mittenti non si fanno più sentire? Già finita l’euforia? Oppure in realtà non avevano nulla da dirmi e volevano semplicemente l’ennesimo contatto messo lì chissà poi per cosa, per far numero? Senza dubbio con tanti contatti riceverei news di altrettante persone e aziende ma… a me cosa interessa? Perchè devo fornire il mio collegamento per diventare l’ennesimo destinatario di una newsletter che non ho chiesto?

Questione di target

Non manca qualcosa? Non manca un target? Non funzionerebbe meglio un network se i destinatari di un messaggio fossero realmente interessati a ciò che ricevono? Altrimenti perchè non dare il contatto a tutti? Oltre 50 milioni di cittadini italiani con, ognuno, oltre 50 milioni di contatti. Wow! E perchè non puntare poi all’intera Europa e tutto il mondo digitalizzato? Questo meccanismo, ovviamente, un network come LinkedIn lo conosce già bene, di conseguenza cerca di mettere in contatto persone con interessi comuni, persone che lavorano in ambiti simili o in stretta relazione e, addirittura, tenta di far rientrare in contatto ex compagni di studi. Il problema è che molti non nutrono il benché minimo desiderio di apprendere, tramite le apposite guide, come sfruttare a pieno le potenzialità di una rete di professionisti. Preferiscono basarsi su luoghi comuni che vedono il “di più” come “maggiori opportunità”. Ma.. non è detto.

Overload

Sono sicuro che una volta ottenuti troppi contatti passeremo intere giornate a chiederci chi è questo, chi è quello? Lo tolgo dalla lista? Non ci offre mai un feedback, non genera mai situazioni con noi, forse non c’è alcun interesse? Come mai facciamo tanta pubblicità e non c’è un ritorno ma, anzi, sembra esserci un peggioramento? Forse stiamo assilando il grande pubblico?
Probabilmente sono andato troppo in là con l’immaginazione ma credo che quanto appena espresso non si discosti poi molto dalla realtà prossima imminente di qui a qualche anno.

Non fatelo

Non siate invadenti specialmente quando non ha senso. Non sprecate l’opportunità di conoscere realmente qualcuno. Non pensate che di più sia meglio. Dirigetevi verso il vostro obiettivo e coinvolgete chi farà parte di esso e chi ha piacere di osservare, gradire e partecipare dall’esterno: reali potenziali clienti, appassionati del settore, studenti della materia, ecc.. Saranno costoro, con la pubblicità più funzionale del mondo, il passaparola, a raccontare di voi ad altri senza che voi siate stati minimamente invadenti, assillanti, ripetitivi, magari addirittura noiosi.

L’interazione è il vero valore aggiunto (dare-avere)

Sembro severo, e forse lo sono, ma amo entrare in contatto con persone che interagiscono con me, persone che ho modo di conoscere e con le quali scambio qualcosa. Ad esempio uno dei miei contatti è un tecnico Ingegnere di pista di un noto team di Superbike che mi ha proposto un importante corso post Laurea, un altro fa pressappoco lo stesso mestiere in MotoGP e partecipa volentieri alle conferenze alle quali lo invito e mi indica quando ci saranno dei test al di fuori delle gare (stare una giornata in pista soli con i campioni della MotoGP in pace senza la ressa… non ha prezzo), un altro ancora è un Ingegnere con enormi competenze sulla progettazione strutturale dei telai in F1, un altro è un collaboratore che conosco e che desidera farmi provare una purosangue 2 tempi da GP affinché io ne possa ricavarne impressioni tecniche per un articolo e per pubblicizzare la sua azienda, un altro ancora è un amico che sta effettuando importanti esperienze all’estero come Project Manager (ciao Davide :-), poi ci sono amici ed ex compagni di studi, ricercatori, persone con le quali condivido diverse esperienze nelle mie ricerche tecniche e così via. E’ ovvio a questo punto che non potrei stare a stretto contatto con centinaia di persone, interagire con tutte, combinare qualcosa di buono con tutte. Insomma, il signor Tal dei tali che nemmeno mi scrive due righe di pugno suo e che non sentirò mai più dopo avergli concesso il mio collegamento, che dovrebbe fare nella mia rete?

In conclusione

Probabilmente raggiungerò appena una cinquantina di contatti e li riterrò persino troppi. O magari saranno molti di più per il semplice motivo di voler aggiungere conferme alle competenze (per chi non conosce bene LinkedIn e questa funzionalità invito a visitare il Centro assistenza il quale è accessibile anche senza registrazione) e in tal caso la lista dei collegamenti potrebbe estendersi a chi si è incontrato anche solo una volta. Ma almeno una dai… Quel che è certo è che aumenteranno con calma, conoscendosi professionalmente e portando un valore aggiunto. Del resto anche Linkedin suggerisce con i suoi tutorial di non fornire il collegamento a chi non si conosce già per vari motivi. Evidentemente anche loro non ne comprendono l’utilità e intravedono un qualche rischio per la sicurezza, aspetto sovente trascurato.

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Image’s copyright: https://it.linkedin.com/

Social Network confusione e scambi di identità

Vi capita mai di trovare il vostro sito linkato dove mai vi sareste aspettati? A me e ad altre migliaia di persone è capitato. Si viaggia sul web, si fa una ricerca sul proprio sito per risalire a dati utili al posizionamento dello stesso e si scopre che qualche social network ha abbinato ad un tuo omonimo il tuo sito.

Ovviamente non riporta la dicitura che il sito appartiene al tuo omonimo, sarebbe illegale. Ci si limita solo a linkarlo sotto la sua foto o nei suoi dintorni. Così, se si scorrono le pagine velocemente, proprio come sempre più spesso accade oggi, si finisce per non capire più nulla e non sapere bene cosa è di chi…

Ammettiamo ad esempio che in Italia ci siano 300 Mario Rossi e che solo uno di questi abbia un sito che tratta la programmazione dei siti dinamici. Magari un sito ben fatto, che ha richiesto molto lavoro. Secondo voi, Mario Rossi (quello titolare del sito), è contento che il suo sito sia linkato in automatico da un social network sotto la descrizione di un altro Mario Rossi e tutto questo solo perchè hanno lo stesso nome?

Ma non solo! Il regolamento di alcuni social network prevede che voi non possiate chiedere di far togliere il link dalla pagina del vostro omonimo ma che questa richiesta debba partire proprio da quest’ultimo per poter essere attuata. Quindi se il vostro omonimo ci tiene a far credere che un particolare sito possa avere qualcosa a che fare con lui… lo può tranquillamente lasciare lì. Correggetemi se sbaglio.

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