Oltre 200 cavalli e non sentirli

Rubrica: Incominciamo a parlare di automobili -6-

Titolo o argomento: Oltre 200 cavalli e non sentirli

Le generazioni cambiano, si evolvono, non sempre nelle direzioni che preferiamo… Questo vale anche per le auto. Una volta (circa 10-15 anni fa) era l’era delle Lancia Delta HF integrale Evoluzione, delle RENAULT Clio 1.8 16V e Williams, delle Ford Escort RS Cosworth, delle Opel Astra GSi, delle pepate Peugeot 106 rally, Toyota Celica, Subaru Impreza… Erogazioni di coppia e potenza aggressive, di pura indole sportiva.

Si tratta di auto che oggi non possono più essere realizzate dalle case costruttrici (con quei parametri motoristici) per poter rispettare le normative anti inquinamento. Regola assai corretta ma altrettanto inefficace dato che basta il primo camion o furgoncino (che si ferma in centro per azioni di carico e scarico) ad appestare un’intera via di prima mattina… Mentre, al contrario, credo siano veramente rare le volte in cui avete notato un’auto “racing replica” per i gas di scarico piuttosto che per il suo fascino e per il fatto che sia rara da vedere*…

Quali sono stati i risultati?

Adeguare una vettura (ma anche una moto: vedi il caso di Aprilia che ha abbandonato il progetto RS 250) alle normative anti inquinamento, “costa” non poco. Si è dovuto aggiungere da una parte per togliere, come quasi sempre accade, dall’altra.

Dove si è tolto?

Oggi si cerca di ricreare il mercato di una volta ricco di funs di piccole sportive aggressive, ma lo si fa in maniera errata da un punto di vista tecnico. Vedremo tra poco perchè. Abbiamo detto che adeguare una vettura alle rigide norme anti inquinamento ha dei costi elevati e a livello di marketing fa poco effetto: Immaginate una casa costruttrice che vuole far conoscere la sua sportiva puntando sul fatto che inquina poco… L’intento sarebbe sicuramente buono ma di scarso effetto. I giovani non sarebbero interessati. Perlomeno non tutti.

Come si è operato?

Sono state incrementate le potenze raggiungibili dai motori delle nuove sportive. Sono state, in alcuni casi aumentate anche le cilindrate o i sistemi di iniezione e sovralimentazione. Si è messo mano alle centraline offrendo anche la possibilità di mappature optional per erogazioni più corpose… Si è tornati alle linee più racing e spartane in linea con la filosofia di anni fa.

C’è solo un piccolo problema tecnico:

sono stati aggiunti tanti, troppi cavalli sulle trazioni anteriori. Tecnicamente qualunque esperto del settore dovrebbe perlomeno sapere che la trazione anteriore oltre i 200 CV inizia a non avere più senso. La vettura pattina sempre, il volante si alleggerisce e scaricare la cavalleria in esubero a terra diventa assai difficile. Inoltre i sottosterzi sono all’ordine del giorno.

Pertanto sono stati aggiunti dei traction control.

La vettura inizia a pattinare e, tempestivamente l’erogazione della potenza viene tagliata.

Risultato?

Possessori di vetture da 220-240 CV (ma stanno arrivando sul mercato anche modelli da 300CV trazione anteriore) hanno lamentato l’inefficacia del mezzo, la mancanza di emozioni e la perdita di scariche di coppia entusiasmanti. Su autorevoli riviste sono stati pubblicati articoli in cui  possessori ad esempio di Lancia Delta Integrale da 220 CV dichiaravano di esser passati a vetture nuove da 240 CV sempre sovralimentate ma a “trazione anteriore” e quindi obbligatoriamente con TC, con il risultato di una enorme delusione. La vettura nuova risulta fin troppo dolce e facile da guidare inoltre proprio nel momento in cui sembra arrivare il bello, il TC interrompe l’alimentazione per evitare il pattinamento delle ruote ed ogni emozione svanisce.

Conclusioni:

Auto di questo genere e con le suddette potenze, potevano tranquillamente esser realizzate a trazione integrale (più raramente posteriore) ma il costo dell’intervento sarebbe stato troppo elevato per le case costruttrici che si sono limitate ad adottare Traction Control su economiche trazioni anteriori, nonchè cerchi di maggiori dimensioni (diametro) per ridurre l’effetto di pattinamento ed aumentare la stabilità e le tanto agognate gomme più larghe una volta non omologabili e che fecero sudare un’intera nazione di appassionati per poterle montare.

Il rovescio della medaglia:

Non bisogna d’altra parte omettere di dire che rendere l’erogazione più dolce ha facilitato la guida anche agli appassionati meno esperti. E’ servita quindi a ridurre la quantità di incidenti su strada dovuti all’inesperienza. Non tutti i possessori di vetture performanti sono dei piloti e la filosofia delle case costruttrici per allargare le vendite sta proprio in questo: “Ti piace l’auto sportiva? Non sei un pilota? Non è detto che tu debba esserlo! Ci pensa l’elettronica a fare ciò che non sai fare!”

Ecco in questo ci vedo molti motivi di discussione sia pro che contro…

*Mi riferisco a vetture racing replica puramente originali in ogni loro parte e che possono essere tranquillamente iscritte all’ASI come auto d’epoca o storiche.

Controllo di trazione nelle MotoGP: anche con la pioggia è possibile.

Rubrica: Curiosità tecnica da corsa
Titolo o argomento: Controllo di trazione MotoGP… Anche con la pioggia è possibile

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Tutti quei cavalli su un asfalto così e non cadere, è possibile? Certo! Innanzitutto si interviene sulla ciclistica riducendo il precarico e regolando la compressione della forcella in modo che lo sforzo (Newton) per comprimerla sia minore. Viaggiando a velocità più contenute e quindi con una minore quantità di moto (p=m*v ovvero quantità di moto=massa x velocità), l’inerzia da smorzare nelle decelerazioni sarà minore e, avere una moto troppo rigida servirebbe solo a far bloccare la ruota anteriore persino a moto diritta. Un maggiore affondamento della forcella permette di smorzare le forze in gioco senza gravare troppo sulle gomme. In staccata infatti, non è solo la forcella ad assorbire la frenata ma anche la deformazione della gomma anteriore che trasforma la sua pianta a terra.

Successivamente si regola la centralina e, più precisamente, la gestione dell’erogazione. Si sceglie una mappatura che, paradossalmente, dia meno potenza alla moto, ma soprattutto, meno coppia motrice. La ruota posteriore dovrà accompagnare la moto in accelerazione il più dolcemente possibile ma allo stesso tempo nel modo più efficace e quindi in abbinamento ad un traction control sul quale andremo ad impostare una velocità iniziale di intervento in m/s più bassa (ossia entra in funzione a velocità minori che sull’asciutto e con leggi matematiche di taglio differenti) e la percentuale di slittamento permesso (generalmente si tratta di un valore compreso tra il 5 ed il 10%). Questi parametri variano in un grafico tridimensionale sul quale sono presenti, in alcune moto, anche i valori del giroscopio che si trova  a bordo e che comunica di quanti gradi la moto è piegata e che accelerazione ha in quel momento.

Questi dati in concomitanza con il sensore del gas che comunica alla centralina quanto in percentuale è aperta la manopola, e con il sensore giri ruota posteriore, vengono elaborati in pochi millisecondi da una centralina delle dimensioni di un cellulare per stabilire come la potenza dovrà essere scaricata a terra e con quanta coppia.

Infine, ma non per questo meno importante, forse non tutti sanno che le gomme in mescola del motomondiale sono trattate con prodotti adesivi. Significa che oltre al grip meccanico offerto dalle mescole ultra tenere da GP (con opportuni intagli drenanti in caso di pioggia), vi è un aumento di grip dovuto all’effetto appiccicoso di questi prodotti, tra gomma e suolo… Non male per una moto che viene rilasciata solo in leasing annualmente e solo se sborsi oltre un milione e mezzo di dollari l’anno (sempre di leasing). 🙂