Rubrica: Sogni il tuo brevetto?
Titolo o argomento: Fattori che influenzano la vendita di un brevetto
Partiamo subito con un esempio in modo da arrivare al punto della questione senza troppi preamboli. Immaginiamo che due menti arzille siano alle prese con una sfida di carattere tecnico e metodico. Immaginiamo che la prima mente intenda brevettare un complesso meccanismo di apertura di un tendaggio (giusto per fare un esempio) e che la seconda desideri invece brevettare un sistema di inchiostro elettronico (che in realtà è opera di Joe Jacobson, risale all’anno 1996 e si chiama E-Ink) basato su semplicissime microsfere caricate elettricamente. Ovviamente entrambi gli autori vorrebbero vendere il loro brevetto e trarre il maggior profitto possibile dal loro genio creativo. Osserviamo quindi cosa caratterizza le due tipologie di idee, e la loro eventuale riuscita, partendo dalla seconda. In tal modo spero che il lettore possa cogliere nettamente le differenti nature.
Inchiostro elettronico
Avere una simile idea e saperla realizzare richiede lo studio quotidiano di applicazioni di carattere scientifico, fisico, chimico, matematico, oltre ad approfondite conoscenze circa la morfologia dei materiali e le loro proprietà.
Parliamo di un’idea centralmente semplice la cui riuscita dipende dall’idea stessa e dal fenomeno fisico/chimico che la rende possibile più che dalle tecnologie di cui si contorna.
Si tratta di un’idea nuova di un prodotto che prima non esisteva o era molto differente (se considerata la vasta diffusione degli schermi retroilluminati a cristalli liquidi che affaticano maggiormente la vista e non sono quindi adatti alla lettura di un e-book di centinaia di pagine).
Si tratta di una tecnologia nuova che trova consenso e applicazioni su larga scala mondiale.
Si tratta di una tecnologia di cui pochi possiedono il know-how necessario per una buona realizzazione. Quanto appreso fa parte di una sperimentazione nuova e quindi riservata, inaspettata dalla concorrenza al momento del lancio sul mercato.
Parliamo di una tecnologia che, proprio grazie alla sua semplicità, richiede l’investimento di risorse relativamente limitate. Ossia risorse molto minori di quelle che può potenzialmente generare.
E’ un’idea dotata di molteplici punti di forza: economica, con vantaggi per la salute dell’occhio umano, di larga utilità in numerose applicazioni e su larga scala, ecc.).
Un’idea con pecche risolvibili/risolte nel breve termine (colori, possibilità di visione notturna, ecc.).
Un’idea che offre la possibilità di enormi sviluppi futuri garantendo e giustificando così gli investimenti effettuati e gli impegni presi con aziende terze, centri di ricerca e… il mercato.
Si tratta di una tecnologia che, a parità di caratteristiche per l’utente finale, non deve competere, almeno inizialmente, con alternative.
Fa forza su una tecnologia che può esser desiderata anche da utenti finali che non ne comprendono il funzionamento, apprezzata quindi da un bambino così come da uno studente, un manager, un artigiano o da una neopensionata che si sente ancora fresca e vuole stare al passo con i tempi.
Inoltre… ha risvolti futuri? Sì. La tecnologia per realizzarlo è largamente disponibile o è detenuta da poche aziende? Inizialmente da pochi.
Meccanismo di apertura tendaggio
Richiede puro ingegno ma non necessariamente studi approfonditi; questo sebbene non svaluti assolutamente l’idea, genera il rischio di una forte concorrenza e competizione con idee simili, differentemente elaborate e con differenti punti di forza.
Si tratta di un’idea articolata che può essere modificata senza troppe difficoltà. L’idea centrale è quella di ottenere un determinato movimento e possono esserci numerose soluzioni per raggiungere la medesima funzionalità.
Stiamo parlando di un’idea che migliora, o tenta di migliorare, qualcosa che già esiste. La presenza di un’alternativa può ridurre sia la competitività che i possibili profitti.
Si tratta di un prodotto che si realizza con una tecnologia matura largamente disponibile per tutti gli operatori del settore, è quindi facilissima la possibilità di replica.
Un nuovo meccanismo di apertura di un tendaggio può facilmente passare inosservato al grande pubblico che non riesce necessariamente ad intuirne i vantaggi o, addirittura, a sentirne il bisogno.
Un nuovo meccanismo di apertura di un tendaggio può essere oggetto di rinuncia da parte di un potenziale cliente in caso di prezzo più alto rispetto alla soluzione tradizionale, considerata matura, che già lo soddisfa…
Ha risvolti futuri? Uhmmm. La tecnologia per realizzarlo è largamente disponibile o è detenuta da poche aziende? Da moltissimi.
Concludendo…
Arrivati a questo punto credo che i due esempi siano sufficienti per poter catalogare autonomamente verso quale tipo di idea si orientino solitamente la maggior parte dei brevetti che non vengono acquistati e che i detentori degli stessi sono chiamati a realizzare autonomamente se davvero ci credono e se ne hanno effettivamente verificato la fattibilità, l’utilità, la domanda, il ritorno atteso degli investimenti, ecc.. Attenzione però, ciò non significa che la maggior parte dei brevetti non abbiamo valore, significa solo che piazzarli sarà più difficoltoso, richiederà più impegno, offrirà un minore ritorno economico ma, allo stesso tempo, sarà più formativo (almeno per chi possiede la propensione verso l’apprendimento ed intende sviluppare in seguito altre idee).
Link correlati
Accordo di segretezza: attenzione ai furbi
Realizzare da soli il proprio brevetto. Ecco il perchè
Che cos’è il trasferimento tecnologico?
Forcella a parallelogramma: La storia di un’idea della DEBESS Technologies
Quando un brevetto non decolla
I brevetti con più chance di successo