AEUK 2015: Prima costruisci, poi affina i tuoi prototipi

Rubrica: Eventi

Titolo o argomento: Advanced Engineering UK 2015

Spesso negli ambienti del Design, delle Tecnologie e dell’Ingegneria a livello, per così dire, semipro (piccole e medie imprese artigiane con non trascurabili potenzialità di affermazione) chi ha un’idea su cui puntare spende molto tempo e risorse economiche anche solo per buttar giù un primo bozzetto e realizzare un primo prototipo. Poi puntualmente si rende conto che questo primo lavoro richiede numerose modifiche che non sono state previste e che sono necessariamente subentrate in un secondo momento per questioni legate alla fattibilità, al contenimento dei costi ed alla rispondenza del prodotto alle esigenze dell’utente finale. Può sembrar banale e invece sono ancora moltissime le realtà in cui si realizza un’idea che si ritiene definitiva e sulla quale poi si spendono ulteriori consistenti budget (non previsti) per riadattarla alla conformazione che la rende realmente vendibile.

Nel paese della moda, del design, dell’arte, della creatività e della tecnologia d’eccellenza, quale è l’Italia, è piuttosto difficile resistere alla tentazione di usufruire fin da subito del massimo. Rinunciare “all’immagine”, anche solo per presentare un concept, piuttosto che un vero prototipo, può (all’apparenza) risultare impossibile e comportare cupi e asfissianti indebitamenti. Il problema però è che con questo metodo molte idee finiscono con lo scomparire prima ancora di aver preso forma, esattamente come quei microscopici buchi neri che si formano nell’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra che scompaiono in un centomilionesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo perchè (in questo caso per fortuna) non vi è sufficiente energia per renderli realmente attivi e quindi pericolosi.

In altri paesi, come ad esempio in Inghilterra, aziende anche di un certo spessore, non hanno alcun imbarazzo nel realizzare prototipi iniziali con scarti di laboratorio o di officina, talvolta persino intaccati da un po’ di ruggine. Il bello poi è che questi prototipi sono quasi sempre funzionanti ed utilizzabili fin dal primo modello e, sebbene non brillino esteticamente, mostrano il fascino senza rivali di aver concretizzato un’idea con una spesa contenuta e, soprattutto, permettono di poterla utilizzare subito per vedere “che effetto fa”.

Presso l’Advanced Engineering UK 2015 che si è tenuto pochi giorni fa al NEC (National Exhibition Centre) di Birmingham in Inghilterra, ho potuto apprezzare numerosi prototipi tutti allo stato primordiale (stato grezzo) ma tutti funzionanti e già utilizzabili. Si potevano persino apprezzare veicoli (tra cui automobili e motocilci) elettrici, ibridi o ad idrogeno, costruiti su telai improvvisati ma densi di contenuto tecnico e tecnologico. Telai e scocche miste in composito e tralicci in tubi di acciaio costruiti a mano in officina anche senza ricorrere a materiali particolarmente rifiniti o a lavorazioni estremamente precise, hanno però permesso di realizzare numerose idee offrendo così, a diversificati potenziali clienti, la fondamentale possibilità di… “scegliere”. Per affinare infatti, una volta intrapresa la strada giusta, c’è sempre tempo.

Se però ora pensate che sia tutto facile, una volta deciso di realizzare più prototipi grezzi con budget contenuti (che non vi facciano sforare i limiti), sappiate che c’è sempre da fare i conti con chi osserverà il vostro prototipo. Se il vostro potenziale cliente ha una mentalità aperta e pratica potrà senza dubbio apprezzare ciò che si nasconde nella vostra idea, ma se il vostro mercato di riferimento sarà ad esempio quello italiano, viziato e straviziato dal surplus, sarà dura essere creduti ed apprezzati. Arrivati a questo punto si rimanda la miglior scelta ultima sul da farsi esclusivamente alla vostra destrezza strategica…

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Automobile a idrogeno open source

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Rubrica: The expert on the salmon

Titolo o argomento: Auto a idrogeno

Automobile ad idrogeno open source?

 In questi giorni mi sono interessato particolarmente a quei progetti che si potrebbero convertire in un nuovo modo di concepire l’ingegneria e l’economia. E chissà se ci spingeranno ad uscire dalla crisi. Uno dei progetti  più interessanti che ho trovato è un’auto a idrogeno che si chiama The Hyrban.

Questo nuovo concetto di automobile per l’uso cittadino sarà presentato la settimana prossima in Inghilterra, con l’originale caratteristica che

chiunque può partecipare al suo design finale.

L’auto è stata ideata da professori ed alunni delle università di Oxford e Cranfield e ora l’azienda Riversimple (riversimple.com) sta pianificando la sua fabbricazione. Ma la cosa più interessante è che hanno lasciato il progetto aperto

(open source)

alla partecipazione di tutti. Chiunque può apportare le sue opinioni in pieno stile 2.0 attraverso questa wiki (http://www.40fires.org/Wiki.jsp?page=The%20Hyrban). The Hyrban avrà le stesse dimensioni di una Smart For-two, un peso di 350 kg, raggiungerà una velocità massima di 80 km/h e un’autonomia di 321 km. Le pile a combustibile ad idrogeno saranno di 6 kW e disporrà di motori elettrici in ogni ruota. Al posto delle pile, un insieme di superconduttori.

Ora, come se non bastassero queste novità per intrigare il potenziale pubblico di acquirenti, c’è un’ulteriore caratteristica in questo modello di auto.

Riversimple pretende

affittare il veicolo per un periodo di 20 anni,

ricariche di idrogeno incluse.

Anche se per alcuni potrebbe essere una buona abitudine quella di mantenere lo stesso veicolo per tanti anni, è difficile immaginare che la maggior parte dei clienti la accogla con entusiasmo. Ad ogni modo, quello di includere il combustibile nel prezzo d’acquisto non è del tutto male (si attenuano le oscillazioni di prezzo), e l’idea che il design dell’automobile sia aperto alle proposte della comunità sicuramente è unica nel suo genere.

Gli sviluppatori di questo modello pretendono cambiare le abitudini di consumo e di progettazione in un settore in forte crisi (General Motors su tutte) riscrivendo le regole del mercato dell’automobile. Se come Marchionne (CEO della FIAT) ha dichiarato tempo fa, rimarrano solo 6 grandi produttori di automobili, bisognerà davvero inziare a cambiare strategia ed imporre un modello più aperto e più efficiente.

E chissà che in un futuro non così lontano, l’idea di open source largamente utilizzato nel mondo dell’informatica non possa essere accolto con successo anche in altri campi dell’ingegneria e del design. Io un euro ce lo scommetterei..

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Articolo scritto da:
Ing. Gestionale Davide Mazzanti.
Fonte:
ISon21.es