La vita breve delle Start-Up: Ragione di vita

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: Logiche alla radice della chiusura di numerose Start-Up

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Ragione di vita

Interessante potrà risultarvi anche il fatto che ho diversi amici, colleghi e conoscenti giovani imprenditori che aprono start-up. Anzi, per l’esattezza, aprono e chiudono start-up. La procedura solitamente segue questa linea: idea, start-up, richiesta finanziamenti, apertura, disillusione, perdita di interesse, chiusura. In moltissimi casi va così. Molti aprono una realtà, un qualcosa che non corrisponde alla loro ragione di vita, ai loro più sani interessi. Al primo riscontro numerico o procedurale negativo subentra l’abbandono dell’idea e si avvia il tentativo di reperire nuovi finanziamenti per architettare qualcos’altro. Questo evidenzia come, se non vi è alla base una smoderata passione, difficilmente ci si soffermerà su dettagli di primaria importanza per la sopravvivenza di un’idea e, cosa ancor più importante, per far sì che questa idea raggiunga altre persone di buona volontà.

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Dettaglio della “Creazione di Adamo” di Michelangelo Buonarroti.

La vita breve delle Start-Up: Questione di serie e standard

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: Logiche alla radice della chiusura di numerose Start-Up
Questione di serie e standard

Ho letto curiosamente alcuni articoli scritti, nell’arco di un paio d’anni, da un gruppo di ragazzi in gamba che parlano di start-up. Inizialmente raccontavano e scrivevano con toni ottimistici dato che erano prossimi alla realizzazione della loro affascinante idea. Successivamente, in seguito all’affermarsi di una realtà diversa da quella prevista, o comunque ipotizzata inizialmente, hanno scritto circa l’importanza di imparare dal fallimento. Anche fin qui tutto bene, umano e di valore.
Il problema è che questi ragazzi usano termini, logiche, comportamenti, metodi, schemi, procedure, ecc. tutti standardizzati. In sostanza il percorso che usano tutti (ma se tutti scommettono sullo stesso risultato, e se questo viene convalidato, il premio diviso per per ogni partecipante potrebbe persino essere inferiore alla scommessa iniziale). E’ questo, a mio avviso, il problema che affligge la stragrande maggioranza delle start-up, sono fatte in serie, consigliate da gente che lavora in serie, formate su libri scritti in serie, con corsi concepiti in serie…
Inoltre siti web tutti uguali, parole, espressioni e comunicazione tutte uguali, procedure di impresa tutte uguali, lamentele sui soliti problemi sempre uguali, continua attesa che qualcosa là fuori cambi per mano e volontà di terzi* e così via. Risultato: zero innovazione. Insomma, se non si mette del proprio e non si corre il rischio di ricevere un rifiuto, una risposta negativa, non si saprà mai se il pubblico “prova qualcosa per voi”.

Continua…

*Campa cavallo… se resti in attesa di altri.

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