Rubrica: Così è la vita
Titolo o argomento: All’origine dei principali problemi globali
Questo articolo segue da:
Il primo grande problema del mondo – Parte prima
Regolare la crescita della popolazione
E’ chiaro quindi che non ci sono le risorse per tutti, non ci può essere benessere per tutti e più la popolazione cresce, più il problema si aggrava e costringe chi gestisce i vari paesi a trovare soluzioni drastiche che osserviamo nel quotidiano e che è inutile menzionare per non insidiare fobie parassite. Forse non tutti sanno che in Cina è vietato, per legge, procreare più di due figli. Il governo lo dice chiaramente al suo popolo che la crescita spropositata della propria popolazione rappresenta un problema insormontabile. Altri paesi del mondo temono di risultare impopolari e di far la figura di chi ha mancato l’obbiettivo del miracolo del benessere e della rivoluzione tecnologica. Altri ancora spingono al consumismo sfrenato ed all’indebitamento essendo afflitti dalla sindrome del “guardo solo il presente”.
Conseguenze dell’indebitamento (con effetti anche indiretti sulle economie)
Del resto proprio perchè ci siamo indebitati eccessivamente, stiamo mancando da diverse generazioni al compito di tramandare qualcosa di buono a figli e nipoti. Purtroppo non ce n’é tempo. Così i nuovi giovani pensano che quello che hanno ora, sarà per sempre, solo per l’illusivo motivo che l’han sempre avuto (l’uomo per sua natura si abitua fin troppo rapidamente alle cose facili, le menti oziose poi… non ne parliamo). L’essere umano per sua natura tira la corda fino al limite e tenta di risolvere un problema solo quando è costretto con le spalle al muro. Osserva mostri davanti a sé nella speranza che si tratti di sole allucinazioni che svaniranno con un po’ di riposo e una beata non curanza. E’ vero anche che chi crea problemi in eccesso mette ogni singolo individuo nella condizione di pensare sempre e solo ai problemi prioritari, quelli che hanno effetto nell’immediato, problemi che talvolta non dovrebbero nemmeno esistere (vedi i link correlati in basso).
Questione di educazione
Il primo grande problema del mondo andrebbe spiegato fin dalle scuole elementari a tutti i bambini della terra, cercando di far capire tra l’altro che la quasi totalità delle aziende di prodotti e servizi di questo pianeta produce prevalentemente per il 15% della popolazione mondiale. L’altro 85% non se la passa tanto bene e vive in differenti livelli di difficoltà che ci pongono ben lontani dall’ostentato obiettivo di rivoluzione tecnologica e benessere diffuso. Ci vorrebbe quindi un pizzico di cultura in più, un pizzico di ordine e di organizzazione in più facendo semplicemente capire che non tutto è fatto sempre per forzarti a…, per obbligarti a…, per costringerti a…, ma ci sono cose che vanno curate perchè se stanno bene in tanti, stai meglio anche tu.
Questione di etica
Certo è che quali paesi dovrebbero moderare le nascite? Quelli più poveri? Quelli più numerosi? Quelli con un determinato tipo di geni? Quelli con una determinata storia? Quelli con un certo pensiero? E’ semplice dedurre come il solo parlare della questione possa scatenare accesi dibattiti, attriti e conflitti.
Si veda l’esempio dell’Italia, una nazione che sforna geni, inventori, creativi, ricercatori, studiosi, innovatori, talenti, artisti, professionisti, tecnici capaci, uomini e donne in grado di cambiare il corso della storia. Perchè mai l’Italia dovrebbe ridurre le nascite soprattutto in visione del fatto che ne conta già troppo poche? Ed a quali paesi dovrebbe andar bene una dichiarata e voluta crescita demografica di italiani a scapito di altri?
I veri eroi
Nonostante il grande cinema sia invaso sempre più da rievocazioni di storie di uomini con superpoteri, oggi, i veri eroi, sono coloro che si sono privati di almeno una comodità nel tentativo anche solo infinitesimale di cambiare qualcosa. Oggi un valido esempio di eroe è quello che finalmente prende la bicicletta (anche con 4°C) per percorrere il solo chilometro che lo divide dal lavoro ed ha iniziato a rendersi conto di quanto sia esagerato avere una seconda o terza auto solo per questo (muovere un autoveicolo e mantenerlo per fare solo e sempre quotidianamente tratti così brevi…). Oggi gli eori sono coloro che hanno capito: “Rinuncio ad un pizzico di comodità in più, magari apparente, e miglioro realmente la qualità della mia vita riducendo inutili sprechi”. La riduzione di sprechi sul mercato riduce la domanda, aumenta quindi l’offerta da parte di chi produce beni e servizi ed i prezzi scendono (vedi i principali testi di microeconomia per conoscerne le dinamiche).
Attenzione a non cadere nel tranello, ridurre gli sprechi non significa ridurre i consumi, significa ridurre gli eccessi che logorano una società civile.
Non è un segreto
Eppure quanto appena scritto non è un segreto, basta aprire un qualche testo di economia che non basi la propria esposizione solo ed esclusivamente su poco comunicative equazioni matematiche per scoprire cose “ovvie” ma che non avevamo ben inquadrato nella loro globalità. Solitamente si tende ad attribuire le responsabilità dello scontento diffuso a chi comanda. Senza dubbio chi comanda ha un ruolo oltremodo fondamentale e dovrebbe dare il buon esempio. Non si discute. Ma il potere lo concediamo noi, a chi spesso ci danneggia, perchè siamo pigri, non ci vogliamo più adattare a cambiamenti inizialmente impegnativi, miriamo solo verso le comodità e l’avere quante più cose superflue si possano immaginare. Chi ci distrae è molto capace e ci riesce bene insomma. Può sembrare un concetto astratto ma quanto appena espresso significa semplicemente che più consumiamo, e male, e più si dà forza a chi ci gestisce altrettanto male. Un ulteriore esempio?
Un altro curioso esempio: Le manifestazioni sulle strade
Di recente hanno avuto luogo delle manifestazioni che bloccavano le strade in particolar modo nelle zone limitrofe ai caselli autostradali. Ebbene si vi siete trovati bloccati anche voi per ore nel traffico nel tentativo di percorrere solo poche centinaia di metri, vi sarete accorti di quanti automobilisti abbiano lasciato i veicoli accesi per mantenere in funzione il climatizzatore, l’impianto stereo, le luci, ecc.. Si calcola facilmente quanti milioni di Euro lo stato abbia incassato dalle sole accise legate a quell’inutile e spropositato consumo di carburante operato in pochi giorni da centinaia di migliaia di autoveicoli bloccati. Insomma chi protestava ha finito con il fare un favore a chi voleva richiamare. Sarebbe stato più efficace mettersi d’accordo in milioni di persone e non usare anche solo per un giorno i propri veicoli. In tal caso avrebbe avuto una voce maggiore il cittadino, o no?
Conclusioni
Questi due articoli per enunciare, in soldoni, che cresciamo numericamente in modo sregolato e che ognuno vorrebbe poter consumare in maniera altrettanto smodata al fine di soddisfare ogni singolo capriccio in una società dove, tra le altre cose, non c’è reale comunicazione e intesa tra chi gestisce e chi viene gestito. La comprensione di questi temi fin dalle scuole elementari aiuterebbe a formare le grandi menti di domani ed una società più civile.
Link correlati
Il primo grande problema del mondo – Parte prima
Il primo grande problema del mondo – Parte seconda
Problemi ravvicinati del terzo tipo: problemi con ritorno atteso
Problemi ravvicinati del terzo tipo: problemi proficui
Problemi ravvicinati del terzo tipo: problemi opzionali
Problemi ravvicinati del terzo tipo: problemi temporizzati
Problemi ravvicinati del terzo tipo: problemi concatenati (Istruzioni per…)
Curiosa immagine che mostra evidenti segni di squilibrio nei consumi energetici del
pianeta. Trovi in basso il link alla raccolta completa di immagini in alta risoluzione.
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Published on: dailymail.co.uk
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http://www.dailymail.co.uk/news/article-2170422/Revealed-The-stunning-images-Europe-wastes-energy-pollutes-light-Africa-South-America-Asia-darkness.html