Le svendite nelle zone industriali

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Esempi di inciviltà

Non tutto il male viene per nuocere. Rimango esterrefatto nell’osservare taluni comportamenti insiti nella natura dell’uomo. Ci si accalca davanti all’ingresso di un cinema, di un concerto, persino di una mostra o ancora davanti ad un buffet, in modo accanito, quasi dovessimo sconfiggere chi ci sta vicino, sopraffarlo e prendere tutto noi… Poi magari il buffet non ci piace e lo lasciamo, il posto al cinema era prenotato e la mostra doveva essere un evento culturale da condividere con persone “civili”. Nonostante ci siamo evoluti ci troviamo sempre in una giungla. La maglia con il coccodrillo, la scarpa all’ultima moda… ma pur sempre nella giungla.

Così oggi rimango da un lato sorpreso, dall’altro divertito nell’apprendere che nella zona industriale della mia città dove fino a pochi mesi fa era impossibile ottenere un’area (un terreno per costruire un capannone nel quale lavorare, far crescere dei progetti), oggi si svendono i terreni acquistati in eccesso, si svendono capannoni invenduti, si svende tutto…

Ma cosa è successo?

Torniamo indietro di alcuni mesi: poco prima della stranota crisi.

Chi aveva possibilità economiche non indifferenti acquistava in blocco il 100% dei terreni messi a disposizione dal comune per la realizzazione di capannoni commerciali, artigianali, industriali. Alle volte si trattava di singole persone (grandi imprenditori edili ecc…), altre volte erano società fondate per effettuare più agevolmente simili enormi acquisti e poter poi dividere i ricavi. Niente di male infondo. Se non fosse altro che questi investimenti comportavano l’acquisto del 100% di quanto messo a disposizione. Così un piccolo imprenditore che voleva fare il grande passo e aprirsi un capannone da lasciare un domani ai figli intenzionati a proseguire l’attività, si trovava nell’impossibilità di poter acquistare un lotto per realizzare il proprio capannone. Io non ho nulla contro chi si diverte con il Monopoli (il noto gioco di società). Lo adoro anche io, adoro anche io ottimizzare, investire, migliorare, produrre, fare sempre di più… Sono un uomo come tutti voi.

Ma a tutto c’è un limite!

Apprendo da varie fonti che molte società, che non si aspettavano l’imminente arrivo della crisi, sono crollate avendo sostenuto enormi spese e non avendo avuto i ritorni previsti. Non li hanno avuti perchè la crisi ha bloccato tutto. Nel male e nel bene.

La morale è che, se molti di coloro che hanno comprato tutto quanto è stato messo a disposizione, si fossero moderati, non solo la crisi non li avrebbe distrutti… Ma io avrei il mio tanto agognato capannone dove realizzare un decente laboratorio di ingegneria meccanica e artigianato da lasciare un domani ai miei figli. 🙂

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