Incubare, avviare, startappare… spammare, forzare, ostentare e guastare – Parte 3

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: Osservazioni su metodiche insane

Manie di grandezza

A mio avviso il primo grande errore che si tende a commettere, nel seguire chi avvia una nuova impresa, è quello di trattare una nuova azienda, piccola e affamata di gloria ma non più consistente di una piantina appena coltivata, come una grande azienda presente sul mercato da decenni con un bagaglio di esperienza notevole e grandi giri d’affari. Sono numerosi i “consiglieri” che tentano in tutti i modi di farti “tirare a freddo” senza considerare minimamente quanto sia facile rompere il velo d’olio e grippare. Oltretutto il mito delle grandi aziende è, secondo il mio modesto parere, una sciocchezza. Non c’è bisogno per forza di essere enormi, mastodontici, profondamente articolati e complessi da gestire per essere grandi. Cercate la grandezza nella semplicità. Semplicità significa un’organizzazione snella, efficiente, logica con minime possibilità di errore (specie sulle leggi che vanno ad “interpretazione”) ed una “manegevolezza innata” nel momento dei cambi di direzione operati seguendo l’evoluzione dei mercati e della domanda collettiva.

Quindi, tradotto in termini meno retorici, giusto per fare un esempio, se qualche folle inizia a dirvi che dovete inserire nella vostra azienda l’ufficio del Customer care, l’ufficio Marketing, l’ufficio delle Relazioni con Tizio e Caio, l’ufficio del Project Management, e così via, e se siete dei “rookie” neolaureati, recatevi presso la prima buona falegnameria che trovate, acquistate due cavalletti di buon legno, appoggiatevi sopra il vostro buon piano, prendete in mano la vostra matita, il vostro mouse, il vostro strumento, il vostro telefono o quello che sia, osservate bene quello che state progettando e parlate direttamente con i vostri potenziali clienti. Ascoltateli, capiteli e formulate in maniera diretta le vostre idee. Il tutto sempre consci che i vostri interlocutori non stanno nella vostra testa e non potete dare nulla per scontato (a buon intenditor poche parole).

Ma l’esempio potrebbe essere rivolto ad altre aree della vostra attività, ad esempio la produzione. Potreste incontrare chi vi spinge subito verso grandi produzioni, oppure chi vuole occuparsi per voi dell’aspetto manageriale operando secondo la regola del massimo profitto e forzando la vendita verso distributori che inizialmente potrebbero assecondarvi e, successivamente, bloccare le richieste provenienti dalla vostra azienda e rivolte a continui acquisti massivi insostenibili. Un po’ come accade nel circuito delle concessionarie che sono costrette ad acquistare dalla casa madre un tot numero di veicoli al mese e, in un modo o nell’altro, devono riuscire a venderli per scongiurare il possibile fallimento. Il sistema sta in piedi come un castello di carte, basta un alito di vento nella direzione sbagliata e tutto salta.

Anche lo stato persevera nell’errore di non considerare le nuove imprese come un caso a sé, un caso differente. Esso infatti non contempla minimamente l’idea di una pressione fiscale ed una semplificazione incisiva per i primi anni di attività di nuovi imprenditori, giovani o meno che siano (le agevolazioni attuali infatti non sono sufficienti e piuttosto facilmente si dissolvono in qualcosa di utile solo relativamente). Un’attività realmente nuova non può essere considerata al pari di una avviata la quale, sebbene non abbia comunque vita facile, vanta una sicura maggiore esperienza e un consolidamento sul mercato ben differente. Le nuove giovani imprese, vanno considerate piccole, acerbe, fragili, inconsapevoli e vanno trattate, cresciute, seguite e assistite come tali in visione del futuro e della prospettiva di nuova ricchezza che rappresentano. Trattarle con le stesse metodiche delle grandi imprese equivale a creare un potenziale canale di accesso per ulteriori sottrazioni e la conseguente diffusione di un impoverimento generale.

Continua…

Link correlati

Incubare, avviare, startappare… Parte 1 – Coltivando la piantina
Incubare, avviare, startappare… Parte 2 – Il manuale non esiste
Incubare, avviare, startappare… Parte 3 – Manie di grandezza
Incubare, avviare, startappare… Parte 4 – Ossessioni

manie_di_grandezza.jpg

Incubare, avviare, startappare… spammare, forzare, ostentare e guastare

Rubrica: Spunti

Titolo o argomento: Osservazioni su metodiche insane

Esistono tanti modi di avviare (o aiutare ad avviare) un’impresa, così come esistono tanti consulenti, tutor e professionisti che operano con lo scopo di incubare, avviare, startappare. Al di là di ciò che verrà osservato nell’articolo che segue, e nei successivi di questa rubrica, è sempre bene precisare che non si può fare di tutta l’erba un fascio. Come per ogni settore esistono i veri professionisti ed esistono anche quelli che hanno le idee poco chiare, o comunque una preparazione non adeguata, gli opportunisti poi… non mancano mai. Quanto racconterò in questa rubrica che sarà composta da ben 12 articoli è frutto delle esperienze che ho maturato in diversi anni, una serie di impressioni e riflessioni che, come al solito, fungono da spunto per chi si avvicina a questo mondo e da provocazione per chi desidera migliorare questo mondo. Ciò pertanto non rappresenta una definizione assoluta (e ci mancherebbe…) ma una tendenza diffusa. Le eccezioni ci sono sempre, e solitamente sono lì per confermare la regola, i veri professionisti cui affidarsi anche. E’ sufficiente cercare bene ed andare sempre oltre le apparenze e le suggestioni.

Coltivando la piantina

Una pianta si coltiva seguendo un ciclo naturale. Si sceglie la regione più indicata al tipo di pianta, si valuta una buona posizione, si sceglie un buon terreno, lo si prepara, lo si lavora, si innestano i semi, si aggiunge il concime e si alimenta il tutto con luce, acqua e la cura dell’ambiente (ad esempio favorendo lo sviluppo di insetti che si nutrono di dannosi parassiti, sfruttando serre climatizzate laddove necessario, riciclando e producendo compost, ecc.) in attesa che la natura faccia il suo corso. Per l’uomo moderno una simile procedura è pura follia. Egli desidera produttività immediata, cure ridotte al minimo o bypassate attraverso soluzioni artificiose, massima resa ottenuta con archibugi chimici anche in condizioni sfavorevoli, sviluppo soprannaturale spinto da ormoni della crescita e risultati sempre e costantemente migliori, costi quel che costi (alla qualità…). In linea generale non si contempla la possibilità di alti e bassi, la possibilità di passi graduali volti a studiare al dettaglio le dinamiche che si stanno evolvendo, volti a dare risposte razionali su ciò che accade ed i relativi perchè, la possibilità di osservare ciò che muta e perchè. Il must dei risultati subito, grandi e veloci porta i più ingenui, così come i più golosi, nella trama di una tela dalla quale si rischia proprio di non potersi più liberare: l’imprenditoria omologata moderna e la filosofia della crescita costante e continua. Il rischio principale è quello di ottenere subito un risultato sfavillante, quasi insperato, e altrettanto velocemente clamorosi fallimenti da attacchi depressivi nel periodo immediatamente successivo.

Continua…

Link correlati

Il modello della crescita costante e continua non esiste

Incubare, avviare, startappare… Parte 1 – Coltivando la piantina
Incubare, avviare, startappare… Parte 2 – Il manuale non esiste
Incubare, avviare, startappare… Parte 3 – Manie di grandezza
Incubare, avviare, startappare… Parte 4 – Ossessioni

coltivare_piantina.jpg

Image’s copyright: brandenburgfarms.com