Rubrica: Sogni il tuo brevetto? | Le domande dei lettori
Titolo o argomento: Brevetti senza ritorno atteso
Risponendo a: Fabio
Fabio scrive (riferendosi all’articolo inerente il brevetto della forcella a parallelogramma De Bei): Non posso che restare ammirato per la passione che ha animato il meraviglioso lavoro di equipe che ha portato alla realizzazione della geniale intuizione del Sig. De Bei. Io sono stato meno fortunato in tal senso il mio brevetto di sospensione a parallelogramma non ha ancora avuto l’attenzione che meriterebbe. Complimenti vivissimi.
Anche la storia del brevetto della sospensione De Bei non ha poi avuto un buon seguito… e questo nonostante all’epoca (tendiamo a pensare) fosse tutto diverso. Oggi non si può più sperare di cedere un brevetto a qualcuno. E’ davvero molto difficile che ciò possa accadere per variegati motivi che sono stati trattati in diversi articoli che si occupano del tema “brevetti” presenti su questo blog (vedi i link correlati in basso). Magari un’idea è ottima nella sua completezza o un ottimo punto di partenza per uno sviluppo di tutto rispetto, ma…
Strategie vincolanti
Oggi purtroppo, o per fortuna, sì brevetta un prodotto solo ed esclusivamente per la tutela legale, più che per la sua concessione/vendita, dopodiché lo si produce autonomamente e lo si fa conoscere al grande pubblico che sarà chiamato a scegliere e a fare valutazioni (con i rischi annessi che comporta dato che, spesso, il grande pubblico non è realmente preparato su un determinato tema ma segue più idee di tendenza; basti pensare a ciò che è successo con il fotovoltaico dove quasi nessuno ha capito i veri motivi per cui dovrebbe essere installato o meno e con quali modalità e tipologie di impianto). E’ per questa ragione che le aziende (anche se non è del tutto detto) hanno qualche possibilità in più di riuscire nell’impresa.
In ogni caso resta sempre il fatto che se brevetti e poi non realizzi e distribuisci ciò che hai brevettato, diverse aziende aspetteranno la scadenza del tuo brevetto per copiarlo senza offrirti un centesimo (a patto che si tratti realmente di un prodotto valido e dotato di potenzialità). Molti non sanno (o non hanno modo di sapere) che tanti grandi nomi, in questi anni, hanno accumulato debiti e perdite talmente grosse che non possono rischiare più e non spendono un solo soldo al di là dei piani già previsti.
Un ostacolo da raggirare
Un tale grande vincolo può portare ad un salvataggio in extremis oppure alla catastrofe totale dell’azienda (la storia insegna che è più facile che si verifichi la seconda evenienza); e mentre questo fenomeno si sparge silenziosamente (per le orecchie del grande pubblico ancora illuso da virali campagne di marketing o nomi storici generanti fissazioni e fanatismo) quasi nessuna azienda ha un solo minuto di tempo per stare a guardare le idee altrui. Se lo fanno non lo fanno nell’ipotesi di comprare ma nell’intento di trovare una via, una soluzione per “avere” senza troppi rischi né ostacoli. Del resto vantano appositi uffici preparati sul tema e pool di legali, specializzati nel trovare falle e cavilli, che un singolo generalmente non si può permettere.
Valutazioni sulla fattibilità, scommesse sul sicuro
Solo chi scommette sul “sicuro” porta a casa un bottino e solitamente lo fa conoscendo in anticipo informazioni che non sono ancora di dominio pubblico. Le storie fortunate basate sull’azzardo sono assai poche. Chi fa “la conoscenza” con un brevetto proposto da un amante della tecnica, dovrà investire tempo e risorse anche solo per capire come sia realmente l’oggetto in questione, i suoi punti di forza, le sue pecche, la sua semplicità di realizzazione, la funzionalità, l’utilità e il vantaggio che può offrire, chi è realmente disposto a farne uso, quanto pagherebbe per usufruirne e così via. Successivamente dovrà investire ulteriori risorse per cercare di svilupparlo e portarlo al livello corretto in cui può funzionare e “potrebbe” raggiungere una determinata fascia di pubblico (non è facile soddisfare tutti e la stragrande maggioranza delle aziende non si illude di farlo scegliendo giustamente un target preciso).
Così il più delle volte, in riunione, il pensiero che prende il sopravvento è legato all’enorme spesa da affrontare anche solo per capire il brevetto; quello successivo invece può, in linea di massima, essere così espresso: “Avevamo altri piani, continuiamo ad investire su quelli già in fase di sviluppo!”. Questo comportamento, tra i più contraddittori ed al centro di numerose critiche da parte di chi ama l’imprenditoria, è quello che va per la maggiore in quanto capace di conferire una sensazione di sicurezza e coscienza pulita anche quando le situazioni iniziano a barcollare.
Del resto è un comportamento spesso errato ma naturale, un po’ come quando l’automobilista medio si “attacca ai freni” durante una manovra di emergenza per la quale l’uso dei freni è sconsigliato al fine di recuperare la stabilità del mezzo… è più forte dei più, tenendo giù il pedale del freno si sentono più sicuri anche se ormai stanno per collidere con un ostacolo. Solo una lezione con un bravo istruttore toglie questo vizio. Non ci sono però istruttori in ambito tecnologico, ognuno con il proprio livello di esperienza arriva dove la mente lo proietta e, se si fa troppo da soli si rischia di non avere sufficienti risorse, se ci si affida troppo agli altri riparte il meccanismo dell’azzardo (e della fiducia… gli opportunisti sono sempre dietro, talvolta affacciati dall’angolo).
La visione distorta del pubblico
Purtroppo la pubblicità offre spesso al pubblico altre visioni di un marchio o di un prodotto e conferisce l’immagine di ciò che si vuol sembrare, o che si vorrebbe essere, piuttosto che di quello che si è. Del resto la pubblicità serve proprio a questo, catturarti facendoti credere che…
Così tante persone creative hanno pensato/sperato che il loro lavoro potesse essere apprezzato in certe realtà, ma troppo pochi ancora comprendono che devono far da soli tutto, dal progetto, allo sviluppo dell’idea, al brevetto, alla realizzazione dello stesso, allo studio e la messa in pratica del metodo di ingresso sul mercato e di distribuzione. Oggi le idee sono necessarie ma non sufficienti, oggi è imperativa la strategia, il contorno, tutto ciò che ruota attorno ad un’idea. Avere solo l’idea, ripeto, purtroppo o per fortuna, è riduttivo per il periodo storico che stiamo attraversando e, forse, lo è stato sempre. Personalmente credo che:
«Chi ha una bella idea è un talento, chi trova il modo di realizzarla è un genio.»
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I brevetti con più chance di successo
Nell’immagine un giornale elettronico che sfrutta la tecnologia E-Ink. Spesso non ci si
pensa (o non lo si crede) ma più è semplice un’idea e più è facile che riscuota successo.
Paradossalmente, poi, le idee più semplici le possiamo realizzare persino da soli se
siamo preparati a fondo su un particolare tema.
Nel prossimo articolo “I brevetti con più chance di successo” analizzeremo come e
perché delle semplici microsfere caricate elettricamente raggiungano un successo
globale mentre un complesso sistema di leveraggi, per quanto utile, rischia di restare
per sempre solo un disegno nel cassetto.
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