Lavoro Potenza ed Energia

Rubrica: Utilità di ingegneria

Titolo o argomento: Definizione di lavoro, potenza ed energia. Relazione tra le grandezze.

Ricevendo molte e-mail nelle quali tali concetti vengono frequentemente confusi tra loro o interpretati in modo non sempre esatto, ho pensato che potesse esser utile ai lettori questo articolo. Specie a tutti coloro che sono appassionati di ricerche “fai da te” e si cimentano in piccoli-grandi progetti, frutto del proprio genio creativo, nel garage di casa.

Lavoro

Si parla di lavoro tutte le volte che, applicando una forza (di qualsiasi tipo), si ottiene lo spostamento di un corpo. Se a tavola ti chiedono di passare il cesto del pane, tu compi un “lavoro” nel spostarlo da un punto all’altro della tavola stessa.

Il lavoro “L” è una grandezza scalare (vedi l’articolo: Grandezze scalari – Grandezze vettoriali) uguale al prodotto della forza applicata “F” per lo spostamento “s” misurato nella stessa direzione della forza. La relazione seguente esprime la diretta proporzionalità tra lavoro, forza e spostamento. L’unità di misura del lavoro è espressa in joule: 1 joule equivale al lavoro compiuto da una forza di 1 Newton per spostare un corpo di 1 metro. Pertanto 1 joule = 1 Nm.

L = F · s

L (J) = F (N) · s (m)

Potenza

Il lavoro che compie una forza non dipende dal tempo impiegato, tuttavia è utile sapere il tempo che si impiega per effettuare un determinato lavoro. La maggiore o minore rapidità di una forza nel fare un certo lavoro si esprime con un’altra importante grandezza: la potenza.

La potenza “P” è il rapporto tra il lavoro compiuto “L” ed il tempo “t” impiegato nel compierlo. L’unità di misura della potenza è espressa in watt: 1 watt equivale alla potenza che è capace di esprimere il lavoro di 1 joule in 1 secondo. Pertanto 1 watt = 1 J/s.

P = L / t

P (W) = L (J) / t (s)

Energia

L’energia è la proprietà posseduta da qualsiasi corpo che è in grado di compiere un lavoro. Movimento, calore, suono, luce, elettricità, magnetismo, ecc., sono fenomeni capaci di produrre lavoro e quindi misurabili in termini di energia. L’energia può essere di tipo potenziale “Ep” (immagina ad esempio una pallina ferma sulla sommità di un tavolo, se un’azione la muove oltre l’orlo essa cade a terra compiendo un lavoro – oppure immagina una molla compressa in una scatola, è ferma eppure se apri la scatola si estende compiendo un lavoro), oppure può essere cinetica “Ec” (corpi in movimento, come ad esempio una pallina che si muove lungo un piano, o un pallone calciato, possiedono energia cinetica – dal greco kinesis = movimento). Come per il lavoro l’unità di misura dell’energia è espressa in joule.

Ep = m · g · h

Ep (J) = m (kg) · g (m/s2) · h (m)

Ec = (m · v2) / 2

Ec (J) = (m (kg) · v2 (m2/s2)) / 2

Lavoro Potenza Energia

Mettendo in relazione “forza e spostamento” ci addentriamo nel concetto di lavoro.
Se consideriamo anche il “tempo” possiamo esprimere il concetto di potenza.
Infine se consideriamo la “capacità di un corpo di compiere lavoro” allora parliamo di energia.

Giovani, denaro e lavoro

Una storiella quantomai attuale

La mamma dà a Pierino e Mariolino 500 Euro a testa per responsabilizzarli ed abituarli a gestirsi un capitale seppur piccolo. Pierino tutto felice chiama i suoi amici e organizza con loro una piccola vacanza. Mariolino pensa a quel sogno che ha sempre avuto quando, sui banchi di scuola, disegnava degli oggetti curiosi e affascinanti che sarebbe interessante costruire veramente. Magari in legno.

Così mentre Pierino è in vacanza con gli amici, Mariolino decide di acquistare delle tavole ed alcuni attrezzi per lavorare il legno. Costruisce degli oggetti interessanti adatti per la casa, o per uno studio, o perchè no, per un negozio. Decide di portarli ad un mercatino per capire se possono realmente interessare a qualcuno. Riscuote un discreto successo, riesce a vendere qualche pezzo e riceve tanti apprezzamenti. Se solo avesse delle attrezzature più professionali… allora sì che potrebbe costruirli più rifiniti e precisi… esattamente come li sogna.

Pierino torna a casa dalla vacanza… è divertito, contento. Racconta a casa le sue esperienze ed il “casino” fatto con gli amici. Mariolino racconta la sua esperienza ai mercatini, parla del suo sogno, della sua voglia di costruire e della gratificazione che ha avuto ai mercatini. La mamma è felice e promette a Pierino e Mariolino che regalerà loro altri 500 euro il prossimo anno se si impegneranno a scuola con buoni profitti. Pierino inizia a pensare alla prossima vacanza, ne parla sempre con gli amici. Nuovi posti, nuove avventure, nuove esperienze… Mariolino inizia a pensare a come comunicare la sua passione al mondo. Compra alcuni libri e impara a realizzare da solo un buon sitoweb. Semplice ma ben fatto.

Arriva l’anno successivo. Esame del 5° superiore concluso con successo per Pierino e Mariolino. Pierino finalmente riparte con gli amici. Mariolino acquista il tanto agognato attrezzo di precisione. Si esercita, disegna, prova, migliora la sua tecnica ed inizia a vendere diversi pezzi rimanendo egli stesso sorpreso e lusingato dai risultati.

 Pierino torna dalla nuova vacanza… si guarda intorno e non sa che fare. Andrà a lavorare? Continuerà a studiare all’Università? Potrebbe essere una buona scelta ma… a quale facoltà?

Mariolino ha venduto una buona parte dei manufatti. Ha messo da parte una cifra sufficiente per concedersi finalmente un po’ di riposo. Pierino non ha un soldo né un’idea e deve far per forza affidamento sui suoi genitori per un aiuto. Mariolino ha imbastito una situazione, seppur modesta, che genera dei profitti ed ora, con il suo capitale che genera capitale, potrà crescere.

Pierino e Mariolino hanno ricevuto 500 euro ognuno. Entrambi li hanno spesi ma solo uno di loro li ha spesi in modo che si rinnovassero. Ora Mariolino può finalmente andare in vacanza.

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Può essere una vacanza, una macchina nuova che in realtà non serve, o una lunga serie di moderni gadjet superflui… fatto sta che sempre più giovani si trovano senza un euro e senza prospettive dopo aver commesso l’errore di spendere male ciò che avevano a loro disposizione. In tempi di crisi come questi può essere fatale.

Le scelte che ci condizionano la vita

Più volte mi è capitato di esser giudicato un egoista. E devo ammettere che alcune volte riconosco di esserlo stato. Mi capita di mettere i miei sogni avanti a tutto e perseguire con tenacia i miei scopi. Il lavoro, quando è onesto impegna tantissimo rispetto a quanto rende; per tale ragione, se hai la mentalità da ingegnere meccanico nel sangue, il tuo obiettivo è di ottimizzare tutto, ma proprio tutto. Per trarre in modo logico e serio il meglio da ciò che fai…

Ma è sempre stato così?

No, perchè non sono nato imparato come si suol dire. A suon di sbagli ho fatto le mie esperienze. La vera fortuna è stato riconoscere ed ammettere certi errori finchè ero in tempo. Non sempre ci sono riuscito, anzi, avrei potuto fare nettamente meglio tante cose ma con il tempo mi sono accorto che ci sono situazioni peggiori. Situazioni in cui hai le spalle al muro e solo un colpo di coda improvviso ti potrebbe rimettere su. Ma non è detto.

Ho visto ragazzi e ragazze, amici, compagni di scuola, conoscenti, scegliere (ad esempio) la scuola superiore che sceglieva l’amico, solo per non dividersi, perchè alle elementari e alle medie stavano di banco sempre insieme. Ho visto queste persone crescere con me e ritrovarsi in situazioni incastrate che anche a me, con tutto l’ottimismo, sembrano comunque senza via di fuga… Li ho visti rendersi conto che con gli studi fatti per seguire l’amico, adesso non possono fare il lavoro che avrebbero preferito, non possono nemmeno tentare. Li ho visti mangiarsi i gomiti perchè più c’è aria di crisi e più sopravvive quello che sa fare il suo lavoro davvero bene, per passione. Li ho visti rendersi conto che la vita gli sfugge di mano e che avrebbero potuto fare ciò che a loro piaceva se solo avessero preso l’iniziativa di dire al compagno/a:”Va bè dai, ci vediamo tutti i pomeriggi! Cosa cambia? Siamo cresciuti!” E’ bruttissimo vedere un’amica che di mestiere scarica le cassette di frutta ma sognava studiare alle magistrali e diventare una maestra. Magari sarebbe stata bravissima. Anzi ne sono sicuro.

Ho visto ragazzi dire: “Ho comprato la macchina nuova, una bella macchina superaccessoriata, m’è costata 24.000 euro”. A dire il vero si trattava degli unici 24.000 euro che avevano; a dire il vero questi ragazzi si consideravano come persone che di meglio dalla vita non avrebbero potuto avere e quindi spendevano i loro unici soldi tutti lì. In uno sfizio… nella macchina. Loro non sanno, o non vogliono credere al fatto che, se impari un mestiere, anche se sei laurato (inutile sentirsi superiori, astronauti mega uomini…) con 24.000 euro avresti potuto realizzare una splendida attività di artigianato ad esempio. Non avete idea di quante attrezzature un fabbro, un falegname, un idraulico, un elettricista, un pasticcere, un artigiano che fa letti in ferro battuto, un designer, un muratore, un geometra, un grafico pubblicitario, un cameraman, un fotografo, un barista, un commerciante… avrebbe potuto acquistare. E se pensate anche al fatto che oggi realizzare un sito internet ha dei costi molto accessibili e, se sei una persona capace e sai fare bene il tuo mestiere puoi vendere online, beh allora io credo che con 24.000 euro si potevano fare molte cose.

Ho visto ragazzi andare a vacanze con gli amici (che è giusto per carità ma entro certi limiti) anche se i tempi erano bui e bisognava puntare di più sul lavoro. Ho visto queste amicizie finire e la gente ritrovarsi sola, senza nulla e in paranoia. Questo per essere andati “solo” dietro i divertimenti e non aver curato amici che magari ti stavano aprendo realmente gli occhi.

Prendi in mano i tuoi anni!

Ricarica corpo umano

Hai mai pensato di ricaricarti con la musica?
Pensi di non trovare il tempo?
Bastano 30 minuti al giorno per suonare o imparare a suonare uno strumento…
Il tuo rendimento sul lavoro può migliorare…
Il tuo morale si può sollevare…
Il tuo rapporto con gli altri può migliorare…
Potresti veedere la vita in modo più positivo…
Cerca un live di Chuck Berry e dimmi se non ti sfugge un sorriso quando non ci fai caso : )

La discriminazione del prezzo

La discriminazione del prezzo è un meccanismo molto semplice ma con effetti assai particolari. Si tratta di un sistema che prevede di applicare, per lo stesso prodotto, prezzi differenti in base a chi è il soggetto che compie l’acquisto.
Se ad esempio ci rivolgiamo ad un’azienda per la fornitura di 300 nastri trasportatori che occorrono alla nostra fabbrica, l’azienda fornitrice applicherà per lo stesso tipo e quantitativo di merce, prezzi di fornitura differenti in base a chi siamo, a che prestigio ha la nostra fabbrica e a quanti acquisti abbiamo fatto in precedenza presso tale azienda.
Significa che un nostro concorrente di maggior successo potrebbe essersi rifornito dello stesso materiale un mese prima e aver pagato quasi il doppio di quello che andremo a pagare noi.
Generalmente tali sistemi vengono adottati in economie di libero mercato, ovvero dove il governo non interviene in alcun modo sui comportamenti delle imprese.
Ma è sempre così? La risposta è no. Ho notato che persino in alcune attività italiane comuni come un bar, una falegnameria, un negozio di vendita di arredo ufficio, molto spesso vengono adottati tali sistemi e non ce ne accorgiamo.
Che convenga entrare in certe attività vestiti con la tuta da lavoro? 🙂 C’è sempre il rischio di trovare un venditore maleducato che vedendoci entrare un pò trasandati ci dice che il suo negozio non è per il portafoglio di chi ha davanti…. Se così dovesse essere, scartatelo, non sa vendere e difficilmente vi offrirà un buon servizio completo e ben organizzato anche dopo l’acquisto.