Il modello della crescita costante e continua non esiste

Rubrica: Crisi, osservazioni e riflessioni

Titolo o argomento: Un sinusoide rappresenta meglio i cicli del mercato

Crescita, crescita, crescita… quante volte senti ripetere fino alla noia questo termine? A forza di sentirlo così spesso si ha come l’impressione che ci si sforzi affinché la crescita sia perenne, eppure qualcosa non torna. Crescere in modo costante e continuo non è logicamente possibile perchè ciò equivarrebbe ad affermare che puoi riempire una scatola all’infinito o che il pianeta terra disponga di risorse infinite e che quindi ci sarà sempre più petrolio, sempre più materie prime, sempre più risorse idriche e così via. “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma – Antoine Laurent de Lavoisier, chimico, biologo, filosofo, economista francese, 1743-1794”. Il totale di quello che “è” è sempre il medesimo all’interno del sistema in cui viviamo (e quindi almeno all’interno del nostro pianeta), ciò che cambia è la forma sotto cui si presenta. Preziose materie prime, ad esempio, giacciono in milioni di discariche presenti nel mondo ed in una forma che non è utile all’uomo e, anzi, danneggia l’ambiente. Purtroppo chi vive da padrone questa scena è interessato solo al presente, al proprio presente, e ignora le conseguenze di scelte opportunistiche.

Allo stesso modo l’economia funziona come una scatola o tutt’al più come un insieme di scatole che scambiano i loro contenuti a vicenda (vedi l’articolo: La nazione come il Monopoly). Matematicamente, per offrire la “sensazione” che la crescita sia, o debba essere, costante e continua, vi è un unico modo: ignorare il fatto che mentre un sotto-sistema si arricchisce, un altro sotto-sistema si impoverisce. Il denaro si trasferisce, non si moltiplica. Il denaro si muove su intuizioni, su speculazioni, sulla conoscenza anticipata di preziose informazioni, ma non può essere moltiplicato. Moltiplicarlo equivarrebbe a svalutarlo, immettere moneta aggiuntiva porta inflazione certa. Così per rendere questo fenomeno meno surreale, si “generano crisi” che hanno lo scopo di alimentare le speculazioni e di indurre il pensiero che se non ci fosse stato un momento negativo per i mercati, la crescita sarebbe continuata normalmente come in precedenza. In realtà la crisi è diretta conseguenza della crescita, mentre la sensazione di “ri”crescita è proprio la diretta conseguenza dei danni causati da una crisi molto più calcolata di quanto si possa immaginare. La crescita è fittizia, si tratta di una grande partita di Monopoly in cui ogni giocatore che esce rimette in circolo nel sistema quello che aveva (liquidità, proprietà, operazioni, imprese, capitali di varia natura). Ciò che perde il giocatore uscente diventa di proprietà di chi ha innescato il fenomeno o di coloro i quali, ignari, fanno parte di un sistema, che anche se per ora li ha risparmiati, prima o poi potrebbe colpirli senza pietà alcuna.

Non si parla del fatto che in Italia vi è un suicidio al giorno tra i disoccupati e, un suicidio ogni quattro giorni tra gli imprenditori in grossa difficoltà. Ognuna di queste scomparse causate dalla crisi è un tornaconto per chi doveva mantenere e offrire servizi al singolo individuo (disoccupati, cassintegrati, dipendenti in mobilità, imprenditori in difficoltà, ecc.) e per chi trova ora sulla scena un concorrente in meno (ad es. l’imprenditore che non ha retto). Meno aziende producono il bene x, più opportunità di crescita ci sono per le aziende che resistono più a lungo. Attenzione però, questo non significa che il sistema è innescato dalle aziende che attualmente si trovano nella posizione migliore. Questo sistema è automatico, ce lo auto-induciamo quando crediamo al modello della crescita continua anziché a modelli basati sulla produzione e lo scambio a breve distanza, sulla filiera corta e sullo scambio a livello mondiale dei soli beni particolari, tipici e caratteristici per ragioni naturali, culturali e di specializzazione. Il gioco economico termina quando l’unico concorrente rimasto non può più crescere da solo… crescere rispetto a chi, crescere alimentato da cosa?. La crisi economica rimescola le carte e ridistribuisce prima di tutto l’operato dei più piccoli verso l’alto, dopodiché non fa eccezioni e guarda le grandi realtà con un occhio a dir poco goloso.

Il fenomeno delle crisi economiche è ciclico, tuttavia non può essere assimilato ad una normale onda sinusoidale in quanto ciò equivarrebbe ad affermare che, una volta terminata una crisi economica, le condizioni possano tornare al pari della migliore situazione precedente. Ovviamente così non è, si verificano infatti delle perdite le quali, in fase di ri-crescita, portano a massimi relativi (o picchi) via via più bassi. Il fenomeno della crisi economica ciclica può pertanto essere assimilato ad un’onda sinusoidale smorzata. Via via che l’onda si affievolisce l’unico modo per riportarla ad uno stato accettabile aumentandone l’ampiezza (riferimento alla zona rossa del grafico riportato in basso) consiste nell’immettere nel sistema capitali, risorse, innovazione… Ora la logica domanda è: “Dove prenderli?”. Solamente in seguito a fenomeni storici disastrosi quali ad esempio la seconda guerra mondiale, si è assistito ad un reale boom economico di crescita il quale tuttavia si è fondato soprattutto sulla larga disponibilità di manodopera a basso costo e sulla conseguente competitività dei prezzi sul mercato.

Einstein diceva che tutto dovrebbe essere fatto nel modo più semplice, ma non è semplice. Infatti per fare le cose nel modo più semplice, dobbiamo molto spesso farle prima in modo più complicato e, in seguito a numerosi fallimenti o risultati insufficienti, o parzialmente soddisfacenti, renderci conto di cosa complicava il meccanismo di funzionamento e di cosa togliere, cosa lasciare, cosa modificare, cosa aggiungere. E’ sbagliando che un bambino impara, è cadendo che capisce come muovere una gamba davanti all’altra, come mantenere l’equilibrio; una volta imparato poi si ritiene semplice, intuitivo e scontato il fatto di saper camminare anche se in realtà è stato difficilissimo capire come fare, come rendere semplice e naturale un’azione. Non esiste la crescita costante e continua, può esistere una sensazione di questo concetto instabile e fortificata dall’informazione errata che circola. Esiste invece un modello che attualmente è ben rappresentabile con un’onda, e come un’onda di mare può portare via tutto.

Link correlati

Differenze. Dalle leggi della natura al denaro
La nazione come il Monopoly
Questione di punti di vista

Crisi economica ciclica - Fenomeno assimilabile ad un'onda sinusoidale smorzata

Il fenomeno delle crisi economiche è ciclico, tuttavia non può essere assimilato ad una normale onda
sinusoidale in quanto ciò equivarrebbe ad affermare che, una volta terminata una crisi economica le
condizioni possano tornare al pari della migliore situazione precedente. Ovviamente così non è, si
verificano infatti delle perdite le quali, in fase di ri-crescita, portano a picchi via via più bassi. Il
fenomeno della crisi economica ciclica può pertanto essere assimilato ad un’onda sinusoidale smorzata.