Rubrica: Il fantastico mondo della comunicazione
Titolo o argomento: Una buona comunicazione parte da semplici regole
Buona la prima
Ricordando che “non avrete mai la seconda possibilità di fare una buona impressione la prima volta” (questa espressione arriva un attimo dopo ma è alquanto efficace e, onestamente, non è mia), quando parlate davanti ad un pubblico, specie le prime volte, tentate (anche se in realtà dovreste riuscirvi pienamente) di seguire gli accorgimenti che seguono.
Questione di toni
Alzate il tono ed il volume. Per esporre la vostra idea è necessaria una voce sicura, non occorre urlare, anzi va assolutamente evitato, ma un tono distinto, sicuro, con parole ben scandite e la profondità conferita dal diaframma sono realmente indispensabili per raggiungere piacevolmente le orecchie del vostro pubblico (per raggiungere anche il cervello dovrete esprimere anche concetti sensati, ma questo è un altro punto).
Il microfono
Tenete il microfono 10 centimetri sotto il mento con la mano che lo regge attaccata allo sterno. Tenere il microfono volante rischia solo di dar luogo a fastidiose variazioni di volume specie dove sono assenti impianti di microfonia professionali.
Il sorriso
Sorridete. I seriosi non hanno mai convinto nessuno. Attenzione! I seriosi non hanno mai convinto nessuno, non i seri, vi è una sostanziale differenza tra serio e serioso (scoprila da solo leggendo semplicemente un dizionario). In ogni caso sorridete in modo garbato al fine di esprimere serenità, evitate quindi sorrisi forzati modello ebete.
Nome e cognome
Presentatevi con il vostro Nome e Cognome. Il vostro pubblico deve sapere chi siete, a chi rivolgersi per delle domande, dei chiarimenti e quant’altro. Inoltre non fate mai l’errore di presentarvi dicendo prima il cognome e poi il nome, non è professionale.
Credeteci voi per primi – parte prima
Se non siete sicuri di voi stessi, rischiate di oscillare tra l’insicurezza e l’arroganza ossia tra la possibilità di non convincere nessuno e quella di passare per dei saccenti che avanzano pretese di credibilità. Quando si presenta qualcosa, un progetto, un idea, un’azienda ci si aspetta che quanto si stia affermando corrisponda ovviamente al vero; in tal caso non esitate a giocarvi il cuore, la passione essendo genuini ma non deboli. Il pubblico avvertirà quello che realmente provate e, anche se vi gaserete un po’, non passerete certamente per insicuri ma nemmeno per antipatici arroganti.
Coinvolgete con lo sguardo
Guardate gli interlocutori, usate lo sguardo per farvi un giro panoramico di tutte le file di sedie. Coinvolgete anche solo con lo sguardo. Anche se può sembrarvi bizzarro potete allenarvi a parlare e guardare le varie postazioni degli uditori in una sala vuota. Non guardate troppo a lungo lo schermo del proiettore, così come il vostro notebook o dispositivo elettronico del momento e, non sia mai… evitate di guardare il pavimento. Per superare la paura ed i timori delle “prime volte” potete fingere di guardare delle persone e magari osservare oggetti a loro vicini. State tranquilli, nessuno se ne accorgerà. Voi avete mai capito chi è che guardano gli oratori alle conferenze? Io non mi giro a scoprirlo : ).
Registratevi e riguardatevi
Quando tenete una conferenza fatevi registrare (meglio se un filmato) in modo che possiate riosservarvi e rendervi conto da soli degli errori commessi: eccessi di timidezza, comportamenti poco coinvolgenti, basso volume della voce, sguardi persi…
Di quello che dirai, dillo, dì di averlo detto
Fate perno sulla fondamentale regola della comunicazione in pubblico “Di quello che dirai, dillo, dì di averlo detto”. Questo significa che dovete assolutamente introdurre, meglio se in maniera ordinata, i temi che affronterete (magari fornendo motivazioni attrattive), dovrete poi esporli (come promesso) punto per punto (del resto il tuo pubblico è lì soprattutto per i vostri contenuti) ed infine concluderete, magari con delle riflessioni sugli argomenti trattati , al fine di confermare che quanto promesso è stato mantenuto. A questo punto, se vi siete correttamente presentati, potrete soddisfare le curiosità che vi giungeranno tramite domande degli uditori.
La respirazione
Prima di andare in pubblico respirate con la pancia tenendovi la mano sopra. Evitate la respirazione di torace per evitare di alimentare ansia, tachicardia, stress, affanno ed una conseguente pessima esposizione. Fate qualche esercizio di respirazione con la mano sulla pancia coinvolgendo quest’ultima nella respirazione, vi sarà utile per distendersi (certo che spiegarlo tramite un articolo di un blog non credo sia il massimo… perdonatemi).
Il pensiero
Sempre nel caso siate timorosi di esporre in pubblico, prima del vostro momento cercate di pensare a qualcosa di bello, che vi appassioni e vi dia gusto. Vi aiuterà ad entrare in sala con un’aria positiva e più rilassata.
Credeteci voi per primi – parte seconda
Sentitevi coinvolti se volete coinvolgere. Credere nelle proprie idee aiuta a trasportare gli altri attraverso le vostre visioni. Quando il pubblico vi vede presi, inizia a fantasticare su quanto state proponendo cercando di immaginare cosa voi provate ed il gusto che ne traete nonché quello che ne potrebbe trarre egli stesso.
Il jolly in tasca
Tenete sempre il Jolly in tasca, non è raro infatti che qualcuno tenti di mettervi in difficoltà con domande del genere: “Perchè dovremmo investire sulla sua idea?”. Ebbene, se non avete risposte pronte a simili domande (ce ne sono in realtà molte di più) addio alla vostra credibilità e, a meno che non siate un gruppo dove altri vostri colleghi sono in grado di esporre meglio un concetto dove sono più preparati, addio anche al vostro progetto : ).
Conclusioni
Concludendo, andate a qualche conferenza prima di tenerne una vostra e cercate di domandarvi cosa non vi è piaciuto delle conferenze alle quali avete partecipato ed il perchè. Cercate di accorgervi di cosa stava accadendo mentre avete iniziato a sbadigliare, mentre siete andati altrove con il pensiero, mentre avete iniziato ad agitare la penna, a muovere le gambe, a desiderare di andar via. Pensate poi a cosa avreste voluto invece sentire in quel momento e come.