Reflex digitale: l’obiettivo, la lunghezza focale e l’angolo di campo

Rubrica: Portare al limite una Reflex digitale -3-
Titolo o argomento: L’obiettivo, la lunghezza focale e l’angolo di campo

Se siete degli esperti in materia questo articolo non vi occorre, ma se siete degli amatori e avete deciso di acquistare un nuovo obiettivo per spingervi oltre il classico 18-55 allora potreste trovarlo utile. 😀

Lunghezza focale

La lunghezza focale solitamente si  misura in millimetri, essa rappresenta la distanza che intercorre tra il centro dell’obiettivo ed il piano focale dove scorre la pellicola o si trova il sensore.

Ruotando la ghiera fino alla posizione ∞ (infinito) è possibile  effettuare la misurazione della lughezza focale quando anche la messa a fuoco è regolata su infinito.

Maggiore è la lunghezza focale e minore sarà la parte di scena inquadrata.

lunghezza-focale.jpg

Angolo di Campo

Viene espresso in gradi e rappresenta l’ampiezza del campo inquadrato da un determinato obiettivo.

Ad ogni lunghezza focale corrisponde un preciso angolo di campo che si ottiene misurando l’angolo al vertice di un triangolo isoscele che ha per base la dimensione della diagonale del fotogramma e per altezza la lunghezza focale.

Tanto maggiore sarà la lunghezza focale e tanto più piccolo sarà l’angolo di campo.

lunghezza-focale_c.jpg

Esempio

Obiettivo con elevata lunghezza focale (a sinistra sotto) o teleobiettivo. Obiettivo con ridottissima lunghezza focale (a destra sotto) o grandangolo; in questo esempio si tratta esattamente di un obiettivo detto “fisheye”. E’ evidente dalle due immagini cosa sia l’angolo di campo…

teleobiettivo.jpg fisheye.jpg

Alcuni valori utili

  • Lunghezza focale/Angolo di campo

  • fisheye/180°

  • 14mm/114°

  • 17mm/104°

  • 24mm/84°

  • 28mm/76°

  • 35mm/64°

  • 50mm/45°

  • 70mm/34°

  • 105mm/23°

  • 135mm/18°

  • 200mm/12°

  • 300mm/8°

  • 400mm/6°

  • 500mm/5°

  • 600mm/4°

  • 1200mm/2°

La sensibilità della pellicola

Rubrica: Portare al limite una Reflex digitale -2-
Titolo o argomento: La sensibilità della pellicola

E’ detta anche rapidità della pellicola ed esprime quanto una pellicola sia sensibile alla luce. Una volta veniva espressa in ASA che è l’acronimo di American Standard Association oppure in DIN ovvero Deutsche Industrie Norm.

Oggi, invece di utilizzare le due precedenti denominazioni, se ne usa una: ISO (International Standard Organization). Quella che segue è una scala delle principali pellicole che erano disponibili in commercio prima dell’avvento del digitale: ISO 25 50 100 200 400 800.

Sotto ai 100 ISO le pellicole venivano chiamate a bassa sensibilità. Al valore di 100 ISO venivano chiamate di media sensibilità; oltre i 100 ISO erano definite ad alta sensibilità. Una pellicola a bassa sensibilità produce un’immagine con poca grana. Viceversa una pellicola ad alta sensibilità produce molta grana sulle immagini.

Le pellicole ad alta sensibilità si utilizzano prevalentemente in due casi:

  1. quando la scena ha un’illuminazione molto bassa

  2. quando un oggetto ripreso è in movimento e si adottano tempi di esposizione brevi

auto-in-movimento-scatto-in-movimento.jpg

Con l’avvento del digitale, il range di sensibilità ISO è dato dalla dimensione del sensore. Tanto maggiore è la dimensione del sensore e tanto maggiore sarà la sensibilità raggiungibile. Inoltre, un sensore più grande (a parità di megapixel), vi darà il vantaggio di un minore “rumore” nell’immagine.

Introduzione alle Reflex digitali

Rubrica: Portare al limite una Reflex digitale -1-
Titolo o argomento: Le reflex digitali

Si chiamano REFLEX perchè il loro mirino è posto su un asse differente da quello dell’obiettivo e un sistema di “riflessione” provvede a riportare sul mirino ciò che l’obiettivo visualizza, o meglio, solo il 95% dell’immagine ripresa. Ovviamente quello che l’obiettivo visualizza viene proiettato sulla pellicola (nelle REFLEX analogiche) o sul sensore se si tratta di una REFLEX digitale.

Il meccanismo di riflessione è corredato di uno specchietto inclinato che riflette la scena all’interno di un pentaprisma che a sua volta produce un’ulteriore immagine riflessa.

schema-reflex_2.jpg

Un meccanismo collegato al pulsante di scatto fa alzare lo specchietto nell’istante in cui si scatta la foto. Questo impedisce la riflessione dell’immagine all’interno del pentaprisma. Tale operazione è necessaria, nel momento dello scatto (ossia quando si apre l’otturatore), per lasciar passare la luce della scena e farle raggiungere il sensore impressionandolo.

Al termine del tempo di esposizione, quando si chiude l’otturatore, lo specchietto torna nella sua posizione iniziale inclinata.

Continua…