Le polarità del Marketing

Tra realtà e storielle

Il marketing, a mio avviso, si divide in due branche: quello positivo e quello negativo. Cosa voglio dire? Ecco una semplicissima sintesi comprensibile a chiunque (spero).

  • Il marketing positivo è quello più facile da realizzare e veritiero secondo me: Si tratta di promuovere e di portare all’attenzione del pubblico un prodotto che sia davvero qualitatevole. Un prodotto che è bene far conoscere, un prodotto utile, che svolge realmente la sua funzione, che non delude le aspettative, che risponde bene all’utilizzatore, è intuitivo, gli da feeling, un prodotto che dura nel tempo, che conferisce all’utilizzatore  un feed back, un prodotto che può essere ammortizzato come spessa mensile senza deteriorarsi in anticipo rispetto alla sua vita prevista, un prodotto fatto con materiali di pregio, un prodotto tecnologico o ammirevole nella sua semplicità, un prodotto assemblato e curato in modo ottimale, un prodotto realizzato con tecniche e lavorazioni sopraffine, precise, un prodotto realizzato da tecnici pagati con stipendi decenti… In questo caso, se il prodotto a cui state pensando risponde almeno all’80% di questi requisiti, si tratta di un prodotto che quando è stato pubblicizzato, vi è stato raccontato dicendo il vero.

  • D’altra parte poi esiste il marketing negativo (io lo suddivido così). Questa sorta di marketing si preoccupa di promuovere prodotti fittizzi, affatto validi; si preoccupa più di illudervi e trovare il modo migliore di vendere fumo, piuttosto che descrivere esattamente cosa state acquistando. Se vi dicesse (per assurdo) la realtà è ovvio che non acquistereste il prodotto. In questo caso vi verranno raccontate storielle, vi racconteranno che il personaggio famoso ne fa uso (pur non sapendo nemmeno cosa sia e pur non avendolo mai visto, né tantomeno posseduto), vi racconteranno che oggi ce l’hanno tutti (come se fosse un valido motivo), vi racconteranno che luccica e sbrilluccica. Vi racconteranno esattamente ciò che vogliono e spenderanno milioni di dollari in costose e difficili campagne pubblicitarie…

Il prodotto di vera qualità ha bisogno sì di essere conosciuto e pubblicizzato, ma non di martellarvi o raccontarvi cose non veritiere…

Se è vero che non tutto il male viene per nuocere, dopo questa crisi, l’italiano sarà più esigente e spenderà, aguzzando la vista, solo per prodotti realmente validi…

Alla fiera dell’est per due euro, il parcheggio mio padre pagò

alla fiera dell’est per 60 euro, 3 biglietti mio padre comprò

alla fiera dell’est per 30 euro, 3 panini e 3 coke mio padre comprò

e venne il tizio che ci voleva vend…

Affancucco la fiera dell’est…….

3 risposte a “Le polarità del Marketing”

  1. secondo me fai un errore concettuale: quello di mescolare il fattore maketing (con tutto ciò che ne consegue, ossia branding posizionamento e c___i vari) col fattore prodotto: non esiste marketing “buono” e marketing “cattivo”, esistono prodotti buoni e prodotti cattivi: se come lavoro io faccio campagne di marketing, qualcuno viene da me con un oggetto scadente ed io riesco a farglielo vendere, allora si può dire che io sono molto bravo in quello che faccio.
    detto questo bisogna dire che il marketing stesso è nato nel momento in cui nel mercato si è creato un surplus di prodotto, quindi il consumatore si è trovato per la prima volta davanti ad una scelta: come veicolare questa scelta? publicizzando i lati positivi di un prodotto, anche perchè prodotti nella stessa fascia di prezzo solitamente propongono caratteristiche e difetti assai simili;
    poi sul discorso della qualità dei prodotti hai perfettamente ragione, ma secondo me è un altra faccenda….

  2. Ma per marketing negativo (come l’ho chiamato in gergo…) intendo semplicemente il far passare agli occhi della gente per straordinario un prodotto che tale non è. Ovvio tu dici che si tratta di una mancata qualità del prodotto ma chi ha realizzato una descrizione, una pubblicità e tutta la campagna di informazione che c’è dietro, era perfettamente a conoscenza di non dire il vero. Dico sempre che quello è il tipo di marketing al quale sono immune. Il marketing fondamentalmente ti racconta una storia. Se la storia è fasulla… Probabilmente mi esprimo male e non riesco a farmi capire. Comunque grazie per il commento, replica senza problemi 🙂

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