Il lato umano delle corse: Rossi e il motomondiale

Tutto ciò di cui “l’informazione” non sta parlando.

Sono rimasto sorpreso dalla superficialità con cui in questi giorni si è parlato delle vicende legate a Valentino Rossi. A dire il vero si è parlato largamente di quanto gli sta accadendo: dalle gravi minacce sino all’incidente che per ora ha compromesso il suo campionato. La cosa che più mi meraviglia è che i principali siti che informano su questi temi hanno solo parlato della gamba, della placca con quattro viti, del pilota che sostituirà Valentino in questo periodo di riposo, se Valentino potrebbe ancora vincere o meno, il mercato dei piloti… Insomma la solita pappa superficiale che a mio avviso fa una notizia blanda, anonima e che presto dimenticheranno tutti.

Il vero problema da analizzare è quello che vi pongo di seguito. Valentino Rossi ha ricevuto gravi minacce. Minacce che lo hanno ferito dentro. Che lo hanno percosso. Che lo hanno distratto. E’ un campione e non ci sono dubbi ma è anche un uomo e come tale ha anche dei sentimenti. Sono sicuro del fatto che sia rimasto molto male per la vicenda minacce. Se hai carattere come lui, ti fai uno spuntino delle critiche dei tifosi di altri piloti e/o squadre e diventi ancora più forte. Ma a tutto c’è un limite. Vorrei vedere voi come vivreste se sapeste che qualcuno vuole farvi del male in modo grave e con una rabbia inaudita.

Valentino il giorno prima delle qualifiche ufficiali ha rilasciato un’intervista in televisione nella quale, con uno sguardo visivamente triste, ha affermato:”Mi si è spenta la luce…”. E’ un’affermazione pesante. Valentino Rossi ha fatto benissimo ad essere sincero, ad essere vero, ad essere un uomo che non finge che i problemi non ci siano e che vada tutto bene anche quando non è vero.

Davanti ad un’affermazione di tale carattere, una squadra che ci sa fare avrebbe dovuto impedire a Valentino di correre. Avrebbe dovuto guardare il lato umano e dire:”Il nostro pilota non è a posto con l’ingrediente principale per vincere una corsa, non è il motore, non è il telaio, non è il talento… è il cervello, lo stato d’animo.” La mente di Valentino Rossi era da un’altra parte, la squadra non avrebbe dovuto farlo correre e non importa quanto maledetto denaro porti il binomio Valentino Rossi – Mugello… Quello che importa è la sua salute fisica e mentale. La sua sicurezza. Una squadra che ci sa fare deve mettere la sicurezza del suo pilota avanti a tutto e impedire a Valentino Rossi  o a chiunque altro di girare in simili condizioni anche qualora il pilota insista nel farlo.

Si sarebbe potuta saltare una gara o anche due. Riprendersi dagli sconvolgenti problemi legati alle minacce e a ciò che umanamente lo hanno portato a dire “mi si è spenta la luce”. Ora, per dare priorità al motomondiale e a tutte le sue sciocche regole, la squadra è riuscita in pieno a compromettere un’intera stagione anzichè solo una o due gare e non importa anche nel caso che Valentino abbia insistito nel voler correre ugualmente… Una squadra dovrebbe essere come una famiglia ed essere al di sopra del pilota indipendentemente da quanto esso possa essere vincente e affermato.

Valentino Rossi è stato fortunato, poteva rischiare molto di più e la squadra non ha impedito che corresse in seguito ad un’affermazione sconvolgente: “Mi si è spenta la luce”. E i giornali, i blog, le televisioni, hanno il coraggio di parlare di mercato piloti, di quante gare passeranno prima che Valentino ritorni? La cosa che conta di più è il lato umano.

valentino_rossi

7 risposte a “Il lato umano delle corse: Rossi e il motomondiale”

  1. Beh effettivamente rossi che fa un errore di quel genere è già una cosa molto strana, rossi che fa quel tipo di errore di guida al mugello è ancora più strano.

  2. Ah ma non potevi aspettarti che rinunciassero a Valentino proprio nella gara del Mugello 🙂 Quello che dici è giusto secondo me però un pò utopico, le squadre non arrivano a questo… anche se Ducati con Stoner fece quella pausa di alcuni gran premi lo scorso anno… Dai forse sì, forse l’avrebbero potuto fare ma se fosse stato un altro gran premio.

  3. forse digitare “minacce Valentino Rossi” su google Le avrebbe risparmiato tempo e affermazioni discutibili sulla superficialità di come è stato trattato l’argomento.

  4. E’ una situazione delicata… difficile stabilire le responsabilità, comunque sì ci vorrebbe un pò più di tatto in certe particolari situazioni.

  5. -Per Giorgio-
    Non sto dicendo che non si è parlato del fatto delle minacce, probabilmente lei non ha capito il mio articolo. Addirittura alla seconda frase del mio articolo sottolineo che invece se ne è parlato molto, moltissimo ma senza fare le giuste connesioni tra i fatti verificatisi.
    Sto dicendo che non si è detta la cosa più importante, ossia che la caduta è stata causata quasi sicuramente da una mancanza di concentrazione vista la gravità della situazione e che se Valentino Rossi afferma: “Mi si è spenta la luce” una squadra non dovrebbe prendere sottogamba la cosa e far correre comunque il suo pilota.
    Per cortesia rilegga l’articolo perchè io non ho affermato che i giornali, i blog, ecc non hanno riportato la notizia delle minacce.
    Grazie comunque per la sua schiettezza

  6. valentino in primis non avrebbe mai saltato la gara al mugello, purtroppo non è nemmeno la prima minaccia che gli fanno, come a lui anche ad altri….a quei livelli di notorietà esistono i mitomani, ma saltare una gara per un idiota mi pare eccessivo, è tutto supercontrollato in autodromo, è logico che a livello umano ti avvilisce e ti spaventa, però è il prezzo da pagare….e ripeto vale non avrebbe mai saltato il mugello.

  7. Si certo però arrivare a dire “Mi si è spenta la luce” è un bel campanello d’allarme. Io personalmente non l’avrei fatto correre, avrebbe saltato la gara, non si sarebbe fatto male e sarebbe in lotta per il campionato. Ovvio che poteva cadere in un’altra gara ma non identificandolo come un pilota kamikaze gli avrei dato modo di metabolizzare l’accaduto “minacce”.
    Probabilmente dico questo per via della mia esperienza nel mondo delle corse. Probabilmente un tifoso la vede in un’altra maniera ed è anche giusto che sia così 🙂

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