Interpretiamo la frase: “In Cina sì che gira il denaro…”

Rubrica: Crisi, osservazioni e riflessioni

Titolo o argomento: Interpretazione di un luogo comune

Sento sempre più spesso questa affermazione: “In Cina sì che gira il denaro!”. Il problema non è che dalle nostre parti non giri più perchè non ce n’é voglia, semplicemente, in questo momento, parte del denaro che manca è stato spostato altrove. Negli ultimi anni un abbondante flusso di liquidi non è scomparso ma ha gradualmente raggiunto diversi paesi dell’est, primo tra tutti la Cina. Anche l’economia si basa sulla vecchia regola della mamma “Un po’ per uno“. In Cina il gioco delle importazioni/esportazioni ha avuto un gran successo anche grazie alla sregolatezza con cui la produzione di beni è stata portata avanti a tempo pieno e con manodopera a bassissimo costo. Numeri che da noi, dove gli stipendi già non sono adeguati ai tempi, erano ovviamente ed umanamente impossibili (per fortuna). Insomma il denaro che si trovava in Italia, ed in altri paesi occidentali, ha iniziato a confluire in Cina senza però ritornare indietro in quanto, la Cina stessa, non compie importanti acquisti in occidente. L’unica eccezione è rappresentata dai prodotti di lusso occidentali, molto apprezzati in oriente, e da particolari eccellenze di cui vi riporto un curioso esempio che fa riferimento alla produzione italiana.

Si tratta di un esempio il quale, a mio avviso, dovrebbe far riflettere ogni cittadino/consumatore italiano. Tra le decine di aziende con le quali entro in contatto ogni anno ce n’é una dove il titolare mi ha colpito in particolar modo con la sua storia. In sostanza egli produce guaine in gomma o in termoplastico per cavi elettrici destinati ai più svariati impieghi. Nel rispettare rigorosamente le norme imposte dal settore, tali cavi hanno un costo leggermente superiore a quello della concorrenza cinese. Il risultato? La quasi totalità dei cavi prodotti in Italia da questa azienda non viene venduta sul territorio nazionale. La cosa sorprendente è che i prodotti realizzati finiscono nel mondo ed in particolar modo proprio in Cina dove sono molto apprezzati. Il bello è che invece, gli italiani, comprano questa tipologia di cavi dalle aziende cinesi, convinti di risparmiare. Insomma proprio dalla stessa nazione che, per esser sicura di avere un prodotto valido, compie i suoi acquisti in Italia. I cinesi per i loro impianti usano i nostri cavi e noi, per risparmiare, compriamo cavi in Cina che non rispettano i nostri standard qualitativi e che nemmeno in Cina usano di buon grado. Pare ci sia un dislivello…

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Acquistiamo moltissimo dalla Cina alla quale vendiamo pochissimo, ecco dove è finito
parte del flusso di denaro di cui oggi accusiamo la mancanza.
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