Moto TURBO “low cost”: passione a costo zero – 2

Rubrica: Le nostre prove
Titolo o argomento: Moto turbo – parte seconda

E’ stato montato un Turbocompressore frutto di più parti correttamente abbinate tra loro: Il compressore è un IHI di una Lancia Delta, la turbina è una Garrett presa da una vecchia Mini De Tommaso. Le giranti sono state fresate per essere portate alla dovuta dimensione e sono state riequilibrate su un apposito macchinario per l’equilibratura. Il carburatore proviene da una Renault 5 GT turbo. Ottimo per la situazione.

Aspirazione, compressore e radiatore olio moto turbo artigianale Collettori di aspirazione e parte inferiore del carburatore moto turbo artigianale

Importante inoltre il lavoro condotto per raccordare tutte le tubazioni che dal compressore raggiungono i collettori di aspirazione. I collettori di scarico sono stati anch’essi ottenuti artigianalmente. Non manca la valvola POP OFF per far sfiatare all’esterno la sovrapressione in aspirazione nel momento in cui si chiude il gas e la valvola WASTE GATE che permette di non superare il valore della sovrapressione impostato. In questo caso ci aggiriamo intorno ad una sovrapressione di 0,4 Bar. Un valore non incisivo per l’affidabilità e la guidabilità della moto. Con questo valore è stato possibile evitare modifiche ai pistoni e al rapporto volumetrico di compressione.

Ammissione sotto il serbatoio Ammissione sotto il serbatoio

L’alloggiamento del turbocompressore non è stata un’operazione facile. E’ stato collocato in basso sul fronte vicino al basamento e poco dietro la ruota anteriore. Questa scelta ha permesso di realizzare i dovuti collettori e le dovute tubazioni in modo più semplice evitando loro percorsi tortuosi che sarebbero complici di grandi perdite di carico del fluido. E’ stato aggiunto un scambiatore aria/olio per mantenere l’olio motore ai corretti valori di viscosità. Il radiatore in questione deriva da una Citroen Diane.

Carena turbocompressore

A livello di ciclistica si è operato sulla sospensione posteriore alzando il corpo della moto sul retro in modo da distribuire un maggior peso all’avantreno che accusa facili allegerimenti. La carena sopra i fari anteriori deriva da uno scooter, è stata tagliata, sagomata, modificata per l’esigenza. I gruppi ottici sono stati ricavati da una Yamaha e muniti di lampadine allo iodio. Anche il serbatoio è stato elaborato. La parte superiore dove allogia il tappo è stata tagliata e vi è stata applicata la parte superiore di un serbatoio della Aprilia Futura mentre il tappo del serbatoio proviene da una Gilera SP02. Questo ha permesso di ricavare un maggiore spazio per il casco quando ci si carena in velocità. Il vecchio tappo era troppo sporgente per poter permettere di rannicchiarsi sul serbatoio.

Moto turbo artigianale - Vista frontale Moto turbo artigianale - vista laterale

Il codone posteriore è di una Suzuki GSX (il famosissimo codone a goccia che caratterizzava Suzuki e Aprilia fino a qualche anno fa) anch’esso opportunamente modificato. Le selle (pilota e passeggero) sono state costruite anch’esse a mano ed adattate sulle nuove carene. Il faro posteriore sfrutta il corpo di un faro fendinebbia posteriore di una Peugeot 206. La ciliegina sulla torta è indubbiamente data dalla presenza del manometro del turbo sul cruscotto tra il tachimetro ed il contagiri.

Strumentazione moto turbo artigianale

Un lavoro mostruoso condotto solo ed unicamente per passione negli ultimi anni ed allo scopo di riuscire a preparare una moto esclusiva a costo ZERO.

Continua… Le sensazioni a motore acceso.

Link correlati:

Moto turbo “low cost” – parte 1
Moto turbo “low cost” – parte 2
Moto turbo “low cost” – parte 3

12 risposte a “Moto TURBO “low cost”: passione a costo zero – 2”

  1. Buongiorno, non conosciamo il valore esatto della velocità raggiungibile; tuttavia non essendo stato mdodificato il cambio ed i rapporti finali, la velocità raggiungibile rimane la stessa che a motore originale. La netta differenza la si avverte nelle accelerazioni da fermi e nelle riprese (specialmente ai medi regimi) quando ad esempio ci si trova a regimi piuttosto bassi in 3° o 4° marcia e si vuole aprire il gas senza scalare. La presenza del turbo è comunque “soft” in quanto la sovrapressione è relativamente bassa come puoi leggere nell’articolo. L’obiettivo non era estremizzare il mezzo (quello lo hanno già fatto in molti), ma riuscire ad ottenere una moto molto guidabile con una spesa prossima allo zero 😀

  2. salve complimenti per l’opera d’arte perchè è veramente un opera d’arte! io sto costruendo un motard da usare solo in pista e voglio montare il turbo. ho già il turbo ma vorrei sapere se è obbligatorio mettere un carburatore di un autovettura turbo? ho posso utilizzare il mio? il motore è quello della honda xl 250 grazie

  3. Ciao Antonio, a mio avviso puoi anche utilizzare il carburatore originale (purchè tu riesca a raccordare il tutto)in quanto penso che sia sicuramente dimensionato nel modo migliore per alimentare il suo motore; tuttavia non posso giurarci quindi, volendo, potresti contattare il signore che si ha preparato la moto del nostro servizio.
    Si chiama Fileni Sergio e la sua officina meccanica si trova a Jesi in provincia di Ancona, ecco il numero di telefono: 0731/64206 Puoi semplicemente dirgli che hai visto su internet un articolo sulla moto turbo che ha realizzato e che vorresti un consiglio 😀

  4. grazie della risposta sei stato molto esaustivo. oggi ho chiesto a vari meccanici e mi hanno detto che sicuramente va bene il mio carburatore per maggiore sicurezza chiamerò il meccanico che mi hai indicato. Secondo te è meglio collegare il turbo direttamente al carburatore o creare un ingresso nell’air box sigillando le altre prese d’aria?

  5. Dunque il compressore deve aspirare dall’Air Box, comprimere l’aria e inviarla compressa ai collettori di aspirazione. La turbina deve invece essere mossa dai gas di scarico in uscita dai collettori. Solo dopo che i gas di scarico hanno messo in rotazione la girante della turbina, possono passare all’effettivo scarico.
    Quindi per il compressore il passaggio corretto sarebbe:
    Air Box – Compressore – Collettore che porta al Carburatore.
    Hai pensato tra le varie modifiche di dotare il motore di Iniezione Elettronica e corpi farfallati singoli? 😀 Non sarebbe male per sfruttare al meglio la tua idea. Probabilmente sono componenti che puoi prelevare da motori Honda più recenti.

  6. salve io o una hayabusa e vorrei mettere un turbo senplice e meno costoso. Allora la turbinna ce l’ho, i colletori me li sta facendo ora un fabbro. Io avrei una domanda: il tubo (manicotto) dell’aria che arriva dal filtro, lo devo mettere semplicemente tra collettori di aspirazone e airbox? Altrimenti come fa a dividersi in 4?

  7. Ciao Mario, il tubo che parte dall’airbox (il cassoncino di aspirazione dell’aria che contiene il filtro) va al compressore. Dopo che l’aria è stata compressa parte dal compressore e va ai collettori di aspirazione. Quindi ci vuole un manicotto che vada dall’airbox al compressore ed uno che va dal compressore ai collettori. I collettori sono a parte e sono fatti in modo tale che l’ingresso sia uno solo e si dividano poi in 4 condotti ognuno dei quali va ad un cilindro.
    Invece dal lato “scarico” i collettori di scarico si collegano alla turbina, la azionano e poi vanno alla marmitta.
    Puoi vedere uno schema chiaro del turbocompressore al seguente link:
    http://www.stefanolazzarino.com/wordpress/wp-content/uploads/2009/05/21-breve-storia-del-turbocompressore/large-sistema-di-sovralimentazione-motore-ecotec-4-cilindri.jpg
    In questo schema è presente anche l’intercooler che ovviamente va posizionato tra compressore e collettori di aspirazione.
    In blu la freccia che indica dove entra l’aria che arriva dal filtro; ed in rosso la freccia che indica dove escono i gas di scarico.
    Ti consigliamo di chiedere una mano ad un meccanico appassionato per avere qualche informazione esatta sui tuoi pezzi.
    Ricordiamo che mezzi così modificati possono girare solo in pista.

  8. si molto gentile pero io vorrei sapere se io il tubo dell’aria che va fuori dall’intercooler posso infilarlo semplicemente nella scatola del filtro di plastica della moto. Naturamente chiuderei i fori di entrata aria che aveva prima e ne farei uno per mettere il tubo che viene dalla turbina. Da lì motore aspirerebbe l’aria come prima però con la presione che spinta dalla turbina. Un’altra cosa, lo scambiatore dell’aria è importante o lo posso annullare e sostituire con un tubo?

  9. Io eviterei di annullare il radiatore dell’aria (intercooler) per evitare possibili rotture del motore in seguito a temperature eccessive. Spero di aver capito bene la domanda.
    Puoi comunque chiedere informazioni presso un’officina Suzuki.

  10. salve trovo il suo lavoro una genialata…. mi permetta di chiederle una cosa: secondo lei è possibile effettuare un lavoro simile su una moto guzzi 750 a carburatori??
    ho una v75 con carburatori del 30 senza pompa di ripresa molto adatti alla sua cilindrata (montano anche su motori più grossi dove però hanno la pompa di ripresa) ed avrei la possibilità di trovare turbine a poco prezzo…
    ma: non ho la benchè minima idea di che tipo di turbine poterci montare e di quale andare a cercare e di come adattarle… secondo lei è fattibile?? che cosa ne avrei in cambio dalla moto? non vorrei toccare la ciclistica…

  11. Ciao Niccolò per un consiglio specifico come mi hai chiesto ti passo direttamente i contatti del meccanico che ha eseguito questi lavori in prima persona:
    Si chiama Fileni Sergio e la sua officina meccanica si trova a Jesi in provincia di Ancona, ecco il numero di telefono: 0731/64206 Puoi semplicemente dirgli che hai visto su questo blog i tre articoli inerenti la moto turbo che ha realizzato ed esporgli la tua domanda. Sergio è molto disponibile 🙂
    Ecco il link ai tre articoli del servizio completo:
    http://ralph-dte.eu/2009/04/15/moto-turbo-parte-prima/
    http://ralph-dte.eu/2009/04/15/moto-turbo-parte-seconda/
    http://ralph-dte.eu/2009/04/15/moto-turbo-parte-terza/

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