Quello spot che rimbomba nella testa

Uno studio pubblicato sul British Journal of Psychology svela il mistero dei “bachi dell’orecchio”. Avete presente i jingle delle pubblicità martellanti o le canzoni estive del momento? I tentativi di cancellarli fanno ottenere l’effetto opposto. I ricercatori suggeriscono di distrarsi in quanto più si cerca di scansare dalla mente questi spot o musiche echeggianti e più queste hanno la meglio. Sembra strano ma di fronte al ritornello “non riesco a cacciarlo via dalla testa” la tecnica migliore è allora quella di arrendersi, di assoggettarsi alla melodia che suona e risuona compulsivamente nel nostro cervello fino ad arrivare a schiarirsi la gola e iniziare a cantarla davvero. La versione reale, nella maggior parte dei casi, sarà talmente repellente da scacciare il disco interno che si era incantato.

Inutile dire che guardare meno la televisione fa sicuramente bene come fa bene togliere il volume durante gli eccessi di pubblicità. Io aggiungo che l’unico modo che ho trovato per “vincere” su questi ritornelli martellanti è quello di avere nella mente un repertorio molto più vasto di jingle e canzoni possibilmente non associate a spot pubblicitari o, quantomeno, non a spot attuali. Inoltre quando si studia e si conosce il metodo adottato dalle pubblicità per penetrarvi, automaticamente il meccanismo decade… non funziona più.