La continua lotta contro il sistema Italia: La tecnologia – Parte 4

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Risolvere i problemi dell’Italia da soli

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Conclusioni circa l’articolazione “Tecnologia” di questa rubrica

Ci siamo soffermati in particolar modo sulla voce “Tecnologia” in quanto, nonostante gli aspetti sociali ed economici siano trattati largamente su questo Blog, il carattere predominante spetta pur sempre all’affascinante ambito tecnologico del panorama mondiale. Molti altri esempi si potrebbero esporre ma non serve allungare il brodo una volta capiti i concetti chiave; sarebbe già buona cosa comprendere che non basta leggere un libro o imparare un concetto a memoria, è necessario invece stimolare la mente a ragionare, imparare a fare ricerca, imparare a verificare le teorie sostenute, imparare ad essere versatili e non ottusi*, farsi continuamente domande, essere curiosi, cercare di vedere se si è capaci nel passare da una teoria imparata su un libro alla sua applicazione pratica su un progetto interamente curato da voi…
Ogni singola frase di questa serie di articoli (così come di tutti gli altri presenti in questo Blog) è oggi perfettamente dimostrabile da parte di chiunque e rappresenta pertanto un concreto spunto oggettivo adornato di 16 curiosi esempi (solo nell’articolazione “Tecnologia”) facilmente verificabili se si dispone di un buon metodo di studio.

*Non dimenticherò mai un dermatologo a cui feci una domanda sul cuoio capelluto aggiungendo una mia ipotesi, da profano, di biomeccanica (che non sapevo né potevo dimostrare essendo per l’appunto ignorante in materia). Lui si mise a ridere quasi con tenerezza come a dire “Poverino…”. Due anni dopo un giovane ricercatore ottenne un riconoscimento perchè condusse uno studio completo, che ovviamente seppe dimostrare, che portava allo stesso risultato della mia ipotesi… Evitando false modestie posso affermare di essere orgoglioso di esserci arrivato anche io.

Esempi di risposte logiche

Così uso già da anni tecnologie e metodi che ancora la gente non ha, non conosce**, non ha studiato, non sa ancora approcciare, addirittura in alcuni casi nemmeno concepisce e, anche se di tali tecnologie non ne viene finanziata e promossa la diffusione, studiare tanto in maniera “costruttiva” (quindi non a cantilena) ripaga almeno degli sforzi sostenuti e migliora la qualità della vita. Lo scarso interesse della massa poi è un problema che affligge la massa stessa e non più di tanto un ricercatore***, un giovane che ha voglia di fare o un adulto che desidera ancora mettersi in gioco ed ama vivere un cambiamento, un’evoluzione che si possa toccar con mano. Studiando oltre (viaggiando oltre gli ordinari piani di studi, visitando quella affascinante dimensione che si chiama ricerca, in questo caso, tecnologica) avete la possibilità di portare il futuro nel presente senza necessità di attendere che qualcuno decida per voi che è il momento giusto. Ed è per questo che, senza eccedere, mi concedo di affermar che vivo 20 anni nel futuro senza bisogno di una macchina del tempo. E’ bastata la curiosità, è bastato farsi tante domande, è bastato chiedersi perchè diversi programmi di studio risultassero così noiosi pur avendo io una gran voglia di studiare, è bastato nutrire il desiderio di capire come funzionano quante più cose possibile, è bastato crescere fin da piccoli tra spunti di fisica come ad esempio le celle termoelettriche, i materiali piezoelettrici, i cicli termodinamici… i cui effetti mio padre mi mostrava come fossero un gioco. Un gioco che mi affascinava ma che non capivo. Probabilmente è proprio vero che il caso non esiste.

Quando ho fatto domanda per far togliere il contatore della rete elettrica, l’operatrice mi ha chiesto a quale fornitore intendessi passare. Io le ho risposto che non sarei passato a nessun altro fornitore e lei, decisamente sorpresa, mi ha chiesto come avrei fatto ad avere l’energia che mi occorre. Un istante dopo ha proseguito chiedendomi se avessi intenzione di installare un impianto fotovoltaico, al che le ho risposto che basta semplicemente studiare per bene i libri di Ingegneria Meccanica e, in particolar modo, i testi di Fisica Generale I, Fisica Generale II, Elettrotecnica, Analisi Matematica I, Analisi Matematica II, Meccatronica, Macchine, ecc.. Nessun segreto quindi, è sufficiente semplicemente (ironia della sorte) non studiare “meccanicamente”…

Questo offre almeno una possibilità di modellare il futuro con le proprie mani e costruire da sé le alternative che oggi non vengono proposte, o vengono proposte in ritardo come fossero nuove, o vengono proposte a condizione “che”. Ma sappiate fin da prima che, senza bisogno di elencarvi le mie, sono solitamente più scomode, richiedono più impegno, implicano un sacrificio iniziale, non sono necessariamente in tutti i casi più economiche… ma vi rendono liberi, vi fanno sentire il brivido dell’indipendenza, vi fanno sentire felici se siete creativi, costruttivi dentro, curiosi, vi offrono una possibilità di scegliere tra quello che c’è già e quello che potreste avere. Ma tutto questo se e solo se vi dà gusto la vita, viverla fino in fondo, viverla a modo vostro, viverla in un modo nuovo, viverla in maniera più semplice (anche se, paradossalmente, con tecnologie più sofisticate), viverla senza l’assidua ricerca della “comodità” e viverla sapendo che siete stati voi a scegliere ciò che ritenevate più adatto e non siete stati vincolati verso una sorte unilaterale preannunciata.

La vostra sicurezza in quello che farete (attenzione non il fanatismo) verrà percepita da chi vi sta intorno. Grazie a questo, fidatevi, se quello che farete sarà fatto bene, non vi considereranno diversi, non si allontaneranno da voi e non riterranno un problema il fatto che non vi siate omologati alla società. L’importante è che non imponiate mai a nessuno il vostro pensiero, che non giudichiate mai migliore quello che fate (piuttosto definitela la vostra rispettabile scelta) e che non stiate sempre lì a parlarne, ad esser petulanti ripetitivi predicatori… non serve. Le persone sono molto più intelligenti di quello che sembrano, hanno solo bisogno di stimoli, rapidi input, provocazioni, piccole scossette.

**Per carità non mi scrivete effettuando insinuazioni circa il moto perpetuo e improbabili teorie, io mi riferisco a quello che nei libri di fisica c’è già, è già dimostrato e si può sfruttare fin da subito, anche da soli, se solo lo si studiasse a fondo coniugandolo con le materie che vi gravitano attorno, come ad esempio l’elettrotecnica e la meccatronica. Un esempio? Incrementare, fino al triplo, la produzione energetica di un impianto fotovoltaico con un sistema di inseguimento autocostruito e autoadattativo che non segue un movimento impostato ma rileva da solo da che direzione proviene l’irraggiamento migliore. Sfruttare i principi della fisica per costruirsi un sistema d’accumulo ad hoc, magari senza pretese ma ad hoc. Evolvere da soli il proprio autoveicolo (certo, competenze e razionalità permettendo) per trasformarlo in ibrido senza doverne acquistare un altro nuovo, costosissimo e che magari non è corredato della tecnologia che invece voi avete scelto. Il vostro robot personalizzato, il vostro dispositivo personalizzato, e così via…

***Specie se non ha intenzione alcuna di trasformare in business qualunque cosa egli studi ma è semplicemente spinto dalla passione.

Continua…

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Nell’immagine un fotoresistore appoggiato su una normale stilo. Si tratta di un
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proporzionale alla quantità di luce che lo investe. Componente utile, ad esempio,
quando si realizza un sistema che deve “leggere” la luce per “suggerire” la
posizione ideale di esposizione di un dispositivo (magari proprio di un impianto
fotovoltaico motorizzato). Ma esistono diversi altri mezzi, sfruttanti
opportune leggi fisiche, per raggiungere lo stesso scopo.