La continua lotta contro il sistema Italia: Introduzione

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Risolvere i problemi dell’Italia da soli

Introduzione

Oggi fa un mese esatto che non riesco a pubblicare i miei articoli. Nonostante abbia già scritto numerose bozze ed abbia perfettamente chiaro quali temi trattare, quali fonti contattare, quali spunti inserire, quali viaggi fare, non riesco a trovare un momento di tranquillità per riprendere la concentrazione ed organizzare contenuti di qualità come si conviene ad una seria e prolifica divulgazione. La causa risiede nel fatto che il sistema Italia da troppi anni continua a non funzionare e gli effetti dei conseguenti danni non tardano a farsi sentire. Se fosse solo per reale incompetenza degli addetti ai lavori potrei anche capire (in parte) ma… che si tratti di precise volontà per mettere il paese in ginocchio ed annullare slealmente la sua competitività, proprio non lo posso tollerare.

Io mi occupo di studiare, ricercare, imparare e, al momento opportuno, progettare, sperimentare e costruire. L’oggetto delle mie ricerche, dei miei studi e dei miei progetti, è generalmente utile ad un enorme numero di persone (vedi l’intro alla pagina STUDIO). Quindi questa mia volontà nello studiare, ci si aspetterebbe, dovrebbe esser premiata in qualche modo in quanto rara ed al contempo necessaria. Ma secondo voi è ciò che realmente accade? Ovviamente no (scialba domanda retorica) anche se un lieto fine per fortuna c’è. Grazie ad una formazione extra (non prevista dagli ordinari percorsi di studio), ho imparato a risolvere da solo molti dei problemi che echeggiano nel quotidiano. Naturalmente quel poco che posso fare da solo è utile solo ai miei familiari e me però, se desiderate seguire nella lettura, è probabile che riesca ad offrirvi una scossa utile a credere di più nel vostro potenziale nascosto. Certo non posso esporre chiaramente la mia strategia sulle questioni economiche, del lavoro, dei trasporti, dell’energia, dell’innovazione, e molto altro, per il semplice motivo che, per fare una legge sciocca che renda illegale la mia vita pare che bastino pochi giorni, mentre per emettere leggi utili all’intero paese pare non siano sufficienti diversi decenni.

Sono naturalmente portato per affrontare i problemi di tutti i giorni (di diversi livelli di difficoltà e che si estendono dalla microeconomia all’ingegneria, dalla burocrazia alle truffe, dalla giovane impresa all’organizzazione di servizi, dai trasporti all’energia, dall’innovazione alla legislazione, ecc.), analizzarli e, sovente, persino risolverli. Non son fatto per ignorarli attendendo l’improbabile intervento di qualche chimerico personaggio… A tutto però c’è un limite, cominciamo quindi con qualche utile spunto.

Continua…

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Tratto da | Taken from
Matrix, Lana e Andy Wachowski, USA, Australia, 1999

La leva del potere

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Chi può cambiare, migliorare, ammodernare realmente l’Italia?

Mi chiedo: I gestori dello stato sono poi così diversi dallo stato stesso? Sono così diversi dai suoi abitanti? Chi erano costoro prima di arrivare ad occupare particolari posizioni? Che facevano da bambini? La mia modesta opinione è che non risulti poi così difficile oliare gli ingranaggi di una semplice riflessione e domandarsi: Non sarà per caso che i gestori dello stato che si macchiano di azioni vergognose, talvolta atroci, abbiano semplicemente avuto modo (l’occasione male utilizzata) di imprimere la loro forza su una leva più grande di quella di cui dispongono i cittadini?

In Italia una lunga serie di azioni discutibili non sono compiute anche dalla cittadinanza? Non è forse la popolazione che non rispetta i limiti di velocità, le regole del traffico ed i pedoni? Non è forse la popolazione che infrange le norme che regolano il lavoro, le misure di sicurezza nei luoghi ove si lavora e le norme ambientali? Non è forse la popolazione che cerca sempre scorciatoie ai percorsi per raggiungere un risultato (favori, raccomandazioni, furbate, omissione di burocrazia, procedure, livelli di istruzione…)? Chi in realtà può dire di comportarsi egregiamente in tutto ed ai massimi livelli di disciplina, sportività e rigore?

Chi siamo?

Non siamo forse noi quelli individualisti che non sanno fare società, faticano a concepire il lavoro di squadra, temono di agevolare le carriere degli altri con il proprio contibuto a partire dai percorsi di studio universitari fino alle situazioni lavorative di gruppo?
Non siamo quelli che cercano sempre l’affare a tutti i costi, anche quando sappiamo benissimo che il tale affare non è possibile, ma ci vogliamo sperare comunque arrivando persino a mentire a noi stessi, illudendoci?
Non siamo quelli che fino agli inizi della crisi economica globale, che in un modo o nell’altro oggi iniziamo a conoscere meglio (ovviamente troppo tardi), pensavano di poter fare tutti i manager senza la più pallida esperienza ma credendo che fosse sufficiente elargire decisioni su “come faremmo noi nella tale situazione” ed inseguendo il sogno fittizio del diventare, con ogni mezzo, più o meno lecito, agiati, forti e “visibilmente” ganzi?
Non siamo quelli i quali, che lo si ammetta o meno, usano il principio di prevaricazione per esistere? Se sono più forte di te ti forzerò a darmi la ragione, a piegarti alla mia volontà, a seguire la mia rotta che ti piaccia o no. E tutto questo non nella trama di un film d’azione ma a partire già da una semplice riunione condominiale.

Sì ma ho le motivazioni, per bacco!

La maggior parte degli italiani si sente giustificata nel trovare vie di fuga, da comportamenti e regole scorrette*, facendo uso di soluzioni altrettanto scorrette ed additando i potenti di aver cominciato per primi. Sì ma così non se ne esce praticamente mai! Comprensibilissimo lo stato di frustrazione generale in cui ci troviamo come nazione, comprensibile il desiderio di voler “vivere”, ma errato l’approccio metodologico il quale non fa altro che seminare opportunismo su opportunismo.
Questo ovviamente non significa che i motivi da cui nascono sovente simili mal costumi (vedi ad esempio la burocrazia smisurata, una tassazione eccessiva, regole assurde sul lavoro o procedure che impediscono semplici azioni legittime in vari settori che ci coinvolgono) siano giusti, corretti e morali. Anzi… Però è proprio qui che il cane si morde la coda. Significa semplicemente che è fin troppo diffuso il pensiero di non impegnarsi vivamente su simili fronti cercando (e offrendo poi) soluzioni concrete per reali cambiamenti utili alla collettività. Risulta assai più comodo comportarsi come viene, autogiustificarsi e percorrere scorciatoie utili ad ottenere nell’immediato un risultato fregandosene del danno che si arreca agli altri cittadini. Magari il principio di partenza è giusto ma perdersi lungo il percorso “freghicchiando” non fa altro che portare chi compie l’azione al medesimo livello di chi è oggetto della sua critica.

*Se non assenza totale di regolamentazioni dove occorre e dove è sano, vedi ad esempio nei mercati.

Quando emerge il lato nascosto

Inutile pensare all’Italia artistica, l’Italia sensibile, l’Italia romantica. In piena crisi, in una crisi che non volge mai al termine, in una situazione che si aggrava ogni giorno di più sulla base dei voleri di grossi gruppi finanziari che gestiscono i fili di marionette e fantocci locali, il buono che c’è in noi scompare, svanisce, si cela in qualche modo ed emerge il lato più ostile alimentato dall’istinto di sopravvivenza. Ed è proprio in queste condizioni che ogni uomo mostra chi è veramente, di cosa è capace veramente, cosa può arrivare a concepire la sua mente veramente. Da un certo punto di vista, la fortuna, il lato positivo se vogliamo, è che il singolo individuo comune dispone di leve assai corte se non quasi del tutto inesistenti; la fortuna è che sovente dispone semplicemente di un fulcro, alle volte nemmeno di quello. Ma se gli si offre una leva, una leva importante, della lunghezza sufficiente, saranno molti gli uomini comuni in grado di compiere azioni deplorevoli pari se non più grandi di quelle degli uomini che, giustamente, critichiamo ogni giorno ma che saremo pronti ad imitare se solo avessimo una leva simile. La leva del potere.

Nota per coloro che amano leggere, arricchirsi interiormente,
imparare logiche nuove, dare un valore a chi sono e cosa fanno

Non conta nulla fin dove sei arrivato con la tua idea, il tuo progetto, la tua impresa, la tua strada… se quello che hai ottenuto l’hai ottenuto a danno degli altri. I veri grandi, di qualunque epoca e campo tecnico, tecnologico, scientifico, professionistico, o quello che sia, sono tali perchè hanno saputo realizzare i loro sogni, i loro vantaggi, il loro cambiamento, senza che questo abbia in alcun modo danneggiato terzi. Non importa quanto questo abbia limitato le dimensioni raggiunte da un progetto, perchè le dimensioni di un progetto non si contano solo in numeri, classi di fatturato, dimensioni e misura dell’estensione del mercato raggiunto, primati insostenibili, dominio. Si misurano in tenacia, onestà, grandezza dei sogni, volontà di realizzarli, concretezza e raggiungimento di risultati anche parziali ma totalmente puri, veri, ispiranti per chi osserva e che, come in un contagio, cercherà di replicare il vostro successo diffondendo principi attivi di sportività. A quel punto ogni cosa verrà automaticamente da sé, liscia come l’olio e non sarà necessaria alcuna leva. La genialità sta quindi nel trovare soluzioni rispettando le regole del gioco in corso. E’ così dannatamente difficile che stimola prolificamente la ragione, la creatività ed il virtuosismo.

Dove osano i veri cambiamenti

I cambiamenti veri partono dal basso, una piramide non crolla se togli l’ultimo mattone in cima, cede se cambi la sua natura dal basso. Ma questo richiede lo sforzo di ricostruire tutto da zero operando un lavoro migliore del precedente tuttavia, in un mondo che volge facilmente a false credenze e sconfinati desideri di comodità e agiatezza, chi ha voglia di impegnarsi seriamente in un duro lavoro? Quantomeno non illudiamoci che qualcosa possa cambiare se si lascia tutto così com’è o si affida l’arduo compito a certi e tali soggetti…

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leva

“Datemi un punto d’appoggio e solleverò la terra”.
Archimede.