La continua lotta contro il sistema Italia: Conclusioni – Parte 2

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Risolvere i problemi dell’Italia da soli

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Le conclusioni di questa particolare rubrica sono scritte in modo che tu possa scegliere quale livello di approfondimento raggiungere. Ora ti trovi nella seconda parte suddivisa a sua volta in livelli e paragrafi.

Vuoi un maggiore approfondimento? Giù di un livello! – I

Quando acquisisci una sana cultura diventi libero di sapere cosa vuoi

Studiare in modo divertente e stimolante, quindi, vi seduce e vi fa capire “perché” certe rare agiatezze potrebbero non servirvi affatto. La cultura offre più agiatezze di lussi, vizi e superfluo. La cultura offre benessere, la cultura vi fa scoprire cosa vi attrae realmente, la cultura vi dà equilibrio dopo una prima fase in cui, probabilmente, vi potrebbe disorientare, persino spossare, perché non ci si aspetta che le cose siano diverse da come le abbiamo sempre immaginate sotto l’azione delle più varie influenze giornaliere.

Attenzione però, la cultura non è una Laurea, o più di una. La Laurea comporta l’apprendimento di nozioni di base, di metodi, di orizzonti… sta poi a voi costruire su una base di tale spessore. Appena conseguito un bel Diploma o una Laurea è il momento di iniziare a studiare seriamente, specializzarsi, verificare, dimostrare, estendere, esplorare, sperimentare. Altrimenti si sarà ignoranti… ma con la Laurea. Acquisendo una sana cultura, imparando ad applicarla, arricchirla, espanderla, imparando a “dimostrare” teorie e assunti diventerai libero. Libero di scoprire cosa ti piace realmente e di alimentare i tuoi grandi progetti.

Studiare meccanicamente è uno sforzo mnemonico, non logico

La Matematica in particolare, come raccontato nel penultimo articolo di questa rubrica, è un allenamento mentale fantastico così come (abbiamo detto in più occasioni) lo sport non agonistico lo è per il vostro sistema cardiovascolare, respiratorio, scheletrico, muscolare… (Mens sana in corpore sano… raramente una così semplice asserzione fu più utile all’uomo). Purtroppo però, per tirar via, nelle facoltà dov’è richiesto lo studio analitico della Matematica, in molti casi si approccia lo studio meccanicamente, facendo largo uso della memoria ed affidandosi all’uso di precedenti appelli d’esame per tentare di superare l’esame più sulla base di probabilità che sulla vera comprensione dei temi.

Scopri tutte le funzioni del tuo cervello!

Andando oltre, invece, migliorate in sostanza la qualità della vostra vita dotandovi di una logica più estesa che aumenta le funzioni generate del vostro cervello, nonché la capacità di risolverne di esterne: immaginate che la vostra mente in principio sia un cellulare che può effettuare solo chiamate, successivamente cresca al punto da permettervi di inviare anche brevi messaggi di testo, in seguito elaborare immagini, fotografie e poi, ancora, diventare in grado di connettersi ad altri dispositivi, scambiare contenuti, avere app specializzate nella risoluzione di problemi, calcoli, rilievi, lavori… Tutto ciò inizia a favorire una fame di conoscenza infinita che tenta di soddisfare le curiosità emergenti di volta in volta da nuove sinapsi, nuove connessioni, nuovi ragionamenti.

Tutto questo lo si può definire “evoluzione”. Una volta usciti dallo stand-by, una volta avviate le reali potenzialità della vostra mente, non ne potrete più fare a meno. Certo queste varieranno da persona a persona e non tutti potranno raggiungere prestazioni esasperate (perché dotati di altre capacità) ma di certo otterrete in ogni caso molto più di quanto siete soliti ottenere (provate a stimolare i vostri figli con le Scienze, divertendoli con esperimenti ben presentati e sicuri posti sotto forma di “gioco” e resterete sorpresi dal motore che metterete in moto, dalle tempeste di domande che riceverete, dalle idee più assurde e poi geniali che gli sentirete esprimere…).

La pazienza sarà comunque fondamentale, non pensate di ottenere risultati in maniera “forzata”, “immediata”, “rigida”, “noiosa”. Schemi rigidi e noiosi uccidono l’interesse, la sana attrattiva. Occorre pazienza, perseveranza, voglia di giocare, esplorare, scoprire e, soprattutto, “metodo” e “continuità”. Questo fa la vera differenza. Anche l’apprendimento di queste ultime peculiarità, come l’impegnarsi nel trovare un metodo, risveglierà le vostre prestazioni dormienti fornendo un indiretto e inaspettato miglioramento della vostra qualità della vita e, conseguentemente, della società. Senza arroganza: c’è più intelligenza di quanto si pensi, occorrono solo buoni stimoli.

Diceva un’aforisma

“Se io dò un soldo a te e tu dai un soldo a me, tutti e due avremo sempre e solo un soldo; ma se io dò un’idea a te e tu dai un’idea a me, entrambi avremo due idee“. Vale anche per la cultura… Se io sono preparato e tu sei preparato, la mia preparazione può far molto per te e la tua preparazione è preziosa per me.

Vuoi un maggiore approfondimento? Giù di un livello! – II

Un impegno notevole per ogni cosa… aumentano le cose, aumentano gli impegni…

Ora, se la compagnia telefonica vi inganna e adotta comportamenti opportunistici, se c’è una legge che tutela un vostro diritto ma nessuno ve ne ha parlato, se avete compiuto una serie di acquisti che si sono rivelati insoddisfacenti (eppure tutto sembrava così allettante), se le cose si rompono stranamente troppo presto e vi dicono che l’obsolescienza programmata non esiste, se un iter burocratico vi sta dannando l’esistenza, se il vostro veicolo o la vostra abitazione non hanno rispettato le vostre aspettative e avete nostalgia di “qualcosa” di un tempo che non sapete esattamente “cosa” sia, se non riuscite più a sapere una verità che sia una sul cibo e i suoi effetti sull’organismo, sulla veridicità del biologico, sulla natura degli ingredienti e gli scopi che hanno (estetici, conservativi, emozionali, nutritivi…), se quei tessuti addosso non sono freschi, robusti e comodi come un tempo, se sentite ancora parlare di modi obsoleti di produrre accumulare recuperare energia, se quelle tecnologie del “futuro” di cui avete realmente bisogno (e che non sono fidelizzanti) tardano sempre ad arrivare e, addirittura, non ne conoscete una (che sia una) di quelle già disponibili oggi per il presente (non stiamo parlando nemmeno di domani stesso ma proprio direttamente disponibili ora)… ebbene sappiate che, ogni cosa che desiderate, comporta un impegno notevole da parte vostra. Ogni volta che vi muovete, dovete necessariamente compiere un lavoro. Espressione stucchevole apparentemente priva di senso. Lo stereotipo di un futuro ricco di benessere e comodità offertevi da qualcuno che non siate voi, va sempre di pari passo con una riduzione delle vostre libertà. Come a dire che se non compiete gli sforzi necessari ad ottenere quel che desiderate, state passando il testimone dei vostri diritti a chi potrà approfittarsi delle vostre rinunce.

Vuoi un maggiore approfondimento? Giù di un livello! – III

Le leggi dell’Universo: il Lavoro

Ogni volta che vi muovete, state compiendo un lavoro. Cosa significa? E’ una fondamentale legge dell’Universo raccontata largamente in tutti i libri di fisica, anche quelli per bambini. Non si può scampare, non si può fare altrimenti. Ogni volta che muovete voi stessi, o un qualunque oggetto, dovete necessariamente compiere un lavoro. La fisica definisce il Lavoro come “la forza applicata ad un oggetto moltiplicata per lo spostamento effettuato”. Ad esempio compio un lavoro di 100 Newton per metro (Joule) se devo applicare una forza di 50 Newton (volgarmente potremmo dire di 5 kg) per spostare una scatola lungo la distanza di 2 metri.

Le leggi dell’Universo: l’Energia

Per poter compiere questo lavoro necessiterò di Energia (accumulata nel mio organismo), l’energia è per l’appunto quella grandezza che esprime la capacità di compiere lavoro. Finché ho energia nel mio “serbatoio” potrò compiere un lavoro. Per vivere dovete nutrirvi perché ogni cosa che fate, ogni sforzo che sostenete (fisico, mentale…) avviene a spese di un’energia che, nel caso degli esseri umani, proviene dal cibo, dal sole, dall’acqua, dalla respirazione…

Quando trasferisci ad altri un tuo lavoro ti accolli comunque una spesa

Con questo “Credo” dovreste ora riuscire ad immaginare che non eviterete un lavoro accollandolo alle spese di qualcun’altro. Se qualcun’altro lavorerà per voi, ad esempio compiendo uno sforzo fisico al posto vostro, verrà da voi in qualche modo comunque retribuito. Non spenderai fatica fisica ma spenderai denaro o un baratto. Capite quindi come il concetto di “lavoro” mal si addice all’astrazione di vizi e stravizi oggi promossi attraverso il racconto illusorio di una moltitudine di piaceri presentati come facili da ottenere e, soprattutto, comodi. La vita comoda, tanto ambita dalla massa, non porta a nulla per il semplice banale motivo che la vita comoda prevede l’esclusione massima possibile di “sforzi” e quindi di “lavoro”. Senza compiere lavoro nulla si sposterà, nulla si coltiverà, nulla crescerà.
Un altro esempio banale è rappresentato dal caso in cui vi dotiate di una comodità che vi risparmia un lavoro, magari la macchina per fare il pane. Impasterà per voi, certamente, ma utilizzerà energia elettrica anziché quella che passa attraverso i vostri muscoli; starete più comodi ma avrete un maggiore impegno, una spesa iniziale o una rata, degli interessi, manutenzione, ricambi, imprevisti, costo in bolletta… Non si scampa, quel che è comodo, si paga comunque in qualche forma. E’ importante esserne consapevoli per fare le proprie scelte qualunque sia il tema che si affronta.

Il sacrificio, il rischio e il riposo…

E’ semplicemente questa la ragione (ovvero Lavoro = Forza per Spostamento) per cui le persone che riescono nei loro progetti lavorano moltissime ore al giorno, gran parte dell’anno, e si circondano di altre persone volenterose, che non hanno orari, che rimandano le vacanze, che si concentrano sulle loro passioni, mettono a frutto il loro talento e che non riescono ad andare in pausa se non a risultato raggiunto, ovvero quando tutti sono soddisfatti, impressionati ed è vivamente necessario un recupero, un premio, una distensione dalle sollecitazioni sopportate. La maggior parte delle persone evita come la peste questo stile di vita. Stile che ovviamente, come per tutte le cose, non andrebbe mai esasperato in senso opposto… tutto necessita di un equilibrio da raggiungere. Il riposo, sia esso fisico che mentale, è prezioso.

Continua…

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Quelli che non vogliono dire grazie

Rubrica: Così è la vita

Titolo o argomento: Quelli che non vogliono dire grazie

Tempo fa ho conosciuto una persona, una bravissima persona, con un’inclinazione piuttosto strana, non chiede mai aiuto agli altri. Costui evita tutte le situazioni in cui potrebbe trovarsi a dover chiedere e cerca sempre di fare solo quello che può riuscire a far da sé. In questo modo non cresce, non riesce ad ottenere di più di quello che ha, a costruire qualcosa di utile, a migliorare la sua condizione e progredire. Tutto questo anche se le occasioni non gli mancano e nonostante possieda diversa materia prima per dar vita a molte idee professionali così come a fruttuosi e costruttivi baratti (spazi privati idonei all’uso agricolo e/o artigianale, piccole ma valide proprietà, buone attrezzature per l’agricoltura, attrezzature di base per la carpenteria, la lavorazione del ferro e del legno e di prodotti agricoli, conoscenze tecniche professionali, competenze, spunti di partenza notevoli, ecc.).

Insomma tutte cose che, se te le ritrovi per un motivo o per l’altro semplicemente aprendo una porta la mattina, possono darti modo di “partire” subito ed effettuare anche solamente dei semplicissimi baratti con chi ha altre competenze e/o possiede altre attrezzature. Per non parlare poi delle brillanti occasioni, non necessariamente a sfondo imprenditoriale dominante, di dar vita a realtà di studio e ricerca come già avviene per gli apicoltori più preparati, gli agricoltori biologici, i produttori di latticini e salumi a filiera corta, e via discorrendo.

Ma qual è il motivo per cui questa persona rinuncia da una vita alle opportunità che gli si prospettano ogni giorno*? La risposta non è una mia supposizione ma la risposta realmente ottenuta dalla logica domanda, appena citata, posta a questo signore. Perchè non vuole dire grazie. Ogni singolo favore che gli viene rivolto da chi gli vuole bene, anche dai più intimi, lo retribuisce con moneta. Non vuole mai sentirsi in debito, teme vivamente questa situazione e crede che lo possa mettere in una condizione di inferiorità o incastrarlo in situazioni dalle quali sostiene di non poter venir fuori senza noie. Non comprende come possa esser bello avere bisogno degli altri e ricevere una mano da persone che spontaneamente, con il loro contributo, non farebbero altro che dimostrargli il loro affetto. Si priva così di una conferma che per molti altri invece è vitale e li fa sentire apprezzati. Con questa persona si potrebbero realizzare belle cose insieme ma il fatto che lui non voglia mai avere l’aiuto delle persone a lui vicine porta quest’ultime ad evitare di chiedere la sua collaborazione.

Risultato? Tutti fermi come dei tonti nonostante ci sia il potenziale di realizzare qualcosa di buono insieme, qualcosa che ti fa sentire stanco la sera ma allo stesso tempo soddisfatto e appagato, tutti fermi nonostante ci sia modo di aiutarsi e di sostenersi vicendevolmente con strategie che, specie di questi tempi, farebbero risparmiare denaro ad entrambi (si veda il caso dei condomini che condividono un unico allaccio all’ADSL e la pagano una sciocchezza al mese, oppure quegli agglomerati di villette, ancora rarissimi in Italia, che condividono uno Smart Grid indipendente dalla rete di distribuzione dell’elettricità).

Altro risultato? Quasi tutto quello che fa va in perdita o non produce per quello che è il reale potenziale. Non conta infatti un quintale di mele in più (ottenute magari con l’abuso della chimica…) come può esser naturale pensare, bensì la capacità di cogliere opportunità per creare situazioni, occasioni ed aspettarsi cose nuove che prima non si immaginavano minimamente. Conta la capacità di saper vivere senza schemi rigidi evitando così la “vita a memoria” che tanta apparente sicurezza sembra offrire ma che tante affascinanti sfaccettature della vita fa perdere. Così le attrezzature si arrugginiscono, le mura invecchiano e marciscono. Niente rende e niente è florido. Non si generano occasioni e opportunità, tutto quello che mantiene gli costa un patrimonio quando invece gli basterebbe collaborare con le persone più vicine e fidate che ha intorno (ma delle quali in realtà non credo si fidi) per trasformare la decadenza in fertilità. Contento lui…

*E’ proprio vero che chi ha il pane non ha i denti : )

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Alcuni penseranno che dire grazie sia tutto sommato facilissimo specie a fronte degli innumerevoli
vantaggi che trarrebbe questo mio amico, in realtà quando si hanno certi blocchi mentali la
difficoltà è enorme. Un po’ come quando ci imbattiamo in quelle persone che non chiedono
scusa e non ci riescono perchè sarebbe come un attacco al loro orgoglio ed alla loro solidità.
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Mi sono rivolto ad una finanziaria e…

Nel 2002 mi sono rivolto, a dire il vero, a più di una finanziaria per cercare di ottenere un prestito di soli 3000 euro per acquistare le prime attrezzature per il mio laboratorio. A quel tempo ero agli inizi dei miei studi di Ingegneria Meccanica e, per auto finanziarmi, lavoravo in una pasticceria gelateria. Desideravo quel prestito semplicemente per acquistare le mie attrezzature in anticipo. Nel giro di poco tempo infatti, sarei stato in grado di acquistarle comunque con i miei stipendi. Pensai anche che la possibilità di una rata mi avrebbe agevolato ed avrei evitato di spendere integralmente i miei stipendi. Insomma all’epoca, ingenuamente, pensavo che sarebbe stata un’ottima opzione per me.

Sapete cosa mi risposero all’ufficio di tale finanziaria nonostante io mi fossi presentato con un contratto di lavoro a tempo indeterminato e tutto l’occorrente? Mi risposero queste testuali parole: “Ci dispiace ma noi non prestiamo denaro per cose importanti come attrezzature utili al lavoro, le avremmo concesso il prestito nel caso in cui il suo acquisto fosse stato una moto, uno stereo, una tv, insomma oggetti futili di consumo, ma non cose utili allo sviluppo di un laboratorio ad esempio“.

Io rimasi malissimo, senza parole, di stucco… Chiesi: “Ma se io vi dicessi che ci compro una moto e poi ci prendo gli attrezzi con quel denaro?” E loro: “Ci dispiace, ci deve portare una copia della ricevuta d’acquisto dove è specificato cosa ha acquistato…”. Sette anni fa mi chiesi dove saremmo andati a finire con questa logica; oggi mi sono risposto da solo osservando come siamo cambiati in soli sette anni e la risposta è nell’articolo proposto tra i link correlati. Ancora oggi penso: Dov’è che vuole andare l’Italia a queste condizioni? Spero sia un valido spunto per riflettere.

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